Presentazione

La domanda di professionisti competenti, in grado di curare e prendersi cura dei volatili, cresce ogni giorno. Specializza in questo campo grazie a questo Master semipresenziale" 

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I volatili, specie generalmente selvatiche, possono subire varie perturbazioni nel tentativo di adattarsi ad un ambiente domestico oppure soffrire lesioni nel loro habitat naturale per motivi di sopravvivenza. Per questo è importante conoscere e capire fattori come la loro alimentazione, comportamento, anatomia e fisiologia. Inoltre, la gestione medica di questi animali è spesso complicata, richiedendo conoscenze specifiche per maneggiarli correttamente.  

In questa premessa, questo programma darà al veterinario la possibilità di ottenere due cose. In primo luogo, frequentare un corso psot-laurea completamente online, dove acquisirà la conoscenza empirica più attuale del panorama accademico. In secondo luogo, un tirocinio pratico in uno dei più importanti centri di cura degli animali a livello internazionale con l'obiettivo di applicare tutto ciò che è stato appreso in modalità teorica.

In questo senso, il professionista svilupperà una conoscenza specializzata su diversi test di laboratorio, in cui sono evidenziati biopsie, ematologia o citologia. Come elemento innovativo, studierà l'interpretazione dei proteinogrammi, che rappresenta una finestra diagnostica all'avanguardia oggigiorno. Inoltre, è importante considerare che, sebbene il sistema cardiovascolare dei volatili sia quasi simile a quello dei mammiferi, le differenze anatomiche sono sufficienti per sapere leggere perfettamente un'elettrocardiografia. In questo modo il professionista sarà in grado di rilevare facilmente qualsiasi malattia cardiorespiratoria.  

Dopo aver completato la modalità teorica, lo studente potrà effettuare il tirocinio presenziale con una durata di tre settimane. Si tratta di un'opportunità per affrontare casi reali applicando tutte le conoscenze e novità acquisite in precedenza. Grazie all'esperienza di un professionista che lo accompagnerà in ogni momento, potrà eseguire test di base per la valutazione delle malattie virali, fornire la dose adeguata di anestesia e, naturalmente, eseguire procedure chirurgiche rilevanti per ogni caso. Inoltre, potrà utilizzare tutti gli strumenti del centro e avrà il supporto di un team di esperti che lo aiuteranno in ogni momento. 

Durante la modalità online di questo programma, avrai accesso a vari contenuti e materiale complementare come guide pratiche, riassunti interattivi e video didattici con procedure reali nei volatili" 

Questo Master semipresenziale in Medicina e Chirurgia dei Volatili possiede il programma scientifico più completo e aggiornato del mercato. Le caratteristiche principali del programma sono: 

  • Sviluppo di oltre 100 casi clinici presentati da professionisti veterinari specializzati nel trattamento dei volatili 
  • Contenuti grafici, schematici ed eminentemente pratici che forniscono informazioni scientifiche e assistenziali sulle discipline essenziali per l’esercizio della professione 
  • Valutazione e monitoraggio di volatili selvatici e in cattività 
  • Presentazione di workshop pratici sulle tecniche diagnostiche e terapeutiche nel paziente veterinario 
  • Sistema di apprendimento interattivo basato su algoritmi per prendere decisioni sulle diverse situazioni cliniche presentate 
  • Lezioni teoriche, domande all'esperto, forum di discussione su questioni controverse e lavoro di riflessione individuale 
  • Contenuti disponibili d a qualsiasi dispositivo fisso o mobile dotato di connessione a internet 
  • Possibilità di svolgere un seminario educativo clinico all’interno di uno dei migliori centri ospedalieri  

In tre settimane di apprendimento intensivo, potrai sviluppare conoscenze specialistiche sulle patologie oculari più frequenti e sui trattamenti più aggiornati" 

In questa proposta di Master, di natura professionalizzante e in modalità semipresenziale, il programma è finalizzato all'aggiornamento dei professionisti veterinari che operano nel campo delle emergenze e che richiedono un alto livello di qualificazione. I contenuti sono basati sulle più recenti prove scientifiche, e orientati in modo didattico per integrare la conoscenza teorica nella pratica psicologica, e gli elementi teorici-pratici faciliteranno l'aggiornamento delle conoscenze e permetteranno il processo decisionale nella gestione del paziente. 

Grazie ai suoi contenuti multimediali sviluppati con l'ultima tecnologia educativa, permetteranno al professionista veterinario un apprendimento situato e contestuale, ovvero un ambiente simulato che fornirà un apprendimento immersivo programmato per allenarsi in situazioni reali. La creazione di questo programma è incentrata sull’Apprendimento Basato su Problemi, mediante il quale lo specialista deve cercare di risolvere le diverse situazioni che gli si presentano durante il corso.Lo studente potrà usufruire di un innovativo sistema di video interattivi creati da esperti di rinomata fama. 

Esercitandoti in un ambiente controllato, sarai in grado di acquisire l'esperienza necessaria per svolgere una futura pratica di qualità"

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Pianificazione del corso

Il contenuto di questo programma è stato progettato per soddisfare le esigenze dei veterinari che desiderano ampliare la loro carriera specializzandosi nella medicina aviaria. A questo proposito, TECH mette a disposizione dello specialista un piano di studi che copre questioni come la procedura passo-passo per eseguire un esame medico completo di un volatile, prepararla per un intervento chirurgico o eseguire uno studio cardiaco per identificare le malattie coronariche. Dal modulo 1, lo studente vedrà ampliate le sue conoscenze che sono supportate da un team di insegnanti esperti e di alto livello. 

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 Modulo 1. Tassonomia, anatomia e fisiologia dei volatili

 1.1. Classificazione tassonomica degli psittaciformi

 1.1.1. Classificazione tassonomica
 1.1.2. Distribuzione mondiale
 1.1.3. Differenze anatomiche

 1.2. Classificazione tassonomica dei passeriformi: uccelli selvatici

 1.2.1. Classificazione tassonomica
 1.2.2. Distribuzione mondiale
 1.2.3. Differenze anatomiche

 1.3. Classificazione tassonomica di falconiformi e altri ordini

 1.3.1. Classificazione tassonomica
 1.3.2. Distribuzione mondiale
 1.3.3. Differenze anatomiche

 1.4. Sistema scheletrico

 1.4.1. Ossificazione delle ossa
 1.4.2. Il cranio

 1.4.2.1. La zona premascellare
 1.4.2.2. La mandibola

 1.4.3. Lo scheletro ascellare: Muscoli epiassiali e ipoassiali

 1.4.3.1. Vertebre cervicali
 1.4.3.2. Vertebre toraciche
 1.4.3.3. Il sinsacro: anatomia speciale
 1.4.3.4. Vertebre caudali
 1.4.3.5. Lo sterno
 1.4.3.6. L’ala: Anatomia completa e muscoli per il volo

 1.4.4. Gli arti pelvici 

 1.4.4.1. Il femore e la tibio-tarsica
 1.4.4.2. Le falangi: Collocazione delle dita nelle diverse specie

 1.5. Sistema circolatorio

 1.5.1. Anatomia arteriosa
 1.5.2. Ritorno venoso
 1.5.3. Il sistema portale renale
 1.5.4. La composizione del sangue: i globuli rossi nucleati

 1.6. Sistema respiratorio 

1.6.1. Cavità nasale
 1.6.2. Laringe e trachea
 1.6.3. La siringe: L'organo vocale dei volatili
 1.6.4. I polmoni

 1.6.4.1. Lo scambio di gas

 1.6.5. I sacchi d'aria

 1.7. Sistema digerente

 1.7.1. Il becco: Sostituto delle labbra e dei denti nei mammiferi

 1.7.1.1. Posizione della cera
 1.7.1.2. Funzioni del becco

 1.7.2. L'orofaringe

 1.7.2.1. Assunzione di alimenti solidi
 1.7.2.2. Alimenti liquidi

 1.7.3. L'esofago
 1.7.4. Lo stomaco

 1.7.4.1. Proventricolo
 1.7.4.2. Ventricolo

 1.7.5. Il fegato
 1.7.6. Il pancreas
 1.7.7. Il fascio intestinale

 1.8. Il sistema urinario e riproduttivo

 1.8.1. I reni
 1.8.2. Gli ureteri
 1.8.3. Particolarità del sistema urinario: La ghiandola del sale
 1.8.4. Sessaggio degli uccelli
 1.8.5. Sistema riproduttivo maschile
 1.8.6. Sistema riproduttivo femminile

 1.9. Il sistema nervoso

 1.9.1. Gli organi sensoriali
 1.9.2. La vista: Anatomia dell'occhio aviario
 1.9.3. L'udito
 1.9.4. L’olfatto e il gusto
 1.9.5. Il tatto: Il tegumento

 1.10. Peculiarità dell'anatomia e della fisiologia aviaria

 1.10.1. Il timo
 1.10.2. La borsa di Fabrizio
 1.10.3. La milza
 1.10.4. La ghiandola pituitaria: L'ipofisi
 1.10.5. Ghiandole tiroide e paratiroide
 1.10.6. Altre particolarità

Modulo 2. Criteri clinici del paziente aviario

2.1. Manutenzione del volatile
 

2.1.1. Arredamento speciale: Tipologie di gabbia
2.1.2. Stress 
2.1.3. Esercizio fisico
2.1.4. Mantenimento in cattività dei volatili
2.1.5. Luce ultravioletta
2.1.6. Coloranti delle piume
2.1.7. Disposizione dell’acqua
2.1.8. Medicine aggiunte all’acqua
2.1.9. Bagni e polverizzazioni con acqua

 2.2. La cattura: un esame fisico corretto

 2.2.1. Cattura con mezzi fisici

 2.2.1.1. Tecniche di cattura
 2.2.1.2. Lesioni correlate

 2.2.2. Cattura chimica

 2.2.2.1. Tecniche di cattura
 2.2.2.2. Medicinali utilizzati

 2.2.3. Contenimento del volatile

 2.3. Gestione clinica e medicina preventiva

 2.3.1. Esame fisico completo e ordinato
 2.3.2. Vaccinazioni
 2.3.3. Sverminazione
 2.3.4. Sterilizzazione

 2.4. Prelievo di campioni e somministrazione delle medicine

 2.4.1. Via endovenosa
 2.4.2. Via intraossea
 2.4.3. Posologia orale
 2.4.4. Via intramuscolare
 2.4.5. Via sottocutanea
 2.4.6. Via topica
 2.4.7. Altre vie nel paziente aviario

 2.5. I volatili da cortile come pazienti

 2.5.1. Le sfide del mantenimento di una gallina da compagnia
 2.5.2. Le galline come pazienti
 2.5.3. Le razze più comuni di polli e galline

 2.6. Requisiti nutrizionali: Alimentazione

 2.6.1. Linee guida alimentari
 2.6.2. Composizione nutrizionale dell’alimento

 2.6.2.1. Carboidrati
 2.6.2.2. Proteine
 2.6.2.3. Grassi
 2.6.2.4. Vitamine

  2.6.2.4.1. Vitamine liposolubili
  2.6.2.4.2. Vitamine idrosolubili
  2.6.2.4.3. Antivitamine

 2.6.2.5. Minerali

 2.7. Tipi di nutrizione nei volatili psittacidi

 2.7.1. Misto di semi
 2.7.2. Crocchette 

 2.7.2.1. Differenze tra granulate ed estruse

 2.7.3. Frutta e verdura
 2.7.4. Semi germinati
 2.7.5. Legumi cotti
 2.7.6. Pasta da allevamento

 2.7.6.1. Effetti desiderati e indesiderati

 2.7.7. Altri prodotti
 2.7.8. Calcolo del fabbisogno energetico

 2.7.8.1. Basal Metabolic Rate (BMR)
 2.7.8.2. Maintenance Energy Requirements (MER)

 2.8. Dieta generalizzata per psittacidi più frequenti in clinica

 2.8.1. Parrocchetto ondulato (Melopsittacus Undulattus)
 2.8.2. Calopsitta (Nymphicus hollandicus)
 2.8.3. Agapornis (Agapornis Spp)
 2.8.4. Pappagallo cenerino (Psithacus erithacus)

 2.9. Dieta generalizzata per gli Psittacidi più frequenti in clinica

 2.9.1. Amazona (Amazona sp)
 2.9.2. Ara (Ara sp)
 2.9.3. Cacatua (Cacatua sp)
 2.9.4. Pappagallo ecletto (Ecleptus Roratus)
 2.9.5. Loriini
 2.9.6. Conversione dell’alimentazione dei Psittacidi

 2.10. Altri aspetti dell’alimentazione

 2.10.1. Alimentazione negli volatili Passeriformi
 2.10.2. Alimentazione di altri volatili
 2.10.3. Alimentazione nei pazienti ospedalizzati

Modulo 3. Analisi di laboratorio

 3.1. Principi generali delle tecniche cliniche e diagnostiche: Evidenze diagnostiche

 3.1.1. Ottenere una diagnosi accurata
 3.1.2. Considerazioni sulla preparazione del campione
 3.1.3. Trasporto e trattamento del campione

 3.2. Ematologia: uno strumento indispensabile

 3.2.1. Morfologia cellulare

 3.2.1.1. La serie rossa del sangue
 3.2.1.2. La serie bianca del sangue

 3.2.2. Cambiamenti morfologici delle cellule del sangue

 3.2.2.1. Degranulazione
 3.2.2.2. Immaturità
 3.2.2.3. Tossicità
 3.2.2.4. Reattività

 3.2.3. Fattori da tenere in considerazione nell’ematologia
 3.2.4. Protocolli di ematologia nei volatili

 3.2.4.1. Conteggio degli eritrociti
 3.2.4.2. Stima dell’emoglobina
 3.2.4.3. Stima dell'ematocrito
 3.2.4.4. Conteggio dei leucociti
 3.2.4.5. Conteggio dei trombociti
 3.2.4.6. Stima del fibrinogeno

 3.3. L'analisi biochimica del volatile

 3.3.1. Intervalli di riferimento biochimici
 3.3.2. Profili più comunemente utilizzati

 3.3.2.1. Proteine totali: aumento e diminuzione
 3.3.2.2. Glucosio: aumento e diminuzione
 3.3.2.3. Acido urico, urea, creatinina
 3.3.2.4. Lattato deidrogenasi (LDH)
 3.3.2.5. Transaminasi glutammico-ossalacetica sierica (SGOT)
 3.3.2.6. Acidi biliari
 3.3.2.7. Creatina fosfochinasi (CPK): Insufficienza muscolare o cardiaca
 3.3.2.8. Calcio: ipercalcemia e ipocalcemia
 3.3.2.9. Fosforo
 3.3.2.10. Colesterolo

 3.3.3. Cambiamenti biochimici legati all'età

 3.3.3.1. Proteinogramma come strumento diagnostico
 3.3.3.2. Albumina
 3.3.3.3. Alfa-1: indicatore di una fase acuta della malattia
 3.3.3.4. Alfa-2: proteine della fase acuta di una malattia
 3.3.3.5. La frazione beta
 3.3.3.6. La frazione gamma

 3.4. Analisi delle urine: Sospetta nefropatia

 3.4.1. Richiamo anatomo-fisiologico del sistema urinario
 3.4.2. Tecniche di raccolta delle urine nel volatile
 3.4.3. Analisi delle urine
 3.4.4. Parametri per l'analisi delle urine

 3.5. Tecniche citologiche fondamentali: Lo studio delle cellule

 3.5.1. Raschiati di pelle e piumaggio

 3.5.1.1. Come eseguire un raschiato superficiale
 3.5.1.2. Come eseguire un raschiato profondo

 3.5.2. Raccolta di biopsie

 3.5.2.1. Diverse tecniche per l’applicazione
 3.5.2.2. Biopsie della pelle
 3.5.2.3. Biopsie di lesioni scheletriche
 3.5.2.4. Biopsie di piccoli organi e masse
 3.5.2.5. Biopsie di lesioni croniche
 3.5.2.6. Biopsie di piccole lesioni e masse

 3.5.3. Citologia: funzioni 

 3.5.3.1. Raccolta e trattamento dei campioni
 3.5.3.2. Punti chiave e interpretazioni citologiche

 3.6. Tecniche citologiche avanzate

 3.6.1. La realizzazione di un aspirato

 3.6.1.1. Esami diagnostici complementari
 3.6.1.2. Metodi di aspirazione

 3.6.2. Raccolta di tamponi microbiologici

 3.6.2.1. Vie respiratorie superiori
 3.6.2.2. Tratto gastrointestinale inferiore

 3.6.3. La tecnica di lavaggio

 3.6.3.1. Lavaggio del gozzo
 3.6.3.2. Lavaggio dei sacchi d'aria

 3.7. Preparativi per l'esecuzione di un'autopsia

 3.7.1. Aspetti fondamentali

 3.7.1.1. Esame post-mortem 
 3.7.1.2. L'importanza dell'anamnesi e della storia clinica del paziente

 3.7.2. Attrezzatura necessaria: Strumenti
 3.7.3. Selezione dei tessuti nei casi di necropsia
 3.7.4. Conservazione dei campioni per ulteriori studi diagnostici
 3.7.5. Il registro: Lesioni e risultati

 3.8. Valutazione esterna del paziente durante l’esame post-mortem

 3.8.1. Pelle e annessi: Evidenze di trauma
 3.8.2. Il sistema scheletrico
 3.8.3. Il sistema sensoriale
 3.8.4. Il sistema muscolare: L'esame iniziale

 3.9. Valutazione interna del paziente durante l’esame post-mortem

 3.9.1. Il sistema cardiorespiratorio e cardiovascolare
 3.9.2. Il sistema linforeticolare
 3.9.3. Il fegato
 3.9.4. L'apparato digerente
 3.9.5. Valutazione del sistema urinario
 3.9.6. Analisi del sistema riproduttivo 

 3.9.6.1. Necropsia nelle femmine
 3.9.6.2. Necropsia nei maschi

3.9.7. Valutazione necroscopica del sistema nervoso 
3.9.8. Conclusione dell'esame effettuato

 3.10. Procedure diagnostiche nella tecnica necroscopica

 3.10.1. Esame istopatologico dei campioni raccolti

 3.10.1.1. Raccolta del campione

 3.10.2. Analisi microbiologica

 3.10.2.1. La tecnica di tamponi

 3.10.3. Reazione a catena della polimerasi (PCR)

 3.10.3.1. Laringotracheite infettiva
 3.10.3.2. Bronchite infettiva
 3.10.3.3. Poxvirus
 3.10.3.4. Mycoplasma Gallisepticum, Mycoplasma Synoviae
 3.10.3.5. Altre malattie

 Modulo 4. Tecniche di diagnostica per immagini

4.1. Quando anestetizzare un volatile per una tecnica diagnostica?

 

4.1.1. Anestesia volatile
4.1.2. Anestesia iniettabile
4.1.3. Anestesia in condizioni speciali

 

4.2. Strumentazione necessaria per la radiologia

 
4.2.1. Considerazioni generali
4.2.2. L’unità a raggi X
4.2.3. Schermi, telai e pellicole

 

4.3. Il paziente: immobilizzazione e posizionamento

 
4.3.1. Proiezione latero-laterale
4.3.2. Proiezione ventro-dorsale
4.3.3. Proiezione cranio-caudale
4.3.4. Proiezione alare
4.3.5. Proiezione caudo-plantare

 

4.4. Tipi di radiografie: lo studio radiografico con contrasto

 

4.4.1. Radiografie convenzionali
4.4.2. Studi di contrasto gastrointestinali
4.4.3. Studi di contrasto respiratori
4.4.4. Urografia
4.4.5. Mielografia
 

4.5. Interpretazione radiologica

 

4.5.1. Anatomia applicata alla radiografia
4.5.2. Risultati radiografici anomali dell'apparato respiratorio
4.5.3. Risultati radiografici anomali dell'apparato digerente
4.5.4. Reperti radiografici anomali dell'apparato scheletrico

 

4.6. Aspetti fondamentali dell'ecografia aviaria

 

4.6.1. La diagnosi ecografica completa

 

4.6.1.1. Sonde lineari Convex, Microconvex e Phased Array
4.6.1.2. Ecografia 

 

4.6.2. Obiettivi diagnostici specifici nei volatili e loro limiti
4.6.3. Attrezzature tecniche necessarie per l'ecografia

 

4.7. Approcci avanzati all'ecografia nei volatili

 
4.7.1. Preparazione del paziente all'ecografia
4.7.2. Richiamo anatomico applicato e posizionamento corretto del paziente
4.7.3. Interpretazione ecografica

 

4.8. Endoscopia 

 

4.8.1. Endoscopia
 
4.8.1.1. Attrezzature necessarie per l'endoscopia
4.8.1.2. L'endoscopio rigido

 

4.8.2. Preparazione e posizionamento del paziente per l'endoscopia
4.8.3. Applicazioni cliniche e chirurgiche dell'endoscopia aviaria
 

4.9. Cardiologia aviaria: Fondamenti e basi

 

4.9.1. Anatomia del sistema cardiaco aviario
4.9.2. Esame clinico dei volatili
4.9.3. Elettrocardiografia aviaria

 

4.10. Esami clinici veterinari nei volatili

 

4.10.1. Sierotipizzazione di importanti malattie

 

4.10.1.1. Salmonella spp

 

4.10.2. Analisi coprologica

 

4.10.2.1. Parassitologia
4.10.2.2. Batteriologia

 

4.10.3. Sierologia delle malattie più importanti in medicina aviaria

 

4.10.3.1. Laringotracheite infettiva
4.10.3.2. Bronchite infettiva
4.10.3.3. Malattia di Newcastle
4.10.3.4. Mycoplasma Spp
4.10.3.5. Influenza aviaria

Modulo 5. Patologie legate alla gestione

5.1. Patologie più frequenti 

5.1.1. Paresi da cattura: Cause di mortalità nei volatili

 5.1.1.1. Specie colpite e sintomatologia caratteristica
 5.1.1.2. Fisiopatogenesi
 5.1.1.3. Diagnosi differenziale
 5.1.1.4. Trattamento e prevenzione

 5.1.2. Intossicazione da piombo

 5.1.2.1. Diagnosi
 5.1.2.2. Trattamento: cure primarie, chelanti e di supporto

 5.2. Altre intossicazioni

 5.2.1. Intossicazione da zinco
 5.2.2. Diagnosi

 5.2.2.1. Trattamento
 5.2.2.2. Trattamento primario
 5.2.2.3. Trattamento chelante
 5.2.2.4. Trattamento di supporto

 5.2.3. Intossicazione da cloruro di ammonio nei falconiformi

 5.2.3.1. Segni clinici
 5.2.3.2. Alterazioni patologiche
 5.2.3.3. Considerazioni fisiologiche e patologiche

 5.2.4. Intossicazione da rame

 5.2.4.1. Diagnosi
 5.2.4.2. Trattamento

  5.2.4.2.1 Trattamento chelante
  5.2.4.2.2. Trattamento di supporto

 5.3. Patologie derivanti da un'alimentazione scorretta

 5.3.1. Osteopatie metaboliche: lesioni ossee
 5.3.2. Cause e tipi di lesioni più comuni
 5.3.3. Sintomatologia e specie suscettibili
 5.3.4. Diagnosi e trattamenti attuali
 5.3.5. Deformità delle ossa lunghe: torsione e flessione

 5.3.5.1. Descrizione del tipo di patologia
 5.3.5.2. Segni clinici nel volatile
 5.3.5.3. Trattamento e prevenzione

 5.3.6. Alterazioni delle ossa più distali: deformazione

 5.3.6.1. Scivolamento del tendine
 5.3.6.2. Ala d'angelo
 5.3.6.3. Piedi arrotolati

 5.3.7. Cachessia da fame

 5.3.7.1. Definizione ed eziologia: Sintomatologia
 5.3.7.2. Risultati necroscopici
 5.3.7.3. Trattamento e prevenzione

 5.3.8. Osteodistrofia comportamentale

 5.4. Disturbi della cavità orale

 5.4.1. Patologie localizzate nel becco
 5.4.2. Cavità orale e orofaringe: lingua e ghiandole salivari

 5.4.2.1. Ipovitaminosi A
 5.4.2.2. Traumi
 5.4.2.3. Emorragia
 5.4.2.4. Neoplasia
 5.4.2.5. Alitosi

 5.4.3. Malattie infettive dei volatili

 5.4.3.1. Necrosi della mucosa
 5.4.3.2. Vaiolo aviario
 5.4.3.3. Anatidae herpesvirus (enterite virale delle anatre o peste)
 5.4.3.4. Candida (Infezione da Candida Albicans)

 5.5. Patologie dell'esofago e del gozzo

 5.5.1. Esofagite, ingluvie: Impatto esofageo e/o ingluviale
 5.5.2. Infestazione dell'esofago e/o del gozzo dovuta a Capillaria Contorta e altre Capillaria Spp
 5.5.3. Candia e tricomoniasi

 5.5.3.1. Esofago e ingluvie

 5.5.4. Patologie ingluviali

5.5.4.1. Stasi e calcoli

 5.5.5. Patologie del gozzo

 5.5.5.1. “Sindrome del gozzo acido”
 5.5.5.2. Gozzo sospeso
 5.5.5.3. Rigurgito del contenuto del gozzo

 5.5.6. Neoplasie comuni

 5.6. Patologie del proventricolo

 5.6.1. Malattia della dilatazione proventricolare nei volatili psittaciformi
 5.6.2. Impattazione del proventricolo e del ventriglio
 5.6.3. Candida (Infezione da Candida Albicans)
 5.6.4. Altre patologie

 5.6.4.1. Atonia
 5.6.4.2. Ipertrofia di eziologia sconosciuta
 5.6.4.3. Proventricolite
 5.6.4.4. Presenza di corpi estranei

 5.7. Patologie del ventriglio o del ventricolo: Lo stomaco ghiandolare

 5.7.1. Malattia da dilatazione proventricolare
 5.7.2. Ulcerazioni del ventriglio
 5.7.3. Infestazione da nematodi dello stomaco
 5.7.4. Neoplasie
 5.7.5. Altre patologie

 5.7.5.1. Atrofia muscolare e ventricolite traumatica

 5.8. Patologie dell'intestino del volatile

 5.8.1. Sindrome da malassorbimento
 5.8.2. Enteropatie non specifiche

 5.8.2.1. Diarrea nei volatili 

5.8.3. Disturbi dell'intestino posteriore

 5.8.3.1. Rottura colorettale
 5.8.3.2. Prolasso rettale

  5.8.3.2.1. Sovraccarico intestinale

 5.8.4. Neoplasie comuni
 5.8.5. La cloaca

 5.8.5.1. Cloacite: “scarico gonorroico”
 5.8.5.2. Prolasso
 5.8.5.3. Neoplasie comuni

 5.9. Patologie del fegato

 5.9.1. Lipidosi

 5.9.1.1. Infiltrazione o degenerazione grassa

 5.9.2. Emocromatosi

 5.9.2.1. Immagazzinamento del ferro nell'organismo aviario

 5.9.3. Gotta viscerale
 5.9.4. Amiloidosi
 5.9.5. Neoplasie comuni
 5.9.6. Altre patologie

 5.9.6.1. Epatite tossica e diabete  mellito

 5.10. Disturbi endocrini

 5.10.1. Ghiandole tiroidee
 5.10.2. Ghiandole paratiroidee
 5.10.3. Ghiandole surrenali
 5.10.4. Ghiandole ultimobranchiali 

 5.10.4.1. Localizzazione toracica

 5.10.5. Ipofisi: Il cervello aviario
 5.10.6. Pancreas: Funzione endocrina ed esocrina

 5.10.6.1. Pancreatite
 5.10.6.2. Necrosi pancreatica acuta
 5.10.6.3. Neoplasie comuni

Modulo 6. Malattie del paziente aviario

 6.1. Malattie virali

 6.1.1. Le malattie virali
 6.1.2. La malattia di Newcastle (Famiglia Paramyxoviridae)

 6.1.2.1. Eziologia
 6.1.2.2. Classificazione dei sierotipi
 6.1.2.3. Caratteristiche cliniche e fisiopatologia
 6.1.2.4. Tecniche diagnostiche e trattamento

 6.1.3. Vaiolo aviario (virus della famiglia Poxviridae)

 6.1.3.1. Sierotipi rilevati nei volatili
 6.1.3.2. Segni clinici del paziente
 6.1.3.3. Diagnosi e trattamento

 6.2. Altre infezioni virali di interesse clinico

 6.2.1. Virus dell'influenza nei volatili (famiglia Ortomyxoviridae)

 6.2.1.1. Epizooziologia della malattia
 6.2.1.2. Segni clinici nel volatile
 6.2.1.3. Diagnosi
 6.2.1.4. Prevenzione e controllo

 6.2.2. Infezioni da herpesvirus

 6.2.2.1. Eziologia
 6.2.2.2. Malattia di Marek
 

6.2.2.2.1. Paralisi dovuta a polineurite

 6.2.2.3. Peste dell'anatra

 6.2.2.3.1. Enterite virale dell'anatra

 6.2.2.4. Laringotracheite infettiva
 6.2.2.5. Herpes

 6.2.3. Altre malattie virali

 6.3. Malattie batteriche più comuni nella clinica

 6.3.1. Pasteurellosi: colera

 6.3.1.1. Storia: agente eziologico e trasmissione della malattia
 6.3.1.2. Specie sensibili e sintomi
 6.3.1.3. Diagnosi
 6.3.1.4. Trattamento e immunità

 6.3.2. Clamidia: ornitosi-psittacosi

 6.3.2.1. Cause e specie più sensibili
 6.3.2.2. Diagnosi efficace
 6.3.2.3. Trattamento e prevenzione

 6.3.3. Salmonella

 6.3.3.1. Definizione
 6.3.3.2. Agente eziologico
 6.3.3.3. Distribuzione
 6.3.3.4. Specie suscettibili
 6.3.3.5. Trasmissione
 6.3.3.6. Diagnosi
 6.3.3.7. Trattamento/prevenzione

 6.4. Malattie batteriche più comuni nella clinica

 6.4.1. Tubercolosi aviaria: Mycobacterium Spp

 6.4.1.1. Cause e specie più sensibili
 6.4.1.2. Diagnosi efficace
 6.4.1.3. Trattamento e prevenzione

 6.4.2. Pseudotubercolosi (yersiniosi)

 6.4.2.1. Cause e specie più sensibili
 6.4.2.2. Diagnosi efficace
 6.4.2.3. Trattamento e prevenzione

 6.4.3. Infezione da Escherichia Coli

 6.4.3.1. Definizione
 6.4.3.2. Agente eziologico
 6.4.3.3. Distribuzione
 6.4.3.4. Specie suscettibili
 6.4.3.5. Trasmissione
 6.4.3.6. Diagnosi
 6.4.3.7. Trattamento/prevenzione

 6.5. Altre malattie batteriche nel paziente aviario

 6.5.1. Botulismo

 6.5.1.1. Storia e distribuzione
 6.5.1.2. Trasmissione
 

6.5.1.2.1. Bacilli di Clostridium Botulinum

 6.5.1.3. Sintomi clinici e lesioni
 6.5.1.4. Diagnosi e trattamento della malattia

 6.5.2. Mal rosso: Erysipelothrix Rhusiopathiae

 6.5.2.1. Eziologia e trasmissione dell'agente causale: volatili selvatici
 6.5.2.2. Rilevamento efficace 

  6.5.2.2.1. Sintomi e lesioni
 

6.5.2.3. Diagnosi e trattamento

 6.5.3. Listeriosi: listeria monocytogenes

 6.5.3.1. Storia: agente eziologico e trasmissione della malattia
 6.5.3.2. Sintomi rilevati nei volatili
 6.5.3.3. Diagnosi e trattamento efficace

 6.6. Malattie fungine

 6.6.1. Aspergillosi

 6.6.1.1. Caratteristiche rilevanti della malattia
 6.6.1.2. Segni clinici rilevati nel paziente
 6.6.1.3. Tecniche di diagnosi efficaci
 6.6.1.4. Trattamento, prevenzione e profilassi

 6.6.2. Candida

 6.6.2.1. Segni clinici nel paziente aviario dovuti a Candida Albicans
 6.6.2.2. Tecniche diagnostiche di laboratorio
 6.6.2.3. Trattamento e gestione della patologia

 6.6.3. Dermatofitosi: Tinea

 6.6.3.1. Fattori predisponenti e tipi di volatili colpiti
 6.6.3.2. Segni clinici comuni
 6.6.3.3. Diagnosi e controllo

 6.7. Ectoparassiti

 6.7.1. Ditteri (Diptera)

 6.7.1.1. Mosche e zanzare

 6.7.2. Pulci (Siphonaptera)
 6.7.3. Pidocchi (Phthiraptera – Mallophaga)
 6.7.4. Cimici (Hemiptera – Cimicidae)

 6.7.4.1. Ectoparassiti ematofagi

 6.7.5.  Acari

 6.7.5.1. Gli ectoparassiti più comuni

 6.7.6. Zecche (Ixodida)

 6.7.6.1. Parassiti voluminosi

 6.7.7. Coleotteri (Coleoptera)

 6.7.7.1. Vettori di malattie

 6.8. Prestazioni dell'analisi coprologica nei volatili

 6.8.1. Principali tecniche coprologiche
 6.8.2. Trematodi

 6.8.2.1. Pentagrammi

 6.8.3. Cestodi

 6.8.3.1. Tenie

 6.8.4. Nematodi

 6.8.4.1. Localizzazioni speciali dei nematodi e loro patologie

 6.9. Protozoi: microrganismi unicellulari

 6.9.1. Coccidiosi in Anseriformi, Galliformi e Passeriformi

 6.9.1.1. Specie di Eimeria e Isospora
 6.9.1.2. Specie di Caryospora
 6.9.1.3. Altre specie di coccidiosi nei volatili

 6.9.2. Tricomoniasi: Trichomonas Spp
 6.9.3. Altri protozoi

 6.9.3.1. Giardia, Hexamita e Histomonas

 6.10. Emoparassiti

 6.10.1. Microfilarie
 6.10.2. Specie di Plasmodium
 6.10.3. Specie di Haemoproteus
 6.10.4. Specie di Leucocytozoon
 6.10.5. Tripanosomiasi
 6.10.6. Specie di Hepatozoonosi
 6.10.7. Specie di Babesia 

 6.10.7.1. Piroplasmi aviari

 6.10.8. Altre specie in discussione

Modulo 7. Anestesia e analgesia nei volatili

 7.1. Caratteristiche anatomiche e fisiologiche per l'anestesia aviaria

 7.1.1. Caratteristiche anatomiche: I sacchi d'aria
 7.1.2. Considerazioni fisiologiche

 7.1.2.1. Ispirazione ed espirazione
 7.1.2.2. I trigger ventilatori
 7.1.2.3. Ipoglicemia

 7.1.3. Caratteristiche farmacocinetiche e farmacodinamiche del paziente aviario

 7.2. Somministrazione a distanza dell'anestesia

 7.2.1. Sicurezza per gli operatori
 7.2.2. Volatili collaborativi: Gestione adeguata

 7.2.2.1. Vie e tecniche di somministrazione dell'anestesia

 7.2.3. Volatili non collaborativi: Volatili selvatici

 7.2.3.1. Tecniche di somministrazione dell'anestesia
 7.2.3.2. Dardo
 7.2.3.3. Altri meccanismi

7.2.4. Stress prima della somministrazione dell'anestesia
 
7.2.4.1. Attivazione del sistema nervoso simpatico
7.2.4.2. Altri cambiamenti ormonali
7.2.4.3. Misurazione dello stress
7.2.4.4. Effetti fisiologici della cattura

 

7.3. Anestesia per inalazione nei volatili: Scelta anestetica

 

7.3.1. Considerazioni tecniche sulle attrezzature per l'anestesia
 
7.3.1.1. Gas e vapori

 

7.3.1.1.1. Isoflurano, sevoflurano e altri gas anestetici
 
7.3.2. Intubazione endotracheale
7.3.3. Intubazione dei sacchi d'aria

 

7.3.3.1. Intubazione eccezionale

 

7.4. Monitoraggio durante l’anestesia

 

7.4.1. Riflessi
7.4.2. Volume circolatorio
7.4.3. Dolore
7.4.4. Monitoraggio cardiovascolare

 

7.4.4.1. Auscultazione cardiaca
7.4.4.2. Tempo di filler capillare
7.4.4.3. Elettrocardiogramma
7.4.4.4. Monitoraggio cardiaco mediante Doppler o ecocardiografia
7.4.4.5. Altre tecniche di monitoraggio
7.4.4.6. Terapia con fluidi per via endovenosa

 

7.4.4.6.1. Cristalloidi e colloidi

 

7.4.5. Monitoraggio della respirazione

 

7.4.5.1. Auscultazione respiratoria
7.4.5.2. Pulsossimetria
7.4.5.3. Il capnografo

 

7.4.6. Monitoraggio della temperatura: ipotermia e ipertermia

 

7.4.6.1. Perdita di temperatura corporea durante l'intervento chirurgico: Monitoraggio e prevenzione
7.4.6.2. Conseguenze dell'ipotermia
7.4.6.3. Ipertermia

 

7.4.6.3.1. Prevenzione e trattamento

 

7.5. Anestesia iniettabile

 

7.5.1. Perfezionamento dell'anestesia 
7.5.2. Anestetici dissociativi
7.5.3. Gli oppioidi
7.5.4. Anestesia in condizioni di campo
7.5.5. Ipotermia

 

7.5.5.1. Aspetti importanti per prevenire/ridurre la perdita di calore durante l'anestesia nei volatili 

 

7.6. Anestesia locale e analgesia

 
7.6.1. Anestesia locale

 

7.6.1.1. Monitoraggio cardiovascolare
7.6.1.2. Medicinali utilizzati
7.6.1.3. Opzioni terapeutiche

 

7.6.2. Analgesia

 

7.6.2.1. Tipi di dolore: l'analgesia 
7.6.2.2. Anestesia per inalazione nei volatili
7.6.2.3. Farmaci analgesici

 

7.6.2.3.1. Acido acetilsalicilico
7.6.2.3.2. Buprenorfina cloridrato
7.6.2.3.3. Butorfanolo
7.6.2.3.4. Flunixina-Meglumina
7.6.2.3.5. Carprofene
7.6.2.3.6. Ketoprofene
7.6.2.3.7. Indometacina di rame
7.6.2.3.8. Meloxicam
7.6.2.3.9. Altri analgesici

 

7.7. Emergenze anestetiche

 

7.7.1. Complicazioni respiratorie durante l'anestesia

 

7.7.1.1. Depressione respiratoria
7.7.1.2. Apnea e arresto respiratorio
7.7.1.3. Ostruzione delle vie respiratorie
7.7.1.4. Iperventilazione
7.7.1.5. Ipossia

 

7.7.2. Complicanze cardiovascolari specifiche durante l'anestesia

 

7.7.2.1. Bradicardia
7.7.2.2. Tachicardia
7.7.2.3. Ipotensione
7.7.2.4. Ipertensione
7.7.2.5. Aritmie
7.7.2.6. Arresto cardiaco

 

7.7.3. Emorragia nel paziente aviario durante l'anestesia

 

7.8. Anestesia nei volatili in gabbia: psittaciformi e passeriformi

 

7.8.1. Considerazioni anatomiche e fisiologiche
7.8.2. Sistema cardiovascolare
7.8.3. La termoregolazione
7.8.4. Sistemi di ventilazione respiratoria
7.8.5. Valutazione preanestetica del volatile
7.8.6. La procedura anestetica
7.8.7. Tipi di anestetici utilizzati
7.8.8. Anestesia locale e analgesia

 

7.9. L'anestesia nei volatili acquatici e semi-acquatici

 

7.9.1. Il paziente: volatili acquatici e semi-acquatici
7.9.2. Monitoraggio delle costanti fisiologiche
7.9.3. La termoregolazione
7.9.4. La procedura anestetica
7.9.5. Tipi di anestetici utilizzati
7.9.6. Anestesia locale e analgesia
 

7.10. Altre particolarità dell'anestesia

 

7.10.1. Particolarità dell'anestesia nei ratiti

 

7.10.1.1. Considerazioni anatomiche e fisiologiche
7.10.1.2. La procedura anestetica
7.10.1.3. Tipi di anestetici
7.10.1.4. Anestesia locale e analgesia

 

7.10.2. Anestesia nei galliformi
7.10.3. Anestesia nei falconiformi
7.10.4. Eutanasia: l'atto umanitario

 

7.10.4.1. Considerazioni speciali

 Modulo 8. Anestesia e chirurgia dei tessuti molli

8.1. Chirurgia dei tessuti molli

 8.1.1. Il chirurgo dei tessuti molli nei volatili
 8.1.2. Preparazione del paziente

 8.1.2.1. Ipotermia
 8.1.2.2. Preparazione della pelle

 8.1.3. Attrezzatura necessaria
 8.1.4. Cotone idrofilo sterile
 8.1.5. Lenti chirurgiche bifocali
 8.1.6. Strumenti microchirurgici
 8.1.7. Materiali di sutura

 8.2. Materiale chirurgico speciale per la chirurgia avicola

 8.2.1. Emoclisi
 8.2.2. Radiochirurgia
 8.2.3. Laser chirurgici

 8.2.3.1. Tipi e apparecchiature più utilizzate

 8.2.4. Microchirurgia

 8.3. Chirurgia della pelle e degli annessi

 8.3.1. Cisti delle piume

 8.3.1.1. Lumps

 8.3.2. Uropigio

 8.3.2.1. Patologie più comuni

 8.3.3. Trattamento di ferite e lesioni dei tessuti molli
 8.3.4. Neoplasie comuni

 8.3.4.1. Lipoma
 8.3.4.2. Xantoma

 8.4. Tecniche del tratto riproduttivo

 8.4.1. Preparazione precedente del paziente
 8.4.2. Sterilizzazione
 8.4.3. Salpingoisterectomia: Sterilizzazione della femmina

 8.4.3.1. Tecnica chirurgica

 8.4.4. Ostruzione delle uova nell'ovidotto: Distocia aviaria

 8.4.4.1. Cesareo: Ostruzione delle uova nell'ovidotto
 8.4.4.2. Torsione uterina: Infiammazione del celoma

 8.4.5. Orchiectomia

 8.4.5.1. Posizione anatomica del testicolo: Intracellulare
 8.4.5.2. Tecnica 

8.4.6. Biopsia endoscopica del testicolo

 8.5. Tecniche per il tratto gastrointestinale I

 8.5.1. La lingua

 8.5.1.1. Patologie più comuni

 8.5.2. L'esofago prossimale

 8.5.2.1. Stenosi esofagea: Cause e trattamenti
 8.5.2.2. Traumi esofagei: Cause e trattamenti

 8.5.3. Ingluviotomia 

 8.5.3.1. Localizzazione
 8.5.3.2. Indicazioni: Corpi estranei

 8.5.4. Bruciature del gozzo

 8.5.4.1. Origine della patologia
 8.5.4.2. Tecniche chirurgiche adeguate

 8.5.5. Altre tecniche chirurgiche di scelta

 8.6. Tecniche per il tratto gastrointestinale II

 8.6.1. Lacerazioni del colon o dell'esofago

 8.6.1.1. Alimentazione traumatica: Cause e trattamenti
 8.6.1.2. Traumi esterni: Cause e trattamenti

 8.6.2. Posizionamento di una sonda per ingluviotomia

 8.6.2.1. Indicazioni per il tubo di alimentazione

 8.6.3. Celiotomia: Apertura della cavità celomatica

 8.6.3.1. Indicazioni e complicazioni
 8.6.3.2. Celiotomia laterale sinistra

 8.6.4. Altre tecniche chirurgiche di scelta

 8.7. Tecniche per il tratto gastrointestinale III

 8.7.1. Proventricolotomia: accesso al proventricolo o al ventricolo

 8.7.1.1. Indicazioni
 8.7.1.2. Tecniche chirurgiche di scelta

 8.7.2. Sacculectomia del sacco vitellino: Pulcini appena nati

 8.7.2.1. Indicazioni
 8.7.2.2. Tecniche chirurgiche di scelta

 8.7.3. Enterotomia

 8.7.3.1. Casi in cui è necessaria l'enterotomia
 8.7.3.2. Tipo di intervento da eseguire

 8.7.4. Enterectomia: Anastomosi uretero-intestinale

 8.7.4.1. Situazioni cliniche
 8.7.4.2. Il processo chirurgico

 8.7.5. Celiotomia della linea mediana ventrale

 8.7.5.1. Indicazioni per questo accesso chirurgico
 8.7.5.2. Gli approcci

 8.7.6. Disturbi cloacali

 8.7.6.1. Prolasso di organi attraverso la cloaca
 8.7.6.2. Cloacolite

 8.8. Procedure per la realizzazione della biopsia

 8.8.1. Biopsia del fegato

 8.8.1.1. Indicazioni per questo accesso chirurgico
 8.8.1.2. Approccio

 8.8.2. Biopsia del pancreas

 8.8.2.1. Disturbi del pancreas
 8.8.2.2. Indicazioni chirurgiche

 8.8.3. Biopsia renale

 8.8.3.1. Indicazioni
 8.8.3.2. Mezzi tecnici necessari
 8.8.3.3. Tecnica e approccio

 8.9. Tecniche chirurgiche respiratorie

 8.9.1. Chirurgia respiratoria

 8.9.1.1. Ricordo anatomico necessario

 8.9.2. La tracheotomia

 8.9.2.1. Indicazioni

  8.9.2.1.1. Presenza di aspergillomi e corpi estranei
 

8.9.2.2. Tecnica chirurgica

 8.9.3. La tracheotomia

 8.9.3.1. Indicazioni: Stenosi tracheale
 8.9.3.2. Tecnica chirurgica

 8.9.4. Biopsia polmonare

 8.9.4.1. Indicazioni: Stenosi tracheale
 8.9.4.2. Tecnica chirurgica

 8.9.5. Sessaggio dei volatili

 8.9.5.1. Considerazioni etiche

 8.10. Trattamenti post-operatori

 8.10.1. Situazioni stressanti
 8.10.2. Recupero e manutenzione termica
 8.10.3. Ricovero e recupero rapido
 8.10.4. Prevenzione dell'autotrauma
 8.10.5. Analgesia post-operatoria
 8.10.6. Terapia dei fluidi adeguata
 8.10.7. Integrazione nutrizionale

 Modulo 9. Patologie e trattamenti medici

 9.1. Trattamenti nutrizionali

 9.1.1. Fluidoterapia: applicazione clinica

 9.1.1.1. Tipi di fluidoterapia
 9.1.1.2. Vantaggi e svantaggi

 9.1.2. Tubo di alimentazione e supporto nutrizionale

 9.1.2.1. Necessità nutrizionali
 9.1.2.2. Formule di nutrizionali enterali

 9.2. Trattamenti esterni

 9.2.1. Taglio degli artigli e del becco
 9.2.2. Riparazione delle piume

 9.2.2.1. Materiali e strumenti utilizzati per l'innesto
 9.2.2.2. Riparazione di piume piegate
 9.2.2.3. Sostituzione parziale delle piume
 9.2.2.4. Sostituzione totale delle piume

 9.2.3. Rifilatura e tosatura delle ali
 9.2.4. Obiettivi di gestione del trattamento delle ferite

 9.3.4.1. Cura dei bendaggi
 9.3.4.2. Rimozione della medicazione

 9.3. Trattamenti per i traumi

 9.3.1. Medicazioni e bendaggi

 9.3.1.1. Funzioni delle medicazioni e dei bendaggi

  9.3.1.1.1. Protezione
  9.3.1.1.2. Pressione
  9.3.1.1.3. Sostegno
  9.3.1.1.4. Assorbimento, ambiente umido, tenuta in posizione
  9.3.1.1.5. Comfort
  9.3.1.1.6. Altre caratteristiche di una medicazione ideale

 9.3.1.2. Processo di selezione 
 9.3.1.3. Valutazione delle ferite

 9.3.2. Tipi di medicazioni più comunemente utilizzati in chirurgia ortopedica

 9.3.2.1. Bendaggio a figura di otto
 9.3.2.2. Bendaggio a figura di otto e bendaggio corporeo
 9.3.2.3. Bendaggio ad ala con due bendaggi circolari intorno al corpo
 9.3.2.4. Bendaggio Robert Jones
 9.3.2.5. Benda a palla

 9.3.3. Ingessatura protettiva delle gambe
 9.3.4. Stecche esterne
 9.3.5. Collari elisabettiani

 9.4. Somministrazione di farmaci nei volatili

 9.4.1. Analizzare gli aspetti rilevanti della somministrazione dei farmaci
 9.4.2. Vie di uso
 9.4.3. Vantaggi e svantaggi
 9.4.4. Regolazioni del metabolismo dei farmaci

 9.5. Antibiotici comunemente utilizzati nel paziente volatile

 9.5.1. Amikacina

 9.5.1.1. Specie indicate e dosaggio

 9.5.2. Ceftazidima

 9.5.2.1. Specie indicate e dosaggio

 9.5.3. Doxiciclina

 9.5.3.1. Specie indicate e dosaggio efficace

 9.5.4. Enrofloxacina e marbofloxacina

 9.5.4.1. I chinoloni e i loro usi attuali

 9.5.5. Metronidazolo

 9.5.5.1. Specie indicate e dosaggio efficace

 9.5.6. Trimethoprim/sulfametoxazolo

 9.5.6.1. Dosaggio appropriato

 9.5.7. Altri antibiotici utilizzati

 9.6. Antimicotici più comunemente utilizzati nel paziente aviario

 9.6.1. Anfotericina B

 9.6.1.1. Specie di destinazione e dosaggio

 9.6.2. Fluconazolo

 9.6.2.1. Dosaggio

 9.6.3. Itraconazolo

 9.6.3.1. Dosaggio 

9.6.4. Ketoconazolo: fungistatico

 9.6.4.1. Dosaggio

 9.6.5. Nistatina: agente antimicotico macrolide

 9.6.5.1. Specie di destinazione e dosaggio

 9.6.6. Altri antimicotici clinicamente rilevanti

 9.7. Antiparassitari più comunemente utilizzati nel paziente aviario

 9.7.1. Ivermectina

 9.7.1.1. Specie di destinazione e dosaggio

 9.7.2. Albendazolo

 9.7.2.1. Specie di destinazione e dosaggio

 9.7.3. Fenbendazolo

 9.7.3.1. Specie di destinazione e dosaggio

 9.7.4. Levamisolo

 9.7.4.1. Tipo di specie e dosaggio

 9.7.5. Selamectina

 9.7.5.1. Tipo di specie e dosaggio

 9.7.6. Toltrazuril

 9.7.6.1. Dosaggio e specie di destinazione

 9.7.7. Altri antiparassitari clinicamente rilevanti

9.8. Altri medicinali utilizzati nei volatili 

 
9.8.1. Antivirali più comunemente utilizzati nel paziente aviario

 

9.8.1.1. Aciclovir

 

9.8.1.1.1. Posologia: specie di destinazione e dosaggio

 

9.8.1.2. Altri antivirali clinicamente rilevanti

 

9.8.2. Ormoni utilizzati nei volatili 

 

9.8.2.1. Ormone adrenocorticotropo: ACTH

 

9.8.2.1.1. Tipo di volatile e dosaggio

 

9.8.2.2. Cabergolina

 

9.8.2.2.1. Dosaggio efficace

 

9.8.2.3. Ossitocina

 

9.8.2.3.1. Dosaggio efficace

 

9.8.2.4. Altri ormoni clinicamente rilevanti

 

9.9. Farmaci utilizzati per la nebulizzazione

 

9.9.1. Uso di un nebulizzatore
9.9.2. L’uso di F10
9.9.3. Gentamicina
9.9.4. Amikacina

 

9.9.4.1. Dosaggio e uso

 

9.9.5. Anfotericina B

 

9.9.5.1. Dosaggio e uso

 

9.9.6. Clotrimazolo
 
9.9.6.1. Dosaggio e uso

 

9.9.7. Altri farmaci utilizzati per la nebulizzazione

 

9.10. Colliri oftalmologici utilizzati nei volatili

 

9.10.1. Ciprofloxacina
9.10.2. Cloramfenicolo
9.10.3. Tobramicina
9.10.4. Diclofenac
9.10.5. Prednisone

 Modulo 10. Chirurgia ortopedica e oftalmologica nei volatili

 10.1. Oftalmologia aviaria: Lesioni oculari e palpebrali
 

10.1.1. Ricordo anatomico
 10.1.2. Differenze tra specie
 10.1.3. Fisiopatologia del bulbo oculare
 10.1.4. Trattamenti più utilizzati

 10.2. Pododermatite: Le unghie

 10.2.1. Caratteristiche della patologia
 10.2.2. Specie di volatili più colpite
 10.2.3. Trattamento aggiornato

 10.2.3.1. Trattamento medico
 10.2.3.2. Trattamento chirurgico 

10.2.3.2.1. Debridement necrotico

 10.2.4. Prevenzione
 10.2.5. Trattamento

 10.3. Fratture: Perdita di definizione dell'osso

 10.3.1. Lo scheletro dei volatili
 10.3.2. Attrezzature chirurgiche necessarie e considerazioni tecniche preliminari
 10.3.3. Esame fisico e gestione preoperatoria del paziente aviario
 10.3.4. Tipi di fratture e dislocazioni ossee

 10.4. La correzione delle fratture: Obiettivi nel trattamento delle fratture

 10.4.1. Tecniche di osteosintesi nei volatili

 10.4.1.1. Vantaggi
 10.4.1.2. Svantaggi

 10.4.2. Fissazione interna

 10.4.2.1. Incastro spinale (intramidollare o centromidollare)
 10.4.2.2. Bloccaggio

 10.4.3. Fissazione esterna: Ponteggi ossei

 10.4.3.1. Fissatore di Kirschnner-Ehmer

 10.5. Metodi di fissazione per fratture di omero, clavicola e coracoide

 10.5.1. Anatomia del cingolo scapolare e dell'arto anteriore
 10.5.2. Frattura dell’omero
 10.5.3. Metodo di fissazione delle fratture distali e subcondilari dell'omero

 10.5.3.1. Fili incrociati

 10.6. Metodi di fissazione delle fratture diafisarie dell'arto anteriore

 10.6.1. Aspetti rilevanti
 10.6.2. Posizionamento degli aghi nei diversi fissatori
 10.6.3. Fratture della diafisi prossimale ulnare, con radio intatto o fratturato
 10.6.4. Fratture della diafisi ulnare e ulnare distale, con radio intatto o fratturato
 10.6.5. Casi speciali dell'arto anteriore

 10.6.5.1. Frattura del radio prossimale o distale 
 10.6.5.2. Con ulna intatta
 

10.6.6. Lussazioni del gomito

 10.7. Metodi di fissazione carpale e tarsale

 10.7.1. Fissazione dell’articolazione del carpo

 10.7.1.1. Aspetti rilevanti
 10.7.1.2. Raccomandazioni specifiche di trattamento

 10.7.2. Fissazione delle fratture del tibio-tarso

 10.7.2.1. Aspetti rilevanti
 10.7.2.2. Fratture della tibiotarsica e loro stabilizzazione chirurgica

 10.7.3. Scelte per la fissazione delle fratture tarso-metatarsali

 10.8. Metodi di fissazione e patologie ortopediche del femore

 10.8.1. Aspetti rilevanti
 10.8.2. Fratture del femore

 10.8.2.1. Stabilizzazione chirurgica

 10.8.3. Lussazione del ginocchio

 10.8.3.1. Trattamento di scelta

 10.9. Lesioni ossee meno comuni

 10.9.1. Lussazione e frattura del collo

 10.9.1.1. Sintomi, diagnosi e trattamento

 10.9.2. Lesioni dello sterno

 10.9.2.1. Patologia 
10.9.2.2. Trattamento

 10.9.3. Lesioni della punta dell'ala

 10.9.3.1. Ferite e ulcere dell'ala

 10.9.3.1.1. Tipi di ferite e trattamento

 10.9.3.2. Borsite

 10.9.3.2.1. Sintomi e trattamento

 10.9.3.3. Edema e sindrome della cancrena secca: necrosi avascolare

 10.9.3.3.1. Localizzazione
 10.9.3.3.2. Sintomi e trattamento

 10.10. Assistenza post-operatoria dei pazienti con fratture riparate

 10.10.1. Terapia fisica per il trattamento delle fratture dell'ala
 10.10.2. Trattamento del patagio
 10.10.3. Riabilitazione fisica e fisioterapia nei volatili

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