Titolo universitario
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Presentazione
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Modulo 1. Basi della Logopedia e del Linguaggio
1.1 Presentazione del programma e del modulo
1.1.1. Introduzione al programma
1.1.2. Introduzione al modulo
1.1.3. Aspetti previ della lingua
1.1.4. Storia dello studio del linguaggio
1.1.5. Teorie di base del linguaggio
1.1.6. La ricerca nell’acquisizione del linguaggio
1.1.7. Basi neurologiche nello sviluppo del linguaggio
1.1.8. Basi percettive nello sviluppo del linguaggio
1.1.9. Basi sociali e cognitive del linguaggio
1.1.9.1. Introduzione
1.1.9.2. L’importanza dell'imitazione
1.1.10. Conclusioni finali
1.2 Cosa è la logopedia?
1.2.1. La Logopedia
1.2.1.1. Concetto di logopedia
1.2.1.2. Concetto di logopedia
1.2.2. Storia della logopedia
1.2.4. La logopedia nel resto del mondo
1.2.4.1. Importanza del professionista nella logopedia nel resto del mondo
1.2.4.2. Come si chiamano i logopedisti negli altri paesi?
1.2.4.3. È valorizzata la figura del logopedista in altri paesi?
1.2.5. Funzioni del professionista in logopedia
1.2.5.1. Funzioni del logopedista secondo il BOE
1.2.5.2. La realtà della logopedia
1.2.7. La Logopedia forense
1.2.7.1. Considerazioni iniziali
1.2.7.2. Concetto di logopedista forense
1.2.7.3. L’importanza dei logopedisti forensi
1.2.8. L'insegnante di udito e linguaggio
1.2.8.1. Concetto di maestro di udito e linguaggio
1.2.8.2. Aree di lavoro per il maestro di udito e linguaggio
1.2.8.3. Differenze tra il logopedista e il maestro di udito e linguaggio
1.2.10. Conclusioni finali
1.3 Linguaggio, parola e comunicazione
1.3.1. Considerazioni iniziali
1.3.2. Linguaggio, parola e comunicazione
1.3.2.1. Concetto di linguaggio
1.3.2.2. Concetto di parola
1.3.2.3. Concetto di comunicazione
1.3.2.4. In cosa differiscono?
1.3.3. Dimensioni del linguaggio
1.3.3.1. Dimensione formale o strutturale
1.3.3.2. Dimensione funzionale
1.3.3.3. Dimensione comportamentale
1.3.4. Teorie che spiegano lo sviluppo del linguaggio
1.3.4.1. Considerazioni iniziali
1.3.4.2. Teoria del determinismo: Whorf
1.3.4.3. Teoria del conduttismo: Skinner
1.3.4.4. Teoria dell'Innatismo: Chomsky
1.3.4.5. Posizioni interazioniste
1.3.5. Teorie cognitive che spiegano lo sviluppo del linguaggio
1.3.5.1. Piaget
1.3.5.2. Vigotsky
1.3.5.3. Luria
1.3.5.4. Bruner
1.3.6. Influenza dell’ambiente nell’acquisizione del linguaggio
1.3.7. Componenti del linguaggio
1.3.7.1. Fonetica e fonologia
1.3.7.2. Semantica e lessico
1.3.7.3. Morfosintassi
1.3.7.4. Pragmatico
1.3.8. Tappe dello sviluppo del linguaggio
1.3.8.1. Tappa prelinguistica
1.3.8.2. Tappa linguistica
1.3.9. Tabella riassuntiva dello sviluppo normativo del linguaggio
1.3.10. Conclusioni finali
1.4 Disturbi della comunicazione, della parola e del linguaggio
1.4.1. Introduzione all’unità
1.4.2. Disturbi della comunicazione, della parola e del linguaggio
1.4.2.1. Concetto di disturbi della comunicazione
1.4.2.2. Concetto di disturbi della parola
1.4.2.3. Concetto di disturbo del linguaggio
1.4.2.4. In cosa differiscono?
1.4.3. I disturbi della comunicazione
1.4.3.1. Considerazioni iniziali
1.4.3.2. Comorbidità con altri disturbi
1.4.3.3. Tipi di disturbi della comunicazione
1.4.3.3.1. Disturbi della comunicazione sociale
1.4.3.3.2. Disturbi della comunicazione non specificata
1.4.4. I disturbi del linguaggio
1.4.4.1. Considerazioni iniziali
1.4.4.2. Origini delle alterazioni del linguaggio
1.4.4.3. Sintomi di disturbo del linguaggio
1.4.4.3.1. Lieve ritardo
1.4.4.3.2. Ritardo moderato
1.4.4.3.3. Ritardo grave
1.4.4.4. Segnali di avviso dei disturbi della parola
1.4.5. Classificazione dei disturbi della parola
1.4.5.1. Disturbo fonologico o dislalia
1.4.5.2. Disfemia
1.4.5.3. Disglossia
1.4.5.4. Disartria
1.4.5.5. Tachifemia
1.4.5.6. Altri
1.4.6. I disturbi del linguaggio
1.4.6.1. Considerazioni iniziali
1.4.6.2. Origine delle alterazioni linguistiche
1.4.6.3. Condizioni relative a disturbi del linguaggio
1.4.6.4. Segnali di avvertimento nello sviluppo del linguaggio
1.4.7. Tipi di disturbo del linguaggio
1.4.7.1. Difficoltà del linguaggio ricettivo
1.4.7.2. Difficoltà del linguaggio espressivo
1.4.7.3. Difficoltà nel linguaggio ricettivo-espressivo
1.4.8. Classificazione dei disturbi del linguaggio
1.4.8.1. Dall'approccio clinico
1.4.8.2. Dall'approccio educativo
1.4.8.3. Dall'approccio psicolinguistico
1.4.8.4. Dal punto di vista assiologico
1.4.9. Quali competenze sono influenzate in un disturbo linguistico?
1.4.9.1. Abilità sociali
1.4.9.2. Problemi accademici
1.4.9.3. Altre competenze interessate
1.4.10. Tipi di disturbo del linguaggio
1.4.10.1. DSL
1.4.10.2. Afasia
1.4.10.3. Dislessia
1.4.10.4. Disturbo da deficit dell'attenzione/iperattività (ADHD)
1.4.10.5. Altri
1.4.11. Tabella comparativa dello sviluppo tipico e delle alterazioni dello sviluppo
1.5 Strumenti di valutazione logopedica
1.5.1. Introduzione all’unità
1.5.2. Aspetti da evidenziare durante la valutazione logopedica
1.5.2.1. Considerazioni fondamentali
1.5.3. Valutazione della motricità orofacciale: il sistema stomatognatico
1.5.4. Aree di valutazione logopedica per quanto riguarda il linguaggio, l’uso della parola e la comunicazione
1.5.4.1. Anamnesi (colloquio con la famiglia)
1.5.4.2. Valutazione della fase preverbale
1.5.4.3. Valutazione della fonetica e della fonologia
1.5.4.4. Valutazione della morfologia
1.5.4.5. Valutazione della sintassi
1.5.4.6. Valutazione della semantica
1.5.4.7. Valutazione della pragmatica
1.5.5. Classificazione generale dei test più comunemente utilizzati nella valutazione logopedica
1.5.5.1. Scale di sviluppo: introduzione
1.5.5.2. Test di valutazione del linguaggio orale: Introduzione
1.5.6. Scale di sviluppo
1.5.6.1. Scala di sviluppo Brunet-Lézine
1.5.6.2. Inventario di sviluppo Battelle
1.5.6.3. Guida Portage
1.5.6.4. Haizea-Llevant
1.5.6.5. Scala Bayley dello sviluppo infantile
1.5.6.6. Scala McCarthy (Scala delle abilità e della psicomotricità nei bambini)
1.5.7. Test per la valutazione del linguaggio orale
1.5.7.2. Registrazione fonologica indotta da Monfort
1.5.7.3. ITPA
1.5.7.5. PEABODY
1.5.7.7. ELA-R
1.5.7.10. BOEHM
1.5.9. Tabella riassuntiva dei diversi test
1.5.10. Conclusioni finali
1.6 Componenti con cui è necessario disporre di un rapporto logopedico
1.6.1. Introduzione all’unità
1.6.2. Il motivo della valutazione
1.6.2.1. Richiesta o derivazione da parte della famiglia
1.6.2.2. Richiesta o derivazione da parte della scuola o di un centro esterno
1.6.3. Anamnesi
1.6.3.1. Anamnesi della famiglia
1.6.3.2. Riunione con il centro educativo
1.6.3.3. Incontro con gli altri professionisti
1.6.4. L'anamnesi clinica e accademica del paziente
1.6.4.1. Storia clinica
1.6.4.1.1. Sviluppo evolutivo
1.6.4.2. Storia accademica
1.6.5. Situazione dei diversi contesti
1.6.5.1. Situazione del contesto familiare
1.6.5.2. Situazione del contesto sociale
1.6.5.3. Stato del contesto scolastico
1.6.6. Valutazioni professionali
1.6.6.1. Valutazione realizzata dal logopedista
1.6.6.2. Valutazioni di altri professionisti
1.6.6.2.1. Valutazione del terapeuta occupazionale
1.6.6.2.2. Valutazione del professore
1.6.6.2.3. Valutazione dello psicologo
1.6.6.2.4. Altre valutazioni
1.6.7. Risultati delle valutazioni
1.6.7.1. Risultati della valutazione logopedica
1.6.7.2. Risultati di altre valutazioni
1.6.8. Giudizio clinico e/o conclusioni
1.6.8.1. Giudizio del logopedista
1.6.8.2. Giudizio di altri professionisti
1.6.8.3. Giudizio in comune con altri professionisti
1.6.9. Piano di intervento logopedico
1.6.9.1. Obiettivi di intervento
1.6.9.2. Programmi di intervento
1.6.9.3. Linee guida e/o raccomandazioni per la famiglia
1.6.10. Perché è così importante redigere un rapporto logopedico?
1.6.10.1. Considerazioni iniziali
1.6.10.2. Aree in cui un referto logopedico può essere fondamentale
1.7 Programma di intervento logopedico
1.7.1. Introduzione
1.7.1.1. La necessità di sviluppare un programma di intervento logopedico
1.7.2. Cos'è un programma di intervento logopedico?
1.7.2.1. Concetto di programma di intervento
1.7.2.2. Fondamenti del programma di intervento
1.7.2.3. Considerazioni sul programma di intervento logopedico
1.7.3. Aspetti fondamentali per lo sviluppo di un programma di intervento logopedico
1.7.3.1. Caratteristiche del bambino
1.7.4. Pianificazione di intervento logopedico
1.7.4.1. Metodologia di intervento da eseguire
1.7.4.2. Fattori da tenere presenti nella pianificazione dell’intervento
1.7.4.2.1. Attività extrascolastiche
1.7.4.2.2. Età cronologica e corretta del bambino
1.7.4.2.3. Numero di sessioni alla settimana
1.7.4.2.4. Collaborazione da parte della famiglia
1.7.4.2.5. Situazione economica della famiglia
1.7.5. Obiettivi del programma di intervento logopedico
1.7.5.1. Obiettivi generali del programma di intervento logopedico
1.7.5.2. Obiettivi specifici del programma di intervento logopedico
1.7.6. Aree di intervento logopedico e tecniche per il loro intervento
1.7.6.1. Voce
1.7.6.2. Parola
1.7.6.3. Prosodia
1.7.6.4. Linguaggio
1.7.6.5. Lettura
1.7.6.6. Scrittura
1.7.6.7. Orofacciale
1.7.6.8. Comunicazione
1.7.6.9. Udito
1.7.6.10. Respirazione
1.7.7. Materiali e risorse per l'intervento logopedico
1.7.7.1. Proposta di materiali di fabbricazione propria e indispensabile in uno studio di logopedia
1.7.7.2. Proposta di materiali indispensabili sul mercato per uno studio di logopedia
1.7.7.3. Risorse tecnologiche indispensabili per l'intervento logopedico
1.7.8. Metodi di intervento logopedico
1.7.8.1. Introduzione
1.7.8.2. Tipi di metodi di intervento
1.7.8.2.1. Metodi fonologici
1.7.8.2.2. Metodi di intervento clinico
1.7.8.2.3. Metodi semantici
1.7.8.2.4. Metodi comportamentali-logopedici
1.7.8.2.5. Metodi pragmatici
1.7.8.2.6. Metodi medici
1.7.8.2.7. Altri
1.7.8.3. Scelta del metodo di intervento più appropriato per ciascun soggetto
1.7.9. Il team interdisciplinare
1.7.9.1. Introduzione
1.7.9.2. Professionisti che collaborano direttamente con il logopedista
1.7.9.2.1. Psicologi
1.7.9.2.2. Terapisti occupazionali
1.7.9.2.3. Personale docente
1.7.9.2.4. Insegnante di udito e linguaggio
1.7.9.2.5. Altri
1.7.9.3. Il lavoro di questi professionisti nell'intervento logopedico
1.7.10. Conclusioni finali
1.8 Sistemi di comunicazione aumentativa alternativa (CAA)
1.8.1. Introduzione all’unità
1.8.2. Cosa sono i sistemi di CAA?
1.8.2.1. Concetto del sistema aumentativo della comunicazione
1.8.2.2. Concetto del sistema alternativo della comunicazione
1.8.2.3. Somiglianze e differenze
1.8.2.4. Vantaggi dei sistemi di CAA
1.8.2.5. Svantaggi dei sistemi di CAA
1.8.2.6. Come si presentano i sistemi di CAA?
1.8.3. Principi dei sistemi di CAA
1.8.3.1. Principi generali
1.8.3.2. Falsi miti di sistemi di CAA
1.8.4. Come conoscere i sistemi di CAA più appropriati
1.8.5. Prodotti di supporto alla comunicazione
1.8.5.1. Prodotti di supporto di base
1.8.5.2. Prodotti di supporto tecnologico
1.8.6. Strategie e prodotti di supporto per l'accesso
1.8.6.1. La selezione diretta
1.8.6.2. La selezione con mouse
1.8.6.3. L'esplorazione o scansione dipendente
1.8.6.4. La selezione codificata
1.8.7. Tipologie di sistemi di CAA
1.8.7.1. Lingua dei segni
1.8.7.2. La parola complementata
1.8.7.3. PEC
1.8.7.4. Comunicazione bimodale
1.8.7.5. Sistema Bliss
1.8.7.6. Comunicatori
1.8.7.7. Minspeak
1.8.7.8. Sistema Schaeffer
1.8.8. Come promuovere il successo dell'intervento con CAA
1.8.9. Ausili tecnici adattati ad ogni persona
1.8.9.1. Comunicatori
1.8.9.2. Pulsanti
1.8.9.3. Tastiere virtuali
1.8.9.4. Mouse adattati
1.8.9.5. Dispositivi di entrata dell’informazione
1.8.10. Risorse e tecnologie di CAA
1.8.10.1. Costruttore AraBoard
1.8.10.2. Talk up
1.8.10.3. #Soyvisal
1.8.10.4. SPQR
1.8.10.5. Dictapicto
1.8.10.6. AraWord
1.8.10.7. PictoSelector
1.9 La famiglia come parte dell'intervento e del sostegno al bambino
1.9.1. Introduzione
1.9.1.1. L’importanza della famiglia nello sviluppo corretto del bambino
1.9.2. Conseguenze nel contesto familiare di un bambino con sviluppo atipico
1.9.2.1. Difficoltà presenti nell'ambiente più vicino
1.9.3. Problemi di comunicazione nell'ambiente più vicino
1.9.3.1. Barriere di comunicazione che il soggetto trova in casa
1.9.4. L'intervento logopedico diretto verso il modello di intervento incentrato sulla famiglia
1.9.4.1. Concetto di intervento centrato sulla famiglia
1.9.4.2. Come eseguire l'intervento incentrato sulla famiglia
1.9.4.3. L’importanza del modello centrato sulla famiglia
1.9.5. Integrazione della famiglia nell'intervento logopedico
1.9.5.1. Come integrare la famiglia nell'intervento
1.9.5.2. Linee guida per il professionista
1.9.6. Vantaggi dell'integrazione familiare in tutti i contesti del soggetto
1.9.6.1. Vantaggi della coordinazione con i professionisti educativi
1.9.6.2. Vantaggi del coordinamento con i professionisti sanitari
1.9.7. Raccomandazioni per l'ambiente familiare
1.9.7.1. Raccomandazioni per facilitare la comunicazione orale
1.9.7.2. Raccomandazioni per un buon rapporto nell'ambiente familiare
1.9.8. La famiglia come parte chiave della generalizzazione degli obiettivi stabiliti
1.9.8.1. L’importanza della famiglia nella generalizzazione
1.9.8.2. Raccomandazioni per facilitare la generalizzazione
1.9.9. Come posso comunicare con mio figlio?
1.9.9.1. Modifiche nell’ambiente familiare del bambino
1.9.9.2. Suggerimenti e consigli del bambino
1.9.9.3. L'importanza di conservare una scheda di registrazione
1.9.10. Conclusioni
1.10 Lo sviluppo del bambino nel contesto scolastico
1.10.1. Introduzione all’unità
1.10.2. Il coinvolgimento della scuola durante l'intervento logopedico
1.10.2.1. L'influenza della scuola sullo sviluppo del bambino
1.10.2.2. L'importanza del centro nell'intervento logopedico
1.10.3. Gli aiuti scolastici
1.10.3.1. Concetto di aiuto scolastico
1.10.3.2. Chi offre assistenza scolastica nel centro
1.10.3.2.1. Insegnante di udito e linguaggio
1.10.3.2.2. Insegnante di Pedagogia terapeutica (PT)
1.10.3.2.3. Orientatore
1.10.4. Coordinamento con i professionisti del centro educativo
1.10.4.1. Professionisti educativi con i quali il logopedista è coordinato
1.10.4.2. Base per il coordinamento
1.10.4.3. L’importanza del coordinamento nello sviluppo del bambino
1.10.5. Conseguenze del bambino con esigenze educative speciali in classe
1.10.5.1. Come comunica il bambino con gli insegnanti e gli studenti
1.10.5.2. Conseguenze psicologiche
1.10.6. I bisogni scolastici del bambino
1.10.6.1. Tenere conto delle esigenze educative nell'intervento
1.10.6.2. Chi stabilisce le esigenze educative del bambino?
1.10.6.3. Come si stabiliscono
1.10.8. Base metodologica per l'intervento in aula
1.10.8.1. Strategie per promuovere l'integrazione dei bambini
1.10.9. Adattamento curricolare
1.10.8.1. Concetto di adattamento del curriculum
1.10.9.2. Professionisti che lo applicano
1.10.9.3. In che modo il bambino si beneficia di particolari esigenze educative?
1.10.10. Conclusioni
Modulo 2. Dislalie: valutazione, diagnosi e intervento
2.1 Presentazione del modulo
2.1.1. Introduzione
2.2 Introduzione alle dislalie
2.2.1. In cosa consiste la fonetica e la fonologia?
2.2.1.1. Concetti di base
2.2.1.2. I fonemi
2.2.2. Classificazione dei fonemi
2.2.2.1. Considerazioni iniziali
2.2.2.2. Secondo il punto di articolazione
2.2.2.3. Secondo il modo di articolazione
2.2.3. Emissione della parola
2.2.3.1. Aspetti dell'emissione dei suoni
2.2.3.2. I meccanismi coinvolti nella parola
2.2.4. Sviluppo fonologico
2.2.4.1. L'implicazione della coscienza fonologica
2.2.5. Organi che intervengono nell’articolazione dei fonemi
2.2.5.1. Organi di respirazione
2.2.5.2. Organi dell’articolazione
2.2.5.3. Organi della fonazione
2.2.6. Le dislalie
2.2.6.1. Etimologia del termine
2.2.6.2. Concetto di dislalia
2.2.7. La dislalia nell'adulto
2.2.7.1. Considerazioni iniziali
2.2.7.2. Caratteristiche delle dislalie negli adulti
2.2.7.3. Come si differenziano le dislalie infantili dalle dislalie negli adulti?
2.2.8. Comorbidità
2.2.8.1. Comorbidità nelle dislalie
2.2.8.2. Disturbi associati
2.2.9. Prevalenza
2.2.9.1. Considerazioni iniziali
2.2.9.2. Prevalenza delle dislalie nella popolazione prescolare.
2.2.9.3. Prevalenza delle dislalie nella popolazione scolastica
2.2.10. Conclusioni finali
2.3 Eziologia e classificazione delle dislalie
2.3.1. Eziologia delle dislalie
2.3.1.1. Considerazioni iniziali
2.3.1.2. Scarsa competenza motoria
2.3.1.3. Difficoltà respiratorie
2.3.1.4. Mancanza di comprensione o discriminazione uditiva
2.3.1.5. Fattori psicologici
2.3.1.6. Fattori ambientali
2.3.1.7. Fattori ereditari
2.3.1.8. Fattori intellettuali
2.3.2. La classificazione delle dislalie secondo criteri eziologici
2.3.2.1. Dislalie organiche
2.3.2.2. Dislalie funzionali
2.3.2.3. Dislalie evolutive
2.3.2.4. Dislalie audiogene
2.3.3. La classificazione delle dislalie secondo criteri cronologici
2.3.3.1. Considerazioni iniziali
2.3.3.2. Ritardo della parola
2.3.3.3. Dislalia
2.3.4. Classificazione delle dislalie in base al processo fonologico in questione
2.3.4.1. Semplificazione
2.3.4.2. Assimilazione
2.3.4.3. Struttura della sillaba
2.3.5. Classificazione delle dislalie in base al livello linguistico
2.3.5.1. Dislalia fonetica
2.3.5.2. Dislalia fonologica
2.3.5.3. Dislalia mista
2.3.6. La classificazione delle dislalie secondo il fonema coinvolto
2.3.6.1. Otentotismo
2.3.6.2. Fonemi alterati
2.3.7. La classificazione delle dislalie in base al numero di errori e alla loro persistenza
2.3.7.1. Dislalia semplice
2.3.7.2. Dislalie multiple
2.3.7.3. Ritardo della parola
2.3.8. La classificazione delle dislalie in base al tipo di errore
2.3.8.1. Omissione
2.3.8.2. Dipendenza/inserimento
2.3.8.3. Sostituzione
2.3.8.4. Inversioni
2.3.8.5. Distorsione
2.3.8.6. Assimilazione
2.3.9. Classificazione delle dislalie secondo la temporalità
2.3.9.1. Dislalie permanenti
2.3.9.2. Dislalie transitorie
2.3.10. Conclusioni finali
2.4 Processi di valutazione per la diagnosi e il rilevamento delle dislalie
2.4.1. Introduzione alla struttura del processo di valutazione
2.4.2. Anamnesi
2.4.2.1. Considerazioni iniziali
2.4.2.2. Contenuto dell’anamnesi
2.4.2.3. Aspetti da evidenziare dell’anamnesi
2.4.3. L’articolazione
2.4.3.1. Il linguaggio spontaneo
2.4.3.2. Il linguaggio ripetuto
2.4.3.3. Il linguaggio diretto
2.4.4. Motricità
2.4.4.1. Elementi chiave
2.4.4.2. Motricità orofacciale
2.4.4.3. Il tono muscolare
2.4.5. Percezione e discriminazione dell'udito
2.4.5.1. Discriminazione dei suoni
2.4.5.2. Discriminazione dei fonemi
2.4.5.3. Discriminazione delle parole
2.4.6. Gli esempi della parola
2.4.6.1. Considerazioni iniziali
2.4.6.2. Come raccogliere un campione vocale
2.4.6.3. Come fare una registrazione di campioni di parlato
2.4.7. Test standardizzato per la diagnosi e il rilevamento delle dislalie
2.4.7.1. Cosa sono i test standardizzati?
2.4.7.2. Obiettivo dei test standardizzati?
2.4.7.3. Classificazione
2.4.8. Test non standardizzato per la diagnosi delle dislalie
2.4.8.1. Cosa sono i test non standardizzati?
2.4.8.2. Obiettivo dei test non standardizzati
2.4.8.3. Classificazione
2.4.9. Diagnosi differenziale delle dislalie
2.4.10. Conclusioni finali
2.5 Intervento logopedico incentrato sull’utente
2.5.1. Introduzione all’unità
2.5.2. Come stabilire gli obiettivi durante l'intervento
2.5.2.1. Considerazioni generali
2.5.2.2. Qual è l'intervento individuale o di gruppo più efficace?
2.5.2.3. Obiettivi specifici che devono essere presi in considerazione dal logopedista per l'intervento in ciascuna dislalia
2.5.3. Struttura da seguire durante l'intervento delle dislalie
2.5.3.1. Considerazioni iniziali
2.5.3.2. Quale ordine viene seguito nell'intervento delle dislalie?
2.5.3.3. In una dislalia multipla, con quale fonema inizierebbe il logopedista a lavorare e quale sarebbe il motivo?
2.5.4. L’intervento diretto in bambini con dislalia
2.5.4.1. Concetto di intervento diretto
2.5.4.2. In cosa si centra questo intervento?
2.5.4.3. L'importanza dell'intervento diretto nei bambini dislalici
2.5.5. Intervento indiretto nei bambini con dislalia
2.5.5.1. Concetto di intervento indiretto
2.5.5.2. In cosa si centra questo intervento?
2.5.5.3. L'importanza di effettuare interventi indiretti nei bambini dislalici
2.5.6. L'importanza del gioco durante la riabilitazione
2.5.6.1. Considerazioni iniziali
2.5.6.2. Come utilizzare il gioco per la riabilitazione
2.5.6.3. L'adattamento dei giochi ai bambini, necessario o no?
2.5.7. Discriminazione uditiva
2.5.7.1. Considerazioni iniziali
2.5.7.2. Concetto di discriminazione uditiva
2.5.7.3. Quando è il momento giusto, durante l'intervento, di includere la discriminazione uditiva?
2.5.8. La realizzazione di un cronogramma
2.5.8.1. Cos'è un cronogramma?
2.5.8.2. Perché programmare l'intervento logopedico del bambino dislalico?
2.5.8.3. Vantaggi di creare un cronogramma
2.5.9. Requisiti per giustificare le dimissioni
2.5.10. Conclusioni finali
2.6 La famiglia come parte dell'intervento del bambino dislalico
2.6.1. Introduzione all’unità
2.6.2. Problemi di comunicazione con l'ambiente familiare
2.6.2.1. Quali difficoltà trova il bambino dislalico nel suo ambiente familiare nel comunicare?
2.6.3. Conseguenze nella strategia delle dislalie
2.6.3.1. Come influiscono le dislalie nel bambino, in casa
2.6.3.2. Come influiscono le dislalie nella famiglia del bambino
2.6.4. Il coinvolgimento della famiglia nello sviluppo del bambino dislalico
2.6.4.1. L’importanza della famiglia nello sviluppo
2.6.4.2. Come coinvolgere la famiglia nell'intervento
2.6.5. Raccomandazioni per l'ambiente familiare
2.6.5.1. Come comunicare con il bambino dislalico
2.6.5.2. Suggerimenti per trarre beneficio del rapporto a casa
2.6.6. Benefici per implicare la famiglia nell'intervento
2.6.6.1. L’importanza fondamentale della famiglia nella generalizzazione
2.6.6.2. Suggerimenti per aiutare la famiglia a raggiungere la generalizzazione
2.6.7. La famiglia come centro dell'intervento
2.6.7.1. Gli aiuti che possono essere forniti alla famiglia
2.6.7.2. Come si può fornire questo aiuto durante l'intervento?
2.6.8. Il sostegno familiare per il bambino dislalico
2.6.8.1. Considerazioni iniziali
2.6.8.2. Mostrare alle famiglie come supportare il bambino dislalico
2.6.9. Risorse su cui le famiglie possono contare
2.6.10. Conclusioni finali
2.7 Il contesto scolastico come parte dell'intervento del bambino dislalico
2.7.1. Introduzione all’unità
2.7.2. Il coinvolgimento della scuola durante il periodo di intervento
2.7.2.1. L'importanza del coinvolgimento scolastico
2.7.2.2. L'influenza della scuola sullo sviluppo del discorso
2.7.3. Ripercussioni delle dislalie nel contesto scolastico
2.7.3.1. Come possono influire le dislalie nel curriculum
2.7.4. Supporto scolastico
2.7.4.1. Chi li realizza?
2.7.4.2. Come vengono eseguite?
2.7.5. Il coordinamento del logopedista con i professionisti del centro scolastico
2.7.5.1. Con chi si svolge il coordinamento?
2.7.5.2. Orientamenti da seguire per tale coordinamento
2.7.6. Conseguenze in classe del bambino dislalico
2.7.6.1. Comunicazione con i compagni
2.7.6.2. Comunicazione con gli insegnanti
2.7.6.3. Ripercussioni psicologiche nel bambino
2.7.7. Orientamenti
2.7.7.1. Linee guida per la scuola per migliorare l'intervento del bambino
2.7.8. Scuola come un ambiente favorevole
2.7.8.1. Considerazioni iniziali
2.7.8.2. Linee guida di attenzione in aula
2.7.8.3. Linee guida per migliorare l'articolazione in classe
2.7.9. Risorse a disposizione della scuola
2.7.10. Conclusioni finali
2.8 Le prassie buccofonatorie
2.8.1. Introduzione all’unità
2.8.2. Le prassi
2.8.2.1. Concetto di prassie
2.8.2.2. Tipi di prassie
2.8.2.2.1. Prassie ideomotorie
2.8.2.2.2. Prassie ideatorie
2.8.2.2.3. Prassie facciali
2.8.2.2.4. Prassie visocostruttive
2.8.2.3. Classificazione delle prassie secondo l'intenzione. (Junyent Fabregat, 1989)
2.8.2.3.1. Intenzione transitiva
2.8.2.3.2. Obiettivo estetico
2.8.2.3.3. Con carattere simbolico
2.8.3. Frequenza della realizzazione delle prassie orofacciali
2.8.4. Quali prassie sono usate nell'intervento logopedico delle dislalie?
2.8.4.1. Prassie labiali
2.8.4.2. Prassie linguali
2.8.4.3. Prassie per il palato molle
2.8.4.4. Altre prassie
2.8.5. Aspetti che il bambino deve avere per poter eseguire le prassie
2.8.6. Attività per la realizzazione delle diverse prassie facciali
2.8.6.1. Esercizi per le prassie labiali
2.8.6.2. Esercizi per le prassie linguali
2.8.6.3. Esercizi per le prassie del palato molle
2.8.6.4. Altri esercizi
2.8.7. Polemiche attuali sull'uso delle prassie orofacciali
2.8.8. Teorie a favore della realizzazione delle prassie nell'intervento del bambino dislalico
2.8.8.1. Considerazioni iniziali
2.8.8.2. Evidenze scientifiche
2.8.8.3. Studi compartivi
2.8.9. Teorie contro la realizzazione di prassie nell'intervento del bambino dislalico
2.8.9.1. Considerazioni iniziali
2.8.9.2. Evidenze scientifiche
2.8.9.3. Studi compartivi
2.8.10. Conclusioni finali
2.9 Materiali e risorse per l'intervento logopedico delle dislalie Parte I
2.9.1. Introduzione all’unità
2.9.2. Materiali e risorse per la correzione del fonema /p/ in tutte le posizioni
2.9.2.1. Materiale proprio
2.9.2.2. Materiale disponibile sul mercato
2.9.2.3. Risorse tecnologiche
2.9.3. Materiali e risorse per la correzione fonema /s/, in tutte le posizioni
2.9.3.1. Materiale proprio
2.9.3.2. Materiale disponibile sul mercato
2.9.3.3. Risorse tecnologiche
2.9.4. Materiali e risorse per la correzione del fonema /r/, in tutte le posizioni
2.9.4.1. Materiale proprio
2.9.4.2. Materiale disponibile sul mercato
2.9.4.3. Risorse tecnologiche
2.9.5. Materiali e risorse per correggere il fonema /l/ in tutte le posizioni
2.9.5.1. Materiale proprio
2.9.5.2. Materiale disponibile sul mercato
2.9.5.3. Risorse tecnologiche
2.9.6. Materiali e risorse per la correzione del fonema /m/ in tutte le posizioni
2.9.6.1. Materiale proprio
2.9.6.2. Materiale disponibile sul mercato
2.9.6.3. Risorse tecnologiche
2.9.7. Materiali e risorse per correggere il fonema /n/ in tutte le posizioni
2.9.7.1. Materiale proprio
2.9.7.2. Materiale disponibile sul mercato
2.9.7.3. Risorse tecnologiche
2.9.8. Materiali e risorse per la correzione del fonema /d/ in tutte le posizioni
2.9.8.1. Materiale proprio
2.9.8.2. Materiale disponibile sul mercato
2.9.8.3. Risorse tecnologiche
2.9.9. Materiali e risorse per la correzione del fonema /z/ in tutte le posizioni
2.9.9.1. Materiale proprio
2.9.9.2. Materiale disponibile sul mercato
2.9.9.3. Risorse tecnologiche
2.9.10. Materiali e risorse per correggere il fonema /k/ in tutte le posizioni
2.9.10.1. Materiale proprio
2.9.10.2. Materiale disponibile sul mercato
2.9.10.3. Risorse tecnologiche
2.10 Materiali e risorse per l'intervento logopedico delle dislalie Parte II
2.10.1. Materiali e risorse per la correzione del fonema /f/ in tutte le posizioni
2.10.1.1. Materiale proprio
2.10.1.2. Materiale disponibile sul mercato
2.10.1.3. Risorse tecnologiche
2.10.2. Materiali e risorse per correggere il fonema /n/ in tutte le posizioni
2.10.2.1. Materiale proprio
2.10.2.2. Materiale disponibile sul mercato
2.10.2.3. Risorse tecnologiche
2.10.3. Materiali e risorse per la correzione del fonema /g/ in tutte le posizioni
2.10.3.1. Materiale proprio
2.10.3.2. Materiale disponibile sul mercato
2.10.3.3. Risorse tecnologiche
2.10.4. Materiali e risorse per la correzione del fonema /ll/ in tutte le posizioni
2.10.4.1. Materiale proprio
2.10.4.2. Materiale disponibile sul mercato
2.10.4.3. Risorse tecnologiche
2.10.5. Materiali e risorse per la correzione del fonema /b/ in tutte le posizioni
2.10.5.1. Materiale proprio
2.10.5.2. Materiale disponibile sul mercato
2.10.5.3. Risorse tecnologiche
2.10.6. Materiali e risorse per la correzione del fonema /t/ in tutte le posizioni
2.10.6.1. Materiale proprio
2.10.6.2. Materiale disponibile sul mercato
2.10.6.3. Risorse tecnologiche
2.10.7. Materiali e risorse per la correzione del fonema /ch/ in tutte le posizioni
2.10.7.1. Materiale proprio
2.10.7.2. Materiale disponibile sul mercato
2.10.7.3. Risorse tecnologiche
2.10.8. Materiali e risorse per la correzione dei simboli /l/ in tutte le posizioni
2.10.8.1. Materiale proprio
2.10.8.2. Materiale disponibile sul mercato
2.10.8.3. Risorse tecnologiche
2.10.9. Materiali e risorse per la correzione dei simboli /r/ in tutte le posizioni
2.10.9.1. Materiale proprio
2.10.9.2. Materiale disponibile sul mercato
2.10.9.3. Risorse tecnologiche
2.10.10. Conclusioni finali
Modulo 3. Dislessia: Valutazione, diagnosi e intervento
3.1Fondamenti di base sulla lettura e la scrittura
3.1.1. Introduzione
3.1.2. Il cervello
3.1.2.1. Anatomia del cervello
3.1.2.2. Funzionamento cerebrale
3.1.3. Metodi di esplorazione cerebrale
3.1.3.1. Imaging strutturali
3.1.3.2. Imaging funzionale
3. 1.3.3. Imaging di stimolazione
3.1.4. Basi neurobiologiche di lettura e scrittura
3.1.4.1. Processo sensoriali
3.1.4.1.1. Il componente visivo
3.1.4.1.2. Il componente uditiva
3.1.4.2. Processo di lettura
3.1.4.2.1. Decodifica del lettore
3.1.4.2.2. Comprensione della lettura
3.1.4.3. Processo di scrittura
3.1.4.3.1. Codifica scritta
3.1.4.3.2. Costruzione sintattica
3.1.4.3.3. Pianificazione
3.1.4.3.4. L'atto di scrittura
3.1.5. Processo psicolinguistico di lettura e scrittura
3.1.5.1. Processo sensoriali
3.1.5.1.1. Il componente visivo
3.1.5.1.2. Il componente uditiva
3.1.5.2. Processo di lettura
3.1.5.2.1. Decodifica del lettore
3.1.5.2.2. Comprensione della lettura
3.1.5.3. Processo di scrittura
3.1.5.3.1. Codifica scritta
3.1.5.3.2. Costruzione sintattica
3.1.5.3.3. Pianificazione
3.1.5.3.4. L'atto di scrittura
3.1.6. Il cervello dislessico alla luce delle neuroscienze
3.1.7. La lateralità e la lettura
3.1.7.1. Leggere con le mani
3.1.7.2. Manualità e linguaggio
3.1.8. L’integrazione del mondo esterno e della lettura
3.1.8.1. L’attenzione
3.1.8.2. La memoria
3.1.8.3. Le emozioni
3.1.9. Meccanismi chimici coinvolti nella lettura
3.1.9.1. Neurotrasmettitori
3.1.9.2. Sistema limbico
3.1.10. Conclusioni e allegati
3.2. Parla e organizza il tempo e lo spazio per la lettura
3.2.1. Introduzione
3.2.2. La comunicazione
3.2.2.1. Il linguaggio orale
3.2.2.2. Il linguaggio scritto
3.2.3. Rapporti tra il linguaggio orale e il linguaggio scritto
3.2.3.1. Aspetti sintattici
3.2.3.2. Aspetti semantici
3.2.3.3. Aspetti fonologici
3.2.4. Riconoscere le forme e le strutture del linguaggio
3.2.4.1. Linguaggio, parola e scrittura
3.2.5. Sviluppare la parola
3.2.5.1. Il linguaggio orale
3.2.5.2. Prerequisiti linguistici della lettura
3.2.6. Riconoscere le strutture del linguaggio scritto
3.2.6.1. Riconoscere la parola
3.2.6.2. Riconoscere l'organizzazione sequenziale della frase
3.2.6.3. Riconoscere il significato del linguaggio scritto
3.2.7. Strutturare il tempo
3.2.7.1. L'organizzazione temporanea
3.2.8. Strutturare lo spazio
3.2.8.1. Percezione e organizzazione spaziale
3.2.9. Strategie di lettura e apprendimento
3.2.9.1. Fase logografica e metodo globale
3.2.9.2. Tappa alfabetica
3.2.9.3. Fase di ortografia e apprendimento della scrittura
3.2.9.4. Capire per poter leggere
3.2.10. Conclusioni e allegati
3.3. Dislessia
3.3.1. Introduzione
3.3.2. Breve excursus storico del termine dislessia
3.3.2.1. Cronologia
3.3.2.2. Diverse accezioni terminologiche
3.3.3. Approssimazione concettuale
3.3.3.1. Dislessia
3.3.3.1.1. Definizione OMS
3.3.3.1.2. Definizione DSM-IV
3.3.3.1.3. Definizione DSM-V
3.3.4. Altri concetti correlati
3.3.4.1. Concettualizzazione della Disgrafia
3.3.4.2. Concettualizzazione della disortografia
3.3.5. Eziologia
3.3.5.1. Teorie esplicative della dislessia
3.3.5.1.1. Teorie genetiche
3.3.5.1.2. Teorie neurobiologiche
3.3.5.1.3. Teorie linguistiche
3.3.5.1.4. Teorie fonologiche
3.3.5.1.5. Teorie visuali
3.3.6. Tipi di dislessie
3.3.6.1. Dislessia fonologica
3.3.6.2. Dislessia lessicale
3.3.6.3. Dislessia mista
3.3.7. Comorbidità e punti di forza
3.3.7.1. ADH o ADHD
3.3.7.2. Discalculia
3.3.7.3. Disgrafia
3.3.7.4. Sindrome dello stress visivo
3.3.7.5. Lateralità trasversale
3.3.7.6. Capacità elevate
3.3.7.7. Punti di forza
3.3.8. La persona con dislessia
3.3.8.1. Il bambino con dislessia
3.3.8.2. L'adolescente con dislessia
3.3.8.3. L'adulto con dislessia
3.3.9. Ripercussioni psicologiche
3.3.9.1. Il sentimento di ingiustizia
3.3.10. Conclusioni e allegati
3.4Come identificare la persona con dislessia
3.4.1. Introduzione
3.4.2. Segnali di avviso
3.4.2.1. Segni di avvertimento nell'educazione della prima infanzia
3.4.2.2. Segnali di avvertenza nella scuola primaria
3.4.3. Sintomatologia frequente
3.4.3.1. Sintomatologia generale
3.4.3.2. Sintomatologia per fasi
3.4.3.2.1. Tappa infantile
3.4.3.2.2. Tappa scolastica
3.4.3.2.3. Tappa adolescente
3.4.3.2.4. Tappa adulta
3.4.4. Sintomatologia specifica
3.4.4.1. Anomalie nella lettura
3.4.4.1.1. Guasti dei componenti visivi
3.4.4.1.2. Disfunzioni nei processi di decodificazione
3.4.4.1.3. Disfunzioni nei processi di comprensione
3.4.4.2. Disfunzioni nella scrittura
3.4.4.2.1. Disfunzioni nella relazione linguaggio orale-scritto
3.4.4.2.2. Disfunzione nel componente fonologico
3.4.4.2.3. Disfunzioni nei processi di codificazione
3.4.4.2.4. Disfunzione nei processi di costruzione sintattica
3.4.4.2.5. Disfunzione nella pianificazione
3.4.4.3. I processi motori
3.4.4.3.1. Disfunzioni visopercettive
3.4.4.3.2. Disfunzioni visocostruttive
3.4.4.3.3. Disfunzioni visospaziali
3.4.4.3.4. Disfunzioni toniche
3.4.5. Profili di dislessia
3.4.5.1. Profilo dislessia fonologica
3.4.5.2. Profilo di dislessia lessicale
3.4.5.3. Profilo dislessia misto
3.4.6. Profili di disgrafia
3.4.6.1. Profilo di dislessia visopercettiva
3.4.6.2. Profilo dislessia visocostruttiva
3.4.6.3. Profilo dislessia visospaziali
3.4.6.4. Profilo dislessia tonica
3.4.7. Profili di disortografia
3.4.7.1. Profilo disortografia fonologica
3.4.7.2. Profilo di disortografia ortografica
3.4.7.3. Profilo di disortografia sintattica
3.4.7.4. Profilo di disortografia cognitiva
3.4.8. Patologie associative
3.4.8.1. Le patologie secondarie
3.4.9. Dislessia rispetto ad altre alterazioni
3.4.9.1. La diagnosi differenziale
3.4.10. Conclusioni e allegati
3.5. Valutazione e diagnosi
3.5.1. Introduzione
3.5.2. Valutazione dei compiti
3.5.2.1. L'ipotesi diagnostica
3.5.3. Valutazione dei livelli di processo
3.5.3.1. Unità sublessicali
3.5.3.2. Unità lessicali
3.5.3.3. Unità sopralessicali
3.5.4. Valutazione dei processi lettori
3.5.4.1. Il componente visivo
3.5.4.2. Processo di decodifica
3.5.4.3. Processo di comprensione
3.5.5. Valutazione dei processi scrittori
3.5.5.1. Capacità neurobiologiche della componente uditiva
3.5.5.2. Il processo di codificazione
3.5.5.3. Costruzione sintattica
3.5.5.4. Pianificazione
3.5.5.5. L'atto di scrittura
3.5.6. Valutazione della relazione linguaggio orale-scritto
3.5.6.1. Coscienza lessicale
3.5.6.2. Lingua scritta rappresentativa
3.5.7. Altri aspetti da valutare
3.5.7.1. Valutazioni cromosomico
3.5.7.2. Valutazione neurologica
3.5.7.3. Valutazioni cognitive
3.5.7.4. Valutazioni motrici
3.5.7.5. Valutazione visive
3.5.7.6. Valutazioni linguistiche
3.5.7.7. Valutazioni emotive
3.5.7.8. Valutazione scolastiche
3.5.8. Test standardizzati e test di valutazione
3.5.8.1. TALE
3.5.8.2. Prolec
3.5.8.3. DST-J Dislessia
3.5.8.4. Altri test
3.5.9. Il test di Dytective
3.5.9.1. Contenuto
3.5.9.2. Metodologia sperimentale
3.5.9.3. Riassunto dei risultati
3.5.10. Conclusioni e allegati
3.6Intervento in dislessia
3.6.1. Aspetti generali di intervento
3.6.2. Selezione degli obiettivi in base al profilo diagnosticato
3.6.2.1. Analisi dei campioni prelevati
3.6.3. Priorizzazione e sequenziamento degli obiettivi
3.6.3.1. Processo neurobiologico
3.6.3.2. Processo psicolinguistico
3.6.4. Adeguamento degli obiettivi con il contenuto su cui lavorare
3.6.4.1. Dall’obiettivo specifico al contenuto
3.6.5. Proposta di attività per area di intervento
3.6.5.1. Proposte basate sulla componente visiva
3.6.5.2. Proposte basate sulla componente fonologica
3.6.5.3. Proposte basate sulla pratica della lettura
3.6.6. Programmi e strumenti per l’intervento
3.6.6.1. Metodo Orton-Gillingham
3.6.6.2. Programma A.C.O.S
3.6.7. Materiali standardizzati per l'intervento
3.6.7.1. Materiali stampati
3.6.7.2. Altri materiali
3.6.8. Organizzazione degli spazi
3.6.8.1. Lateralizzazione
3.6.8.2. Modalità sensoriale
3.6.8.3. Movimenti oculari
3.6.8.4. Competenze visopercettive
3.6.8.5. La motricità fine
3.6.9. Adattamenti necessari in classe
3.6.9.1. Adattamenti curriculari
3.6.10. Conclusioni e allegati
3.7Dal tradizionale all'innovativo. Nuovo approccio
3.7.1. Introduzione
3.7.2. Educazione tradizionale
3.7.2.1. Una breve descrizione dell'istruzione tradizionale
3.7.3. Educazione attuale
3.7.3.1. L'educazione dei nostri giorni
3.7.4. Il processo di cambiamento
3.7.4.1. Il cambiamento educativo. Dalla sfida alla realtà
3.7.5. Metodologie didattiche
3.7.5.1. Gamification
3.7.5.2. Apprendimento basato su progetti
3.7.5.3. Altro
3.7.6. Cambiamenti nello svolgimento delle sessioni di intervento
3.7.6.1. Applicazione delle nuove modifiche nell'intervento logopedico
3.7.7. Proposta di attività innovative
3.7.7.1. "Il mio diario di viaggio"
3.7.7.2. I punti di forza di ogni studente
3.7.8. Elaborazione dei materiali
3.7.8.1. Suggerimenti e linee guida generali
3.7.8.2. Adattamento dei materiali
3.7.8.3. Creazione del nostro materiale di intervento
3.7.9. L'uso degli strumenti di intervento correnti
3.7.9.1. Applicazioni del sistema operativo Android e iOS
3.7.9.2. Utilizzo del computer
3.7.9.3. La lavagna digitale
3.7.10. Conclusioni e allegati
3.8. Strategie e sviluppo personale della persona con dislessia
3.8.1. Introduzione
3.8.2. Strategie per lo studio
3.8.2.1. Tecniche di studio
3.8.3. Organizzazione e produttività
3.8.3.1. La tecnica del pomodoro
3.8.4. Suggerimenti per affrontare un esame
3.8.5. Strategie per l'apprendimento delle lingue
3.8.5.1. Assestamento della prima lingua
3.8.5.2. Consapevolezza fonologica e morfologica
3.8.5.3. Memoria visiva
3.8.5.4. Comprensione e vocabolario
3.8.5.5. Immersione linguistica
3.8.5.6. L'uso delle TIC
3.8.5.7. Metodologie formali
3.8.6. Sviluppo dei punti di forza
3.8.6.1. Oltre la persona con dislessia
3.8.7. Migliorare il concetto di sé e l'autostima
3.8.7.1. Le competenze sociali
3.8.8. Rimozione dei miti
3.8.8.1. Studente con dislessia. Non sono pigro
3.8.8.2. Altri miti
3.8.9. Celebrità con dislessia
3.8.9.1. Persone conosciute con dislessia
3.8.9.2. Testimonianze reali
3.8.10. Conclusioni e allegati
3.9Linee guida
3.9.1. Introduzione
3.9.2. Linee guida per la persona con dislessia
3.9.2.1. Trattare la diagnosi
3.9.2.2. Linee guida per la vita di tutti i giorni
3.9.2.3. Linee guida per la persona con dislessia come studente
3.9.3. Linee guida per l'ambiente familiare
3.9.3.1. Linee guida per la collaborazione all'intervento
3.9.3.2. Linee guida generali
3.9.4. Linee guida per il contesto educativo
3.9.4.1. Gli adattamenti
3.9.4.2. Misure da adottare per facilitare l'acquisizione di contenuti
3.9.4.3. Linee guida per il superamento degli esami
3.9.5. Linee guida specifiche per gli insegnanti di lingue straniere
3.9.5.1. La sfida dell'apprendimento delle lingue
3.9.6. Linee guida per altri professionisti
3.9.7. Linee guida per la forma dei testi scritti
3.9.7.1. La tipografia
3.9.7.2. La grandezza delle lettere
3.9.7.3. I colori
3.9.7.4. Spazio tra caratteri, linea e paragrafo
3.9.8. Linee guida per il contenuto del testo
3.9.8.1. Frequenza e lunghezza delle parole
3.9.8.2. Semplificazione sintattica
3.9.8.3. Espressioni numeriche
3.9.8.4. L'uso di schemi grafici
3.9.9. Tecnologia per la Scrittura
3.9.10. Conclusioni e allegati
3.10. Il rapporto logopedico nella dislessia
3.10.1. Introduzione
3.10.2. Il motivo della valutazione
3.10.2.1. Derivazione o richiesta della famiglia
3.10.3. Il colloquio
3.10.3.1. Il colloquio familiare
3.10.3.2. Il colloquio con il centro educativo
3.10.4. La storia
3.10.4.1. La Cartella Clinica e lo Sviluppo evolutivo
3.10.4.2. Storia accademica
3.10.5. Il contesto
3.10.5.1. Il contesto sociale
3.10.5.2. Il contesto familiare
3.10.6. Le valutazioni
3.10.6.1. Valutazione psicopedagogica
3.10.6.2. Valutazione logopedica
3.10.6.3. Altre valutazioni
3.10.7. I risultati
3.10.7.1. Risultati della valutazione logopedica
3.10.7.2. Risultati di altre valutazioni
3.10.8. Le conclusioni
3.10.8.1. La diagnosi
3.10.9. Il piano di intervento
3.10.9.1. I bisogni
3.10.9.2. Il programma di intervento logopedico
3.10.10. Conclusioni e allegati
Modulo 4. Disturbo specifico del linguaggio (DSL)
4.1Informazione previa
4.1.1. Presentazione del modulo
4.1.2. Obiettivi del modulo
4.1.3. Evoluzione storica del DSL
4.1.4. L'inizio tardivo del linguaggio vs. DSL
4.1.5. Differenze tra DSL e ritardo linguistico
4.1.6. Differenze tra ASDe DSL
4.1.7. Disturbo specifico del linguaggio vs. Afasia
4.1.8. DSL come fattore che precede i disturbi della lettoscrittura
4.1.9. Intelligenza e disturbo specifico del linguaggio
4.1.10. Prevenzione del disturbo specifico del linguaggio
4.2. Approccio al disturbo specifico del linguaggio
4.2.1. Definizione del DSL1
4.2.2. Caratteristiche generali del DSL
4.2.3. La prevalenza del DSL
4.2.4. Prognosi del DSL
4.2.5. Eziologia del DSL
4.2.6. Classificazione con base clinica del DSL
4.2.7. Classificazione con base empirica dei DSL
4.2.8. Classificazione con base empirico-clinica di DSL
4.2.9. Comorbilità del DSL
4.2.10. Il DSL, non solo una difficoltà nell'acquisizione e nello sviluppo della lingua
4.3Caratteristiche linguistiche nel disturbo specifico del linguaggio
4.3.1. Concetto di competenze linguistiche
4.3.2. Caratteristiche linguistiche generali
4.3.3. Studi linguistici nel DSL in diverse lingue
4.3.4. Alterazioni generali delle competenze linguistiche presentate da persone con DSL
4.3.5. Caratteristiche grammaticali nel DSL
4.3.6. Caratteristiche narrative nel DSL
4.3.7. Caratteristiche pragmatiche nel DSL
4.3.8. Caratteristiche fonetiche e fonologiche a DSL
4.3.9. Caratteristiche lessicali a DSL
4.3.10. Competenze linguistiche conservate nel DSL
4.4. Cambiamenti terminologici
4.4.1. Cambiamenti nella terminologia del DSL
4.4.2. Classificazione secondo il DSM
4.4.3. Modifiche apportate al DSM
4.4.4. Conseguenze dei cambiamenti nella classificazione con DSM
4.4.5. Nuova nomenclatura: il disturbo del linguaggio
4.4.6. Caratteristiche del disturbo del linguaggio
4.4.7. Principali differenze e concordanze tra DSL e DL
4.4.8. Le funzioni esecutive alterate nel DSL
4.4.9. Funzioni esecutive conservate nel DL
4.4.10. Oppositori del cambiamento di terminologia
4.5Valutazione nel disturbo specifico del linguaggio
4.5.1. La valutazione logopedica: Informazioni precedenti
4.5.2. Identificazione precoce del DSL: predittori linguistici
4.5.3. Considerazioni generali da prendere in considerazione nella valutazione logopedica del DSL
4.5.4. Principi di valutazione nei casi di DSL
4.5.5. L'importanza e gli obiettivi della valutazione logopedica del DSL.
4.5.6. Protocolli di valutazione del DSL
4.5.7. Valutazione del linguaggio, le competenze comunicative e le funzioni esecutive nel DSL
4.5.8. Strumenti di valutazione nel DSL
4.5.9. Valutazione interdisciplinare
4.5.10 Diagnosi di DSL
4.6Interventi nel disturbo specifico del linguaggio
4.6.1. L'intervento logopedico
4.6.2. Principi basici di intervento logopedico
4.6.3. Ambienti e agenti di intervento nel DSL
4.6.4. Modello di intervento a livelli
4.6.5. Intervento anticipato in DSL
4.6.6. Importanza degli interventi in DSL
4.6.7. La musicoterapia nell'intervento di DSL
4.6.8. Risorse tecnologiche nell'intervento di DSL
4.6.9. Intervento nelle funzioni esecutive di DSL
4.6.10. Intervento multidisciplinare in DSL
4.7Sviluppo di un programma di intervento logopedico nei bambini con disturbi specifici del linguaggio
4.7.1. Programma di intervento logopedico
4.7.2. Approcci sul DSL per la progettazione di un programma di intervento
4.7.3. Obiettivi e strategie dei programmi di intervento in DSL
4.7.4. Indicazioni da seguire nell'intervento dei bambini con DSL
4.7.5. Trattamento della comprensione
4.7.6. Trattamento dell’espressione nei casi di DSL
4.7.7. Intervento di letto scrittura
4.7.8. Formazione nelle competenze sociali in DSL
4.7.9. Agenti e temporalizzazione nell'intervento nei casi di DSL
4.7.10. I SAAC nell'intervento nei casi di DSL
4.8. La scuola nei casi di disturbi specifici del linguaggio
4.8.1. La scuola nello sviluppo infantile
4.8.2. Conseguenze della scuola nei bambini con DSL
4.8.3. Scolarizzazione dei bambini con DSL
4.8.4. Aspetti da tenere presenti nel processo di intervento scolastico
4.8.5. Obiettivi dell'intervento scolastico nei casi di DSL
4.8.6. Linee guida e strategie per l'intervento in aula con i bambini con DSL
4.8.7. Sviluppo e intervento nelle relazioni sociali all'interno della scuola
4.8.8. Programma dei cortili dinamici
4.8.9. La scuola e il rapporto con altri agenti di intervento
4.8.10. Osservazione e follow-up dell’intervento scolastico
4.9La famiglia e il suo intervento in caso di bambini con disturbi specifici del linguaggio
4.9.1. Conseguenze sull'ambiente familiare di DSL
4.9.2. Modelli di intervento familiare
4.9.3. Considerazioni generali da tenere presente
4.9.4. L’importanza degli interventi familiari in DSL
4.9.5. Orientamento familiare
4.9.6. Strategie comunicative per la famiglia
4.9.7. Bisogni delle famiglie con bambini con DSL
4.9.8. Il logopedista nell'intervento familiare
4.9.9. Obiettivi dell'intervento logopedico familiare a DSL
4.9.10. Follow-up e temporalizzazione dell'intervento familiare a DSL
4.10. Associazioni e guide per sostenere famiglie e scuole di bambini con DSL
4.10.1. Le associazioni dei genitori
4.10.2. Le guide informative
4.10.4. ATELMA
4.10.8. Altre associazioni
4.10.9. Guide sul DSL rivolte al settore educativo
4.10.10. Guide e manuali dirette all’ambito familiare
Modulo 5. Comprendere l'autismo
5.1Sviluppo temporaneo nella sua definizione
5.1.1. Approcci teorici al DSA
5.1.1.1. Principali definizioni
5.1.1.2. Evoluzione storica
5.1.2. Classificazione attuale del disturbo dello spettro autistico
5.1.2.1. Classificazione secondo DSM-IV
5.1.2.2. Definizione DSM-V
5.1.3. Sintomi di disturbi dello spettro autistico
5.1.3.1. Disturbi dello spettro autistico
5.1.3.2. Disturbo di Asperger
5.1.3.3. Disturbo di Rett
5.1.3.4. Disturbo disintegrativo infantile
5.1.3.5. Disturbi generalizzato dello sviluppo
5.1.4. Comorbidità con altre patologie
5.1.4.1. DSA e ADHD (disturbo dell’attenzione) e/o iperattività)
5.1.4.2. DSA e AF (Alto Funzionamento)
5.1.4.3. Altre patologie associate a una percentuale inferiore
5.1.5. Diagnosi differenziale del disturbo dello spettro autistico
5.1.5.1. Disturbi dell'apprendimento non verbale
5.1.5.2. TPNP (disturbo perturbatore non specificato)
5.1.5.3. Disturbo della personalità schizoide
5.1.5.4. Disturbi affettivi e d'ansia
5.1.5.5. Disturbo di Tourette
5.1.5.6. Tabella rappresentativa dei disturbi specificati
5.1.6. Teoria della mente
5.1.6.1. I sensi
5.1.6.2. Prospettive
5.1.6.3. False credenze
5.1.6.4. Stati emotivi complessi
5.1.7. Teoria della coerenza centrale debole
5.1.7.1. Tendenza dei bambini con DSA a focalizzare l'attenzione sui dettagli in relazione al tutto
5.1.7.2. Primo approccio teorico (Frith, 1989)
5.1.7.3. Teoria della coerenza centrale oggi (2006)
5.1.8. Teoria della disfunzione esecutiva
5.1.8.1. Che cosa conosciamo come "funzioni esecutive"?
5.1.8.2. Pianificazione
5.1.8.3. Flessibilità cognitiva
5.1.8.4. Inibizione di risposta
5.1.8.5. Competenze mentaliste
5.1.8.6. Senso dell’attività
5.1.9. Teoria della sistematizzazione
5.1.9.1. Teorie esplicative esposte da Baron-Cohen, S.
5.1.9.2. Tipi di cervelli
5.1.9.3. Quoziente di empatia (QE)
5.1.9.4. Quoziente di sistematizzazione (QS)
5.1.9.5. Quoziente dello spettro autistico (QSA)
5.1.10. Autismo e genetica
5.1.10.1. Cause potenzialmente responsabili del disturbo
5.1.10.2. Cromosomopatie e alterazioni genetiche
5.1.10.3. Ripercussioni sulla comunicazione
5.2. Screening
5.2.1. Indicatori principali nello screening precoce
5.2.1.1. Segnali di avviso
5.2.1.2. Segnali di allarme
5.2.2 Ambito comunicativo nel disturbo dello spettro autistico
5.2.2.1. Aspetti da considerare
5.2.2.2. Segnali di allarme
5.2.3. Area sensomotoria
5.2.3.1. Il processo sensoriale
5.2.3.2. Le disfunzioni nell'integrazione sensoriale
5.2.4. Sviluppo sociale
5.2.4.1. Persistenti difficoltà nell'interazione sociale
5.2.4.2. Modelli di comportamento limitati
5.2.5. Processo di valutazione
5.2.5.1. Scale di sviluppo
5.2.5.2. Test e questionari per i genitori
5.2.5.3. Test standardizzati per la valutazione professionale
5.2.6. Raccolta di dati
5.2.6.1. Strumenti utilizzati per lo screening
5.2.6.2. Notifica dei casi. M-CHAT
5.2.6.3. Test e test standardizzati
5.2.7. Osservazione durante la sessione
5.2.7.1. Aspetti da tenere in considerazione durante la sessione
5.2.8. Diagnosi finale
5.2.8.1. Procedure da seguire
5.2.8.2. Piano terapeutico proposto
5.2.9. Preparazione del processo di intervento
5.2.9.1. Strategie di intervento sull'autismo nella prima infanzia
5.2.10. Scala per il rilevamento della sindrome di Asperger
5.2.10.1. Scala autonoma per l'individuazione della sindrome di Asperger e dell'autismo ad alto funzionamento (AF)
5.3. Identificazione di difficoltà specifiche
5.3.1. Protocollo da seguire
5.3.1.1. Fattori da tenere presente
5.3.2. Valutazione dei bisogni in base all'età e al livello di sviluppo
5.3.2.1. Protocollo per l’identificazione da 0-3 anni
5.3.2.2. Questionario M-CHAT-R. (16-30 mesi)
5.3.2.3. Intervista di follow-up M-CHAT-R/F
5.3.3. Campi di intervento
5.3.3.1. Valutazione dell'efficacia dell'intervento psicoeducativo
5.3.3.2. Raccomandazioni di linee guida di pratica clinica
5.3.3.3. Principali aree di lavoro potenziali
5.3.4. Area cognitiva
5.3.4.1. Scala delle abilità mentali
5.3.4.2. Che cos'è? Come si applica questa scala nell'autismo?
5.3.5. Aree della comunicazione
5.3.5.1. Abilità comunicative nell'autismo
5.3.5.2. Identificare la domanda in base al livello di sviluppo
5.3.5.3. Tabelle comparative dello sviluppo con autismo e sviluppo normotipo
5.3.6. Disturbi alimentari
5.3.6.1. Tabella delle intolleranze
5.3.6.2. Avversione alle texture
5.3.6.3. Disturbi alimentari nell'autismo
5.3.7. Area sociale
5.3.7.1. SCERTS (Social-Communication, Emotional Regulation and Transactional Support)
5.3.8. Autonomia personale
5.3.8.1. Terapia della vita quotidiana
5.3.9. Valutazione delle competenze
5.3.9.1. Punti di forza
5.3.9.2. Intervento basato sul sostegno
5.3.10. Programmi di intervento specifici
5.3.10.1. Casi di studio e risultati
5.3.10.2. Discussione clinica
5.4. Comunicazione e linguaggio nel disturbo dello spettro autistico
5.4.1. Fasi nello sviluppo del linguaggio
5.4.1.1. Tabella comparativa dello sviluppo del linguaggio in pazienti con e senza autismo
5.4.1.2. Sviluppo specifico del linguaggio nei bambini autistici
5.4.2. Deficit di comunicazione nell'autismo
5.4.2.1. Aspetti da considerare nelle prime fasi di sviluppo
5.4.2.2. Tabella esplicativa con i fattori da tenere in considerazione durante le prime fasi di lavoro
5.4.3. Autismo e patologia del linguaggio
5.4.3.1. Sda e disfasia
5.4.4. Educazione preventiva
5.4.4.1. Introduzione allo sviluppo prenatale del bambino
5.4.5. Da 0 a 3 anni
5.4.5.1. Scale di sviluppo
5.4.5.2. Attuazione e monitoraggio dei Piani di Intervento Individualizzati (PII)
5.4.6. Metodologia del CAT
5.4.6.1. Scuola dell'infanzia
5.4.7. Da 3 a 6 anni
5.4.7.1. Scolarizzazione in centri ordinari
5.4.7.2. Coordinamento del professionista con il follow-up da parte del pediatra e del neuropediatra
5.4.7.3. Abilità comunicative da sviluppare in questa fascia d'età
5.4.7.4. Aspetti da considerare
5.4.8. Età scolare
5.4.8.1. Principali aspetti da considerare
5.4.8.2. Comunicazione aperta con il personale docente
5.4.8.3. Tipi di scolarizzazione
5.4.9. Ambiente educativo
5.4.9.1. Bullismo
5.4.9.2. Impatto emotivo
5.4.10. Segnali di allarme
5.4.10.1. Linee guida per l'azione
5.4.10.2. Risoluzione di conflitti
5.5. Sistemi di comunicazione
5.5.1. Strumenti disponibili
5.5.1.1. Strumenti TIC per bambini con autismo
5.5.1.2. Sistemi della comunicazione aumentativa e alternativa (ACC)
5.5.2. Modelli di intervento sulla comunicazione
5.5.2.1. Comunicazione facilitata (FC)
5.5.2.2. Approccio comportamentale verbale (VB)
5.5.3. Sistemi di comunicazione alternativi e/o aumentativi
5.5.3.1. PEC´s (Picture Exchange Communication System)
5.5.3.2. Sistema vocale a segno totale Benson Schaeffer
5.5.3.3. Lingua dei segni
5.5.3.4. Sistema bimodale
5.5.4. Terapie alternative
5.5.4.1. Insieme delle terapie
5.5.4.2. Medicine Alternative
5.5.4.3. Psicoterapia
5.5.5. Scelta del sistema
5.5.5.1. Fattori da tenere presente
5.5.5.2. Processo decisionale
5.5.6. Scala degli obiettivi e delle priorità da sviluppare
5.5.6.1. Valutazione, sulla base delle risorse a disposizione dell'allievo, del sistema più adatto alle sue capacità
5.5.7. Identificazione del sistema appropriato
5.5.7.1. Implementiamo il sistema di comunicazione o la terapia più appropriata tenendo conto dei punti di forza del paziente
5.5.8. Implementazione
5.5.8.1. Pianificazione e strutturazione delle sessioni
5.5.8.2. Durata e tempi
5.5.8.3. Evoluzione e stima degli obiettivi a breve termine
5.5.9. Monitoraggio
5.5.9.1. Valutazione longitudinale
5.5.9.2. Rivalutazione nel tempo
5.5.10. Adattamento nel tempo
5.5.10.1. Ristrutturazione degli obiettivi sulla base dei bisogni richiesti
5.5. 10.2. Adattamento dell'intervento in base ai risultati ottenuti
5.6. Elaborazione di un programma di intervento
5.6.1. Individuazione dei bisogni e degli obiettivi
5.6.1.1. Strategie di intervento nella prima infanzia
5.6.1.2. Modello Denver
5.6.2. Analisi degli obiettivi in base ai livelli di sviluppo
5.6.2.1. Programma d'intervento per il rafforzamento della comunicazione e del linguaggio
5.6.3. Sviluppo di comportamenti comunicativi preverbali
5.6.3.1 Analisi comportamentale applicata
5.6.4. Revisione della letteratura su teorie e programmi sull'autismo infantile
5.6.4.1. Studi scientifici con gruppi di bambini con autismo
5.6.4.2. Risultati e conclusioni finali basati sui programmi proposti
5.6.5. Età scolare
5.6.5.1. Inclusione educativa
5.6.5.2. La lettura globale come facilitatore dell'integrazione in classe
5.6.6. Età adulta
5.6.6.1. Come intervenire/supportare in età adulta
5.6.6.2. Sviluppo di un programma specifico
5.6.7. Intervento comportamentale
5.6.7.1. Analisi comportamentale applicata (ABA)
5.6.7.2. Addestramento con prove separate
5.6.8. Intervento combinato
5.6.8.1. Il modello TEACCH
5.6.9. Sostegno all'integrazione universitaria di individui con autismo di I grado
5.6.9.1. Buone pratiche per il sostegno agli studenti dell'istruzione superiore
5.6.10. Sostegno comportamentale positivo
5.6.10.1. Struttura del programma
5.6.10.2. Linee guida da seguire per l'esecuzione del metodo
5.7. Materiali e risorse educative
5.7.1. Cosa possiamo fare come logopedisti?
5.7.1.1. Il professionista ha un ruolo attivo nello sviluppo e nel continuo adattamento dei materiali
5.7.2. Elenco delle risorse e dei materiali adattati
5.7.2.1. Cosa devo considerare?
5.7.2.2. Brainstorming
5.7.3. Metodi
5.7.3.1. Approccio teorico ai metodi più comunemente utilizzati
5.7.3.2. Funzionalità. Tabella comparativa con i metodi presentati
5.7.4. Programma TEACHH
5.7.4.1. Principi educativi basati su questo metodo
5.7.4.2. Le caratteristiche dell'autismo come base per l'apprendimento strutturato
5.7.5. Programma INMER
5.7.5.1. Base fondamentale del programma. Funzione principale
5.7.5.2. Sistema di immersione nella realtà virtuale per persone con autismo
5.7.6. Apprendimento mediato dalle TIC
5.7.6.1. Software per l'insegnamento delle emozioni
5.7.6.2. Applicazioni che favoriscono lo sviluppo del linguaggio
5.7.7. Elaborazione dei materiali
5.7.7.1. Fonti utilizzate
5.7.7.2. Banche di immagini
5.7.7.3. Banche di pittogrammi
5.7.7.4. Materiali consigliati
5.7.8. Risorse gratuite a supporto dell'apprendimento
5.7.8.1. Elenco delle pagine di rinforzo con i programmi per rafforzare l'apprendimento
5.7.9. SPC
5.7.9.1. Accesso al sistema di comunicazione pittografico
5.7.9.2. Metodologia
5.7.9.3. Funzione principale
5.7.10. Implementazione
5.7.10.1. Scegliere il programma giusto
5.7.10.2. Elenco dei vantaggi e degli svantaggi
5.8. Adattare l'ambiente allo studente con Disturbo dello Spettro Autistico
5.8.1. Considerazioni generali da tenere in considerazione
5.8.1.1. Possibili difficoltà nella routine quotidiana
5.8.2. Implementazione di supporti visivi
5.8.2.1. Linee guida da avere in casa per l'adattamento
5.8.3. Adattamento in classe
5.8.3.1. Insegnamento inclusivo
5.8.4. Ambiente naturale
5.8.4.1. Linee guida generali per la risposta educativa
5.8.5. Intervento nei disturbi dello spettro autistico e in altri gravi disturbi della personalità
5.8.6. Adattamenti curriculari del centro
5.8.6.1. Gruppi a carattere eterogeneo
5.8.7. Adattamento delle esigenze curriculari individuali
5.8.7.1. Adattamento curriculare individuale
5.8.7.2. Limitazioni
5.8.8. Adattamenti curricolari in classe
5.8.8.1. Insegnamento cooperativo
5.8.8.2. Apprendimento cooperativo
5.8.9. Risposte educative alle diverse esigenze richieste
5.8.9.1. Strumenti da tenere in considerazione per un insegnamento efficace
5.8.10. Rapporto con l'ambiente sociale e culturale
5.8.10.1. Abitudini-autonomia
5.8.10.2. Comunicazione e socializzazione
5.9Contesto scolastico
5.9.1. Adattamento in classe
5.9.1.1. Fattori da tenere presente
5.9.1.2. Adattamento curricolare
5.9.2. Inclusione scolastica
5.9.2.1. Tutti noi facciamo la differenza
5.9.2.2. Come possiamo aiutare con il nostro ruolo di logopedisti
5.9.3. Caratteristiche degli studenti con autismo
5.9.3.1. Interessi limitati
5.9.3.2. Sensibilità al contesto e ai vincoli contestuali
5.9.4. Caratteristiche degli studenti con Asperger
5.9.4.1. Potenzialità
5.9.4.2. Difficoltà e ripercussioni a livello emotivo
5.9.4.3. Rapporto con il gruppo dei pari
5.9.5. Collocazione dell'allievo in classe
5.9.5.1. Fattori da tenere in considerazione per una corretta prestazione dell'allievo
5.9.6. Materiali e supporti da tenere in considerazione
5.9.6.1. Supporto esterno
5.9.6.2. L'insegnante come elemento di supporto all'interno della classe
5.9.7. Valutazione dei tempi di completamento dei compiti
5.9.7.1. Applicazione di strumenti come anticipatori o timer
5.9.8. Tempi di inibizione
5.9.8.1. Riduzione dei comportamenti inappropriati grazie al supporto visivo
5.9.8.2. Schede visive
5.9.8.3. Tempi di pausa
5.9.9. Ipo e ipersensibilità
5.9.9.1. Ambiente acustico
5.9.9.2. Situazioni che generano stress
5.9.10. Anticipazione di situazioni di conflitto
5.9.10.1. Ritorno a scuola. Orario di arrivo e di partenza
5.9.10.2. Mensa
5.9.10.3. Vacanze
5.10Considerazioni da tenere a mente con le famiglie
5.10.1. Fattori di condizionamento dello stress e dell'ansia genitoriale
5.10.1.1. Come avviene il processo di adattamento della famiglia?
5.10.1.2. Preoccupazioni comuni
5.10.1.3. Gestione dell’Ansia
5.10.2. Informazioni per i genitori sul sospetto diagnostico
5.10.2.1. Comunicazione aperta
5.10.2.2. Linee guida per la gestione dello stress
5.10.3. Documentazione di valutazione per i genitori
5.10.3.1. Strategie per la gestione del sospetto di autismo nella prima infanzia
5.10.3.2. PED: Domande sui problemi di sviluppo dei genitori
5.10.3.3. Valutazione della situazione e creazione di un legame di fiducia con i genitori
5.10.4. Risorse multimediali
5.10.4.1. Tabella delle risorse liberamente disponibili
5.10.5. Associazioni dei familiari di persone con autismo
5.10.5.1. Elenco delle associazioni riconosciute e proattive
5.10.6. Terapia e sviluppo adeguato
5.10.6.1. Aspetti da considerare per lo scambio di informazioni
5.10.6.2. Costruire l'empatia
5.10.6.3. Creazione di un circolo di fiducia tra terapeuta, parenti e paziente
5.10.7. Restituire la diagnosi e il follow-up ai diversi professionisti della salute
5.10.7.1. Logopedista nel suo ruolo attivo e dinamico
5.10.7.2. Contatto con le diverse aree sanitarie
5.10.7.3. L'importanza di mantenere una linea comune
5.10.8. Genitori; come intervenire con il/la bambino/a?
5.10.8.1. Suggerimenti e linee guida
5.10.8.2. Sollievo per le famiglie
5.10.9. Generare esperienze positive nell'ambiente familiare
5.10.9.1. Consigli pratici per rinforzare le esperienze piacevoli nell'ambiente familiare
5.10.9.2. Suggerimenti per attività che generino esperienze positive
5.10.10. Siti web di interesse
5.10.10.1. Link utili
Modulo 6. Le sindromi genetiche
6.1. Introduzione alle sindromi genetiche
6.1.1. Introduzione all’unità
6.1.2. La genetica
6.1.2.1. Concetto di genetica
6.1.2.2. Geni e cromosomi
6.1.3. L'evoluzione della genetica
6.1.3.1. Basi della genetica
6.1.3.2. I pionieri della genetica
6.1.4. Concetti base di genetica
6.1.4.1. Genotipo e fenotipo
6.1.4.2. Il genoma
6.1.4.3. Il DNA
6.1.4.4. L’RNA
6.1.4.5. Il codice genetico
6.1.5. Le leggi di Mendel
6.1.5.1. 1ª legge di Mendel
6.1.5.2. 2ª legge di Mendel
6.1.5.3. 3ª legge di Mendel
6.1.6. Le mutazioni
6.1.6.1. Cosa sono le mutazioni?
6.1.6.2. Livelli di mutazioni
6.1.6.3. Tipi di mutazioni
6.1.7. Concetto di sindrome
6.1.8. Classificazione
6.1.9. Le sindromi più frequenti
6.1.10. Conclusioni finali
6.2. Sindrome di Down
6.2.1. Introduzione all’unità
6.2.1.1. Storia della sindrome di Down
6.2.2. Concetto di sindrome di Down
6.2.2.1. Cos’è la Sindrome di Down?
6.2.2.2. Genetica della sindrome di Down
6.2.2.3. Alterazioni cromosomiche nella sindrome di Down
6.2.2.2.1. Trisomia 21
6.2.2.2.2. Traslocazione cromosomica
6.2.2.2.3. Mosaicismo o trisomia a mosaico
6.2.2.4. Prognosi della sindrome di Down
6.2.3. Eziologia
6.2.3.1. L’origine della sindrome di Down
6.2.4. Prevalenza
6.2.4.2. Prevalenza della sindrome di Down in vari Paesi
6.2.5. Caratteristiche della sindrome di Down
6.2.5.1. Caratteristiche fisiche
6.2.5.2. Caratteristiche dello sviluppo del linguaggio e della comunicazione
6.2.5.3. Caratteristiche dello sviluppo motorio
6.2.6. Comorbidità della sindrome di Down
6.2.6.1. Che cos'è la comorbilità?
6.2.6.2. La comorbilità nella sindrome di Down
6.2.6.3. Disturbi associati
6.2.7. Diagnosi e valutazione della sindrome di Down
6.2.7.1. La diagnosi della sindrome di Down
6.2.7.1.1. Dove si svolge
6.2.7.1.2. Chi la realizza
6.2.7.1.3. Quando può essere effettuata?
6.2.7.2. Valutazione del linguaggio parlato nella sindrome di Down
6.2.7.2.1. Anamnesi
6.2.7.2.2. Aree da tenere in considerazione
6.2.8. Intervento basato sulla logopedia
6.2.8.1. Aspetti da considerare
6.2.8.2. Definizione degli obiettivi di intervento
6.2.8.3. Materiale per la riabilitazione
6.2.8.4. Risorse da utilizzare
6.2.9. Linee guida
6.2.9.1. Linee a da considerare da parte della persona con sindrome di Down
6.2.9.2. Linee guida da considerare per la famiglia
6.2.9.3. Linee guida per il contesto educativo
6.2.9.4. Risorse e associazioni
6.2.10. Il team interdisciplinare
6.2.10.1. L’importanza del team interdisciplinare
6.2.10.2. Logopedia
6.2.10.3. Terapia occupazionale
6.2.10.4. Fisioterapia
6.2.10.5. Psicologia
6.3Sindrome di Hunter
6.3.1. Introduzione all’unità
6.3.1.1. Storia della sindrome di Hunter
6.3.2. Concetto di sindrome di Hunter
6.3.2.1. Cos’è la Sindrome di Hunter?
6.3.2.2. Genetica della sindrome di Hunter
6.3.2.3. Prognosi della sindrome di Hunter
6.3.3. Eziologia
6.3.3.1. L’origine della sindrome di Hunter
6.3.4. Prevalenza
6.3.4.2. La Sindrome di Hunter in altri Paesi
6.3.5. Effetti principali
6.3.5.1. Caratteristiche fisiche
6.3.5.2. Caratteristiche dello sviluppo del linguaggio e della comunicazione
6.3.5.3. Caratteristiche dello sviluppo motorio
6.3.6. Comorbidità della sindrome di Hunter
6.3.6.1. Che cos'è la comorbilità?
6.3.6.2. La comorbilità nella sindrome di Hunter
6.3.6.3. Disturbi associati
6.3.7. Diagnosi e valutazione della sindrome di Hunter
6.3.7.1. La diagnosi della sindrome di Hunter
6.3.7.1.1. Dove si svolge
6.3.7.1.2. Chi la realizza
6.3.7.1.3. Quando può essere effettuata?
6.3.7.2. Valutazione logopedica nella sindrome di Hunter
6.3.7.2.1. Anamnesi
6.3.7.2.2. Aree da tenere in considerazione
6.3.8. Intervento basato sulla logopedia
6.3.8.1. Aspetti da considerare
6.3.8.2. Definizione degli obiettivi di intervento
6.3.8.3. Materiale per la riabilitazione
6.3.8.4. Risorse da utilizzare
6.3.9. Linee guida
6.3.9.1. Linee da considerare da parte della persona con sindrome di Hunter
6.3.9.2. Linee guida da considerare per la famiglia
6.3.9.3. Linee guida per il contesto educativo
6.3.9.4. Risorse e associazioni
6.3.10. Il team interdisciplinare
6.3.10.1. L’importanza del team interdisciplinare
6.3.10.2. Logopedia
6.3.10.3. Terapia occupazionale
6.3.10.4. Fisioterapia
6.3.10.5. Psicologia
6.4. Sindrome dell’X Fragile
6.4.1. Introduzione all’unità
6.4.1.1. Storia della sindrome dell’X Fragile
6.4.2. Concetto di sindrome dell’X Fragile
6.4.2.1. Cos’è la Sindrome dell’X Fragile?
6.4.2.2. Genetica della sindrome dell’X Fragile
6.4.2.3. Prognosi della sindrome dell’X Fragile
6.4.3. Eziologia
6.4.3.1. L'origine della sindrome dell’X Fragile
6.4.4. Prevalenza
6.4.4.2. La Sindrome dell’X Fragile in vari Paesi
6.4.5. Effetti principali
6.4.5.1. Caratteristiche fisiche
6.4.5.2. Caratteristiche dello sviluppo del linguaggio e della comunicazione
6.4.5.3. Caratteristiche nello sviluppo dell'intelligenza e dell'apprendimento
6.4.5.4. Caratteristiche sociali, emotive e comportamentali
6.4.5.5. Caratteristiche sensoriali
6.4.6. Comorbidità della sindrome dell’X Fragile
6.4.6.1. Che cos'è la comorbilità?
6.4.6.2. La comorbilità della sindrome dell’X Fragile
6.4.6.3. Disturbi associati
6.4.7. Diagnosi e valutazione della sindrome di X Fragile
6.4.7.1. La diagnosi della sindrome dell’X Fragile
6.4.7.1.1. Dove si svolge
6.4.7.1.2. Chi la realizza
6.4.7.1.3. Quando può essere effettuata?
6.4.7.2. Valutazione logopedica della sindrome dell’X Fragile
6.4.7.2.1. Anamnesi
6.4.7.2.2. Aree da tenere in considerazione
6.4.8. Intervento basato sulla logopedia
6.4.8.1. Aspetti da considerare
6.4.8.2. Definizione degli obiettivi di intervento
6.4.8.3. Materiale per la riabilitazione
6.4.8.4. Risorse da utilizzare
6.4.9. Linee guida
6.4.9.1. Linee da considerare da parte della persona con sindrome dell’X Fragile
6.4.9.2. Linee guida da considerare per la famiglia
6.4.9.3. Linee guida per il contesto educativo
6.4.9.4. Risorse e associazioni
6.4.10. Il team interdisciplinare
6.4.10.1. L’importanza del team interdisciplinare
6.4.10.2. Logopedia
6.4.10.3. Terapia occupazionale
6.4.10.4. Fisioterapia
6.5. Sindrome di Rett
6.5.1. Introduzione all’unità
6.5.1.1. Storia della sindrome di Rett
6.5.2. Concetto di sindrome di Rett
6.5.2.1. Cos’è la Sindrome di Rett?
6.5.2.2. Genetica della Sindrome di Rett
6.5.2.3. Prognosi della Sindrome di Rett
6.5.3. Eziologia
6.5.3.1. L’origine della Sindrome di Rett
6.5.4. Prevalenza
6.5.4.2. La Sindrome di Rett in vari Paesi
6.5.4.3. Fasi dello Sviluppo della sindrome di Rett
6.5.4.2.1. Fase I: stadio di insorgenza precoce
6.5.4.2.2. Fase II: fase di distruzione accelerata
6.5.4.2.3. Fase III: fase di stabilizzazione o pseudo-stazionaria
6.5.4.2.4. Fase IV: Stadio di deterioramento motorio tardivo
6.5.5. Comorbidità della sindrome di Rett
6.5.5.1. Che cos'è la comorbilità?
6.5.5.2. La comorbilità nella sindrome di Rett
6.5.5.3. Disturbi associati
6.5.6. Effetti principali
6.5.6.1. Introduzione
6.5.6.2. Caratteristiche fisiche tipiche
6.5.6.3. Caratteristiche cliniche
6.5.7. Diagnosi e valutazione della sindrome di Rett
6.5.7.1. La diagnosi della sindrome di Rett
6.5.7.1.1. Dove si svolge
6.5.7.1.2. Chi la realizza
6.5.7.1.3. Quando può essere effettuata?
6.5.7.2. Valutazione logopedica nella sindrome di Rett
6.5.7.2.1. Anamnesi
6.5.7.2.2. Aree da tenere in considerazione
6.5.8. Intervento basato sulla logopedia
6.5.8.1. Aspetti da considerare
6.5.8.2. Definizione degli obiettivi di intervento
6.5.8.3. Materiale per la riabilitazione
6.5.8.4. Risorse da utilizzare
6.5.9. Linee guida
6.5.9.1. Linee da considerare da parte della persona con sindrome di Rett
6.5.9.2. Linee guida da considerare per la famiglia
6.5.9.3. Linee guida per il contesto educativo
6.5.9.4. Risorse e associazioni
6.5.10. Il team interdisciplinare
6.5.10.1. L’importanza del team interdisciplinare
6.5.10.2. Logopedia
6.5.10.3. Terapia occupazionale
6.5.10.4. Fisioterapia
6.6. Sindrome Smith-Magenis
6.6.1. Sindrome di Smith-Magenis
6.6.1.1. Introduzione
6.6.1.2. Concetto
6.6.2. Eziologia
6.6.3. Epidemiologia
6.6.4. Sviluppo per fasi
6.6.4.1. Lattanti (fino a 2 anni)
6.6.4.2. Infanzia (da 2 a 12 anni)
6.6.4.2.1. Adolescenza ed età adulta (A partire dai 12 anni)
6.6.5. Diagnosi differenziale
6.6.6. Caratteristiche cliniche, cognitive, comportamentali e fisiche della sindrome di Smith-Magenis
6.6.6.1. Caratteristiche cliniche
6.6.6.2. Caratteristiche cognitive e comportamentali
6.6.6.3. Caratteristiche fisiche
6.6.7. Valutazione logopedica della sindrome di Smith-Magens
6.6.8. Intervento logopedico nella sindrome di Smith-Magens
6.6.8.1. Considerazioni generali per l'avvio dell'intervento
6.6.8.2. Fasi del processo di intervento
6.6.8.3. Aspetti comunicativi dell'intervento
6.6.9. Esercizi logopedici per la sindrome di Smith-Magenis
6.6.9.1. Esercizi di stimolazione uditiva: suoni e parole
6.6.9.2. Esercizi per promuovere le strutture grammaticali
6.6.9.3. Esercizi per aumentare il vocabolario
6.6.9.4. Esercizi per migliorare l'uso della lingua
6.6.9.5. Esercizi di problem solving e ragionamento
6.6.10. Associazioni per aiutare i pazienti e le famiglie con la sindrome di Smith-Magenis
6.7. Sindrome di Williams
6.7.1. Sindrome di Williams
6.7.1.1. Storia della sindrome di Williams
6.7.1.2. Concetto di sindrome di Williams
6.7.2. Eziologia della sindrome di Williams
6.7.3. Epidemiologia della sindrome di Williams
6.7.4. Diagnosi della sindrome di Williams
6.7.5. Valutazione logopedica della sindrome di Williams
6.7.6. Caratteristiche della sindrome di Williams
6.7.6.1. Aspetti medici
6.7.6.2. Caratteristiche del viso
6.7.6.3. Iperacusia
6.7.6.4. Caratteristiche neuroanatomiche
6.7.6.5. Caratteristiche del linguaggio
6.7.6.5.1. Sviluppo precoce del linguaggio
6.7.6.5.2. Caratteristiche del linguaggio nella SW a partire dai 4 anni di età
6.7.6.6. Caratteristiche socio-emotive nella sindrome di Williams
6.7.7. Intervento logopedico nella cura precoce dei bambini con sindrome di Williams
6.7.8. Intervento logopedico in fase scolare in bambini con sindrome di Williams
6.7.9. Intervento logopedico negli adulti con la sindrome di Williams
6.7.10. Associazioni
6.8. Sindrome di Angelman
6.8.1. Introduzione all’unità
6.8.1.1. Storia della sindrome di Angelman
6.8.2. Concetto di sindrome di Angelman
6.8.2.1. Cos’è la Sindrome di Angelman?
6.8.2.2. Genetica della sindrome di Angelman
6.8.2.3. Prognosi della sindrome di Angelman
6.8.3. Eziologia
6.8.3.1. L’origine della sindrome di Angelman
6.8.4. Prevalenza
6.8.4.2. La Sindrome di Angelman in vari Paesi
6.8.5. Effetti principali
6.8.5.1. Introduzione
6.8.5.2. Manifestazioni della sindrome di Angelman
6.8.5.3. Manifestazioni poco frequenti
6.8.6. Comorbilità della sindrome di Angelman
6.8.6.1. Che cos'è la comorbilità?
6.8.6.2. La comorbilità nella sindrome di Angelman
6.8.6.3. Disturbi associati
6.8.7. Diagnosi e valutazione della sindrome di Angelman
6.8.7.1. La diagnosi della sindrome di Angelman
6.8.7.1.1. Dove si svolge
6.8.7.1.2. Chi la realizza
6.8.7.1.3. Quando può essere effettuata?
6.8.7.2. Valutazione logopedica nella sindrome di Angelman
6.8.7.2.1. Anamnesi
6.8.7.2.2. Aree da tenere in considerazione
6.8.8. Intervento basato sulla logopedia
6.8.8.1. Aspetti da considerare
6.8.8.2. Definizione degli obiettivi di intervento
6.8.8.3. Materiale per la riabilitazione
6.8.8.4. Risorse da utilizzare
6.8.9. Linee guida
6.8.9.1. Linee da considerare da parte della persona con Angelman
6.8.9.2. Linee guida da considerare per la famiglia
6.8.9.3. Linee guida per il contesto educativo
6.8.9.4. Risorse e associazioni
6.8.10. Il team interdisciplinare
6.8.10.1. L’importanza del team interdisciplinare
6.8.10.2. Logopedia
6.8.10.3. Terapia occupazionale
6.8.10.4. fisioterapia
6.9. La distrofia di Duchenne
6.9.1. Introduzione all’unità
6.9.1.1. Storia della distrofia di Duchenne
6.9.2. Concetto di distrofia di Duchenne
6.9.2.1. Cos'è la distrofia di Duchenne?
6.9.2.2. Genetica della distrofia di Duchenne
6.9.2.3. Prognosi della distrofia di Duchenne
6.9.3. Eziologia
6.9.3.1. L'origine della distrofia di Duchenne
6.9.4. Prevalenza
6.9.4.1. Prevalenza della distrofia di Duchenne in vari Paesi
6.9.5. Effetti principali
6.9.5.1. Introduzione
6.9.5.2. Manifestazioni cliniche della distrofia di Duchenne
6.9.5.2.1. Ritardo nell’uso della parola
6.9.5.2.2. Problemi comportamentali
6.9.5.2.3. Debolezza muscolare
6.9.5.2.4. Rigidità
6.9.5.2.5. Lordosi
6.9.5.2.6. Disfunzione respiratoria
6.9.5.3. Sintomi della Distrofia di Duchenne più frequenti
6.9.6. Comorbilità della distrofia di Duchenne
6.9.6.1. Che cos'è la comorbilità?
6.9.6.2. La comorbilità della distrofia di Duchenne
6.9.6.3. Disturbi associati
6.9.7. Diagnosi e valutazione della distrofia di Duchenne
6.9.7.1. La diagnosi della distrofia di Duchenne
6.9.7.1.1. Dove si svolge
6.9.7.1.2. Chi la realizza
6.9.7.1.3. Quando può essere effettuata?
6.9.7.2. Valutazione logopedica della distrofia di Duchenne
6.9.7.2.1. Anamnesi
6.9.7.2.2. Aree da tenere in considerazione
6.9.8. Intervento basato sulla logopedia
6.9.8.1. Aspetti da considerare
6.9.8.2. Definizione degli obiettivi di intervento
6.9.8.3. Materiale per la riabilitazione
6.9.8.4. Risorse da utilizzare
6.9.9. Linee guida
6.9.9.1. Linee da considerare da parte della persona con la distrofia di Duchenne
6.9.9.2. Linee guida da considerare per la famiglia
6.9.9.3. Linee guida per il contesto educativo
6.9.9.4. Risorse e associazioni
6.9.10. Il team interdisciplinare
6.9.10.1. L’importanza del team interdisciplinare
6.9.10.2. Logopedia
6.9.10.3. Terapia occupazionale
6.9.10.4. fisioterapia
6.10. Sindrome di Usher
6.10.1. Introduzione all’unità
6.10.1.1. Storia della sindrome di Usher
6.10.2. Concetto di sindrome di Usher
6.10.2.1. Cos’è la Sindrome di Usher?
6.10.2.2. Genetica della sindrome di Usher
6.10.2.3. Tipologia della sindrome Usher
6.10.2.3.1. Tipo I
6.10.2.3.2. Tipo II
6.10.2.3.3. Tipo III
6.10.2.4. Prognosi della sindrome di Usher
6.10.3. Eziologia
6.10.3.1. L’origine della sindrome di Usher
6.10.4. Prevalenza
6.10.4.2. La Sindrome di Usher in vari Paesi
6.10.5. Effetti principali
6.10.5.1. Introduzione
6.10.5.2. Manifestazioni frequenti della sindrome di Usher
6.10.5.3. Manifestazioni poco frequenti
6.10.6. Comorbilità della sindrome di Usher
6.10.6.1. Che cos'è la comorbilità?
6.10.6.2. La comorbilità nella sindrome di Usher
6.10.6.3. Disturbi associati
6.10.7. Diagnosi e valutazione della sindrome di Usher
6.10.7.1. La diagnosi della sindrome di Usher
6.10.7.1.1. Dove si svolge
6.10.7.1.2. Chi la realizza
6.10.7.1.3. Quando può essere effettuata?
6.10.7.2. Valutazione logopedica nella sindrome di Usher
6.10.7.2.1. Anamnesi
6.10.7.2.2. Aree da tenere in considerazione
6.10.8. Intervento basato sulla logopedia
6.10.8.1. Aspetti da considerare
6.10.8.2. Definizione degli obiettivi di intervento
6.10.8.3. Materiale per la riabilitazione
6.10.8.4. Risorse da utilizzare
6.10.9. Linee guida
6.10.9.1. Linee da considerare per la persona con Usher
6.10.9.2. Linee guida da considerare per la famiglia
6.10.9.3. Linee guida per il contesto educativo
6.10.9.4. Risorse e associazioni
6.10.10. Il team interdisciplinare
6.10.10.1. L’importanza del team interdisciplinare
6.10.10.2. Logopedia
6.10.10.3. Terapia occupazionale
6.10.10.4. fisioterapia
Modulo 7. Disfemia e/o balbuzie: valutazione, diagnosi e intervento
7.1. Introduzione al modulo
7.1.2. Presentazione del modulo
7.2. Disfemia o balbuzie
7.2.1. Storia della balbuzie
7.2.2. Balbuzie
7.2.2.1. Concetto di balbuzie
7.2.2.2. Sintomatologia della balbuzie
7.2.2.2.1. Manifestazioni linguistiche
7.2.2.2.2. Manifestazioni comportamentali
7.2.2.3. Manifestazioni corporee
7.2.2.3.1. Caratteristiche della balbuzie
7.2.3. Classificazione
7.2.3.1. Balbuzie tonica
7.2.3.2. Balbuzie clonica
7.2.3.3. Balbuzie mista
7.2.4. Altri disturbi specifici della scorrevolezza del linguaggio
7.2.5. Sviluppo del disturbo
7.2.5.1. Considerazioni iniziali
7.2.5.2. Livelli di sviluppo e gravità
7.2.5.2.1. Fase iniziale
7.2.5.2.2. Balbuzie borderline
7.2.5.2.3. Balbuzie iniziale
7.2.5.2.4. Balbuzie intermedia
7.2.5.2.5. Balbuzie avanzata
7.2.6. Comorbidità
7.2.6.1. Comorbilità nella disfemia
7.2.6.2. Disturbi associati
7.2.7. Prognosi di guarigione
7.2.7.1. Considerazioni iniziali
7.2.7.2. Fattori chiave
7.2.7.3. La prognosi in base al momento dell'intervento
7.2.8. L'incidenza e la prevalenza della balbuzie
7.2.8.1. Considerazioni iniziali
7.2.9. Eziologia della balbuzie
7.2.9.1. Considerazioni iniziali
7.2.9.2. Fattori fisiologici
7.2.9.3. Fattori genetici
7.2.9.4. Fattori ambientali
7.2.9.5. Fattori psicosociali
7.2.9.6. Fattori linguistici
7.2.10. Segnali di allarme
7.2.10.1. Considerazioni iniziali
7.2.10.2. Quando valutare?
7.2.10.3. È possibile prevenire il disturbo?
7.3. Valutazione della disfemia
7.3.1. Introduzione all’unità
7.3.2. Disfemie o disfluenze normali?
7.3.2.1. Considerazioni iniziali
7.3.2.2. Quali sono le disfluenze normali?
7.3.2.3. Differenze tra disfemie e disfluenze normali
7.3.2.4. Quando agire?
7.3.3. Obiettivi della valutazione
7.3.4. Metodi di valutazione
7.3.4.1. Considerazioni iniziali
7.3.4.2. Schema del metodo di valutazione
7.3.5. Raccolta di informazioni
7.3.5.1. Colloquio con i genitori
7.3.5.2. Raccolta di informazioni rilevanti
7.3.5.3. La storia clinica
7.3.6. Raccolta di informazioni aggiuntive
7.3.6.1. Questionari per i genitori
7.3.6.2. Questionari per i professori
7.3.7. Valutazione del bambino
7.3.7.1. Osservazione del bambino
7.3.7.2. Questionario per il bambino
7.3.7.3. Profilo di interazione genitore-bambino
7.3.8. Diagnosi
7.3.8.1. Giudizio clinico sulle informazioni raccolte
7.3.8.2. Prognosi
7.3.8.3. Tipo di trattamento
7.3.8.4. Obiettivi del trattamento
7.3.9. Restituzione
7.3.9.1. Restituzione delle informazioni ai genitori
7.3.9.2. Informare il bambino dei risultati
7.3.9.3. Spiegare il trattamento al bambino
7.3.10. Criteri diagnostici
7.3.10.1. Considerazioni iniziali
7.3.10.2. Fattori che possono influenzare la fluidità del discorso
7.3.10.2.1. Comunicazione
7.3.10.2.2. Difficoltà nello sviluppo del linguaggio
7.3.10.2.3. Interazioni interpersonali
7.3.10.2.4. Cambiamenti
7.3.10.2.5. Richieste eccessive
7.3.10.2.6. Autostima
7.3.10.2.7. Risorse sociali
7.4. Intervento logopedico centrato sul paziente con disfemia: trattamento diretto
7.4.1. Introduzione all’unità
7.4.2. Trattamento diretto
7.4.2.1. Caratteristiche del trattamento
7.4.2.2. Competenze del terapeuta
7.4.3. Obiettivi della terapia
7.4.3.1. Obiettivi con il bambino
7.4.3.2. Obiettivi con i genitori
7.4.3.3. Obiettivi con l'insegnante
7.4.4. Obiettivi con il bambino: controllo del linguaggio
7.4.4.1. Obiettivi
7.4.4.2. Tecniche di controllo del linguaggio
7.4.5. Obiettivi con il bambino: gestione dell'ansia
7.4.5.1. Obiettivi
7.4.5.2. Tecniche per la gestione dell'ansia
7.4.6. Obiettivi con il bambino: controllo del pensiero
7.4.6.1. Obiettivi
7.4.6.2. Tecniche di controllo del pensiero
7.4.7. Obiettivi con il bambino: controllo delle emozioni
7.4.7.1. Obiettivi
7.4.7.2. Tecniche di gestione delle emozioni
7.4.8. Obiettivi con il bambino: abilità sociali e capacità di comunicazione
7.4.8.1. Obiettivi
7.4.8.2. Tecniche per favorire le abilità sociali e comunicative
7.4.9. Generalizzazione e manutenzione
7.4.9.1. Obiettivi
7.4.9.2. Tecniche di generalizzazione e manutenzione
7.4.10. Raccomandazioni per la dimissione del paziente
7.5. Intervento logopedico centrato sul paziente con disfemia: programma Lidcombe di intervento precoce
7.5.1. Introduzione all’unità
7.5.2. Sviluppo del programma
7.5.2.1. Chi l'ha sviluppata
7.5.2.2. Dove è stato sviluppato
7.5.3. È davvero efficace?
7.5.4. Le basi del programma Lindcombe
7.5.4.1. Considerazioni iniziali
7.5.4.2. Età di implementazione
7.5.5. Componenti essenziali
7.5.5.1. Contingenze verbali dei genitori
7.5.5.2. Misure per la balbuzie
7.5.5.3. Trattamento in conversazioni strutturate e non strutturate
7.5.5.4. Mantenimento programmato
7.5.6. Valutazione
7.5.6.1. Valutazione sulla base del programma Lindcombe
7.5.7. Fasi del programma Lindcombe
7.5.7.1. Fase 1
7.5.7.2. Fase 2
7.5.8. Frequenza delle sessioni
7.5.8.1. Visite settimanali dallo specialista
7.5.9. L’individualizzazione nel programma Lindcombe
7.5.10. Conclusioni finali
7.6. L'intervento logopedico per i bambini disfemia: una proposta di esercizi
7.6.1. Introduzione all’unità
7.6.2. Esercizi di controllo del linguaggio
7.6.2.1. Risorse di elaborazione propria
7.6.2.2. Risorse disponibili in commercio
7.6.2.3. Risorse tecnologiche
7.6.3. Esercizi per la gestione dell'ansia
7.6.3.1. Risorse di elaborazione propria
7.6.3.2. Risorse disponibili in commercio
7.6.3.3. Risorse tecnologiche
7.6.4. Esercizi di controllo del pensiero
7.6.4.1. Risorse di elaborazione propria
7.6.4.2. Risorse disponibili in commercio
7.6.4.3. Risorse tecnologiche
7.6.5. Esercizi di gestione delle emozioni
7.6.5.1. Risorse di elaborazione propria
7.6.5.2. Risorse disponibili in commercio
7.6.5.3. Risorse tecnologiche
7.6.6. Esercizi per migliorare le abilità sociali e comunicative
7.6.6.1. Risorse di elaborazione propria
7.6.6.2. Risorse disponibili in commercio
7.6.6.3. Risorse tecnologiche
7.6.7. Esercizi che favoriscono la generalizzazione
7.6.7.1. Risorse di elaborazione propria
7.6.7.2. Risorse disponibili in commercio
7.6.7.3. Risorse tecnologiche
7.6.8. Come utilizzare gli esercizi in modo appropriato
7.6.9. Tempo di esecuzione per ogni esercizio
7.6.10. Conclusioni finali
7.7. La famiglia come agente di intervento e sostegno del bambino affetto da disfemia
7.7.1. Introduzione all’unità
7.7.2. L'importanza della famiglia nello sviluppo del bambino con disfemia
7.7.3. Difficoltà di comunicazione che il bambino con disfemia riscontra in casa
7.7.4. In che modo le difficoltà di comunicazione nell'ambiente familiare influenzano il bambino con disfemia?
7.7.5. Tipi di intervento con i genitori
7.7.5.1. Intervento precoce. (Breve panoramica)
7.7.5.2. Trattamento diretto. (Breve panoramica)
7.7.6. Intervento precoce con i genitori
7.7.6.1. Sessioni di orientamento
7.7.6.2. Pratica quotidiana
7.7.6.3. Registri comportamentali
7.7.6.4. Modifica del comportamento
7.7.6.5. Organizzazione dell'ambiente
7.7.6.6. Struttura di una sessione
7.7.6.7. Casi speciali
7.7.7. Trattare direttamente con i genitori
7.7.7.1. Modificare atteggiamenti e comportamenti
7.7.7.2. Adattare il linguaggio alle difficoltà del bambino
7.7.7.3. Pratica quotidiana a casa
7.7.8. Vantaggi dell'integrazione familiare nell'intervento
7.7.8.1. In che modo il coinvolgimento della famiglia va a vantaggio del bambino?
7.7.9. La famiglia come strumento di generalizzazione
7.7.9.1. L’importanza della famiglia nella generalizzazione
7.7.10. Conclusioni finali
7.8. La scuola come agente di intervento e sostegno per il bambino affetto da disfemia
7.8.1. Introduzione all’unità
7.8.2. Il coinvolgimento della scuola durante il periodo di intervento
7.8.2.1. L'importanza del coinvolgimento scolastico
7.8.2.2. L'influenza della scuola sullo sviluppo del bambino con disfemia
7.8.3. Intervento in base alle esigenze dell'allievo
7.8.3.1. L'importanza di tenere conto delle esigenze dello studente con disfemia
7.8.3.2. Come stabilire le esigenze dell'alunno?
7.8.3.3. Chi è responsabile dello sviluppo dei bisogni dell'allievo?
7.8.4. Conseguenze in classe del bambino con disfemia
7.8.4.1. Comunicazione con i compagni
7.8.4.2. Comunicazione con gli insegnanti
7.8.4.3. Ripercussioni psicologiche nel bambino
7.8.5. Supporto scolastico
7.8.5.1. Chi li realizza?
7.8.5.2. Come vengono eseguite?
7.8.6. Il coordinamento del logopedista con i professionisti del centro scolastico
7.8.6.1. Con chi si svolge il coordinamento?
7.8.6.2. Orientamenti da seguire per tale coordinamento
7.8.7. Orientamenti
7.8.7.1. Linee guida per la scuola per migliorare l'intervento del bambino
7.8.7.2. Linee guida per la scuola per migliorare l'autostima del bambino
7.8.7.3. Linee guida per la scuola per migliorare le abilità sociali del bambino
7.8.8. Scuola come un ambiente favorevole
7.8.9. Risorse a disposizione della scuola
7.8.10. Conclusioni finali
7.9. Associazioni e fondazioni
7.9.1. Introduzione all’unità
7.9.2. Come possono le associazioni aiutare le famiglie?
7.9.3. Il ruolo chiave delle associazioni di balbuzienti per le famiglie
7.9.4. L'aiuto delle associazioni e delle fondazioni di balbuzie per i professionisti della salute e dell'educazione
7.9.6. Associazioni e Fondazioni per la balbuzie nel mondo
7.9.5.1. Associazione argentina balbuzienti (AAB)
7.9.5.1.1. Informazioni sull'associazione
7.9.5.1.2. Dati di contatto
7.9.7. Siti web con informazioni generali sulla balbuzie
7.9.7.2. Fondazione Americana della Balbuzie
7.9.6.1.1. Dati di contatto
7.9.7.3. Spazio per la logopedia
7.9.6.2.1. Dati di contatto
7.9.8. Blog informativi sulla balbuzie
7.9.8.1. Blog tematico
7.9.8.1.1. Dati di contatto
7.9.9. Riviste logopediche in cui è possibile reperire informazioni
7.9.8.1. Riviste di spazio per la logopedia
7.9.8.1.1. Dati di contatto
7.9.8.2. Rivista di Neurologia
7.9.8.2.1. Dati di contatto
7.9.9. Conclusioni finali
7.10Allegati
7.10.2. Esempio di anamnesi per la valutazione della disfemia
7.10.3. Questionario sulla fluidità per i genitori
7.10.4. Questionario genitoriale sulle risposte emotive alla balbuzie
7.10.5. Registri per i genitori
7.10.6. Questionario sulla fluidità per i professori
7.10.7. Tecniche di rilassamento
7.10.7.1. Istruzioni per il logopedista
7.10.7.2. Tecniche di rilassamento adattate per i bambini
7.10.9. Discriminazione subita dalle persone balbuzienti
7.10.10. Verità e miti sulla balbuzie
Modulo 8. La disartria in età infantile e adolescenziale
8.1Considerazioni iniziali
8.1.1. Introduzione al modulo
8.1.1.1. Presentazione del modulo
8.1.2. Obiettivi del modulo
8.1.3. Storia delle disartrie
8.1.4. Prognosi delle disartrie nell'infanzia e nell’Adolescenza
8.1.4.1. Prognosi dello sviluppo infantile nei bambini con disartrie
8.1.4.1.1. Sviluppo del linguaggio nei bambini con disartria
8.1.4.1.2. Sviluppo dell’uso della parola nei bambini con disartria
8.1.5. Assistenza precoce nella disartria
8.1.5.1. Che cos'è l'intervento precoce?
8.1.5.2. In che modo l'assistenza precoce aiuta la disartria?
8.1.5.3. L'importanza dell'assistenza precoce nell'intervento sulla disartria
8.1.6. La prevenzione della disartria
8.1.6.1. Come si può prevenire?
8.1.6.2. Esistono programmi di prevenzione?
8.1.7. Neurologia nella disartria
8.1.7.1. Le implicazioni neurologiche nella disartria
8.1.7.1.1. Nervi cranici e produzione vocale
8.1.7.1.2. Nervi cranici coinvolti nella coordinazione fonorespiratoria
8.1.7.1.3. Integrazione motoria del cervello legata al linguaggio
8.1.8. Disartria vs. Aprassia
8.1.8.1. Introduzione all’unità
8.1.8.2. Aprassia del linguaggio
8.1.8.2.1. Concetto di aprassia del linguaggio
8.1.8.2.2. Caratteristiche dell'aprassia verbale
8.1.8.3. Differenza tra disartria e aprassia verbale
8.1.8.3.1. Tabella di classificazione
8.1.8.4. Relazione tra disartria e aprassia verbale
8.1.8.4.1. Esiste una relazione tra i due disturbi?
8.1.8.4.2. Somiglianze tra i due disturbi
8.1.9. Disartria e dislalia
8.1.9.1. Cosa sono le dislalie? (Breve panoramica)
8.1.9.2. Differenza tra disartria e dislalia
8.1.9.3. Somiglianze tra i due disturbi
8.1.10. L’afasia e la disartria
8.1.10.1. Che cos'è l'afasia? (Breve panoramica)
8.1.10.2. Differenza tra disartria e afasia dell'infanzia
8.1.10.3. Analogie tra disartria e afasia dell'infanzia
8.2. Caratteristiche generali della disartria
8.2.1. Concettualizzazione
8.2.1.1. Concetto di disartria
8.2.1.2. Sintomatologia delle disartrie
8.2.2. Caratteristiche generali della disartria
8.2.3. Classificazione delle disartrie in base alla sede della lesione provocata
8.2.3.1. Disartria dovuta a disturbi del motoneurone superiore
8.2.3.1.1. Caratteristiche del discorso
8.2.3.1.2. Disartria dovuta ai disturbi del motoneurone inferiore
8.2.3.1.2.1. Caratteristiche del discorso
8.2.3.1.3. Disartria dovuta a disturbi cerebellari
8.2.3.1.3.1. Caratteristiche del discorso
8.2.3.1.4. Disartria dovuta a disturbi extrapiramidali
8.2.3.1.4.1. Caratteristiche del discorso
8.2.3.1.5. Disartria dovuta a disturbi di sistemi motori multipli
8.2.3.1.5.1. Caratteristiche del discorso
8.2.4. Classificazione in base alla sintomatologia
8.2.4.1. Disartria spastica
8.2.4.1.1. Caratteristiche del discorso
8.2.4.2. Disartria flaccida
8.2.4.2.1. Caratteristiche del discorso
8.2.4.3. Disartria atassica
8.2.4.3.1. Caratteristiche del discorso
8.2.4.4. Disartria discinetica
8.2.4.4.1. Caratteristiche del discorso
8.2.4.5. Disartria mista
8.2.4.5.1. Caratteristiche del discorso
8.2.4.6. Disartria spastica
8.2.4.6.1. Caratteristiche del discorso
8.2.5. Classificazione in base all'assunzione articolatoria
8.2.5.1. Disartria generalizzata
8.2.5.2. Stato disartrico
8.2.5.3. Residui disartrici
8.2.6. Eziologia della disartria giovanile
8.2.6.1. Lesione cerebrale
8.2.6.2. Tumori cerebrali
8.2.6.3. Incidente cerebrale
8.2.6.4. Altre cause
8.2.6.5. Farmaci
8.2.7. Prevalenza della disartria in età infantile e adolescenziale
8.2.7.1. Prevalenza attuale della disartria
8.2.7.2. Variazione della prevalenza nel corso degli anni
8.2.8. Caratteristiche linguistiche della disartria
8.2.8.1. Esistono difficoltà linguistiche nei bambini con disartria?
8.2.8.2. Caratteristiche delle alterazioni
8.2.9. Caratteristiche del linguaggio nella disartria
8.2.9.1. Esistono disturbi della produzione vocale nei bambini con disartria?
8.2.9.2. Caratteristiche delle alterazioni
8.2.10. Semiologia delle disartrie
8.2.10.1. Come individuare la disartria?
8.2.10.2. Segni e sintomi rilevanti della disartria
8.3. La classificazione della disartria
8.3.1 Altri disturbi nei bambini con disartria
8.3.1.1. Alterazioni motorie
8.3.1.2. Alterazioni psicologiche
8.3.1.3. Alterazioni comunicative
8.3.1.4. Alterazione nelle relazioni sociali
8.3.2. La paralisi cerebrale infantile
8.3.2.1. Concetto di paralisi cerebrale
8.3.2.2. La disartria nella paralisi cerebrale infantile
8.3.2.2.2.1 Conseguenze della disartria nelle lesioni cerebrali acquisite
8.3.2.3. La disfagia
8.3.2.3.1. Concetto di disfagia
8.3.2.3.2. La disartria in relazione alla disfagia
8.3.2.3.3. Conseguenze della disartria nelle lesioni cerebrali acquisite
8.3.3. Il danno cerebrale acquisito
8.3.3.1. Concetto di danno cerebrale acquisito
8.3.3.2. La disartria in relazione alla lesione cerebrale acquisita
8.3.3.2.1. Conseguenze della disartria nelle lesioni cerebrali acquisite
8.3.4. La sclerosi multipla
8.3.4.1. Concetto di sclerosi multipla
8.3.4.2. La disartria nella sclerosi multipla
8.3.4.2.1. Conseguenze della disartria nelle lesioni cerebrali acquisite
8.3.5. Lesione cerebrale acquisita nell'infanzia
8.3.5.1. Concetto di danno cerebrale acquisito nell’infanzia
8.3.5.2. Disartria nella lesione cerebrale acquisita infantile
8.3.5.2.1. Conseguenze della disartria nelle lesioni cerebrali acquisite
8.3.6. Conseguenze psicologiche nei bambini disartrici
8.3.6.1. Come influisce la disartria sullo sviluppo psicologico del bambino?
8.3.6.2. Aspetti psicologici interessati
8.3.7. Conseguenze sociali nei bambini disartrici
8.3.7.1. Influisce sullo sviluppo sociale dei bambini disartrici?
8.3.8. Implicazioni per le interazioni comunicative nei bambini disartrici
8.3.8.1. In che modo la disartria influisce sulla comunicazione?
8.3.8.2. Aspetti comunicativi interessati
8.3.9. Conseguenze sociali nei bambini disartrici
8.3.9.1. In che modo la disartria influisce sulle relazioni sociali?
8.3.10. Conseguenze economiche
8.3.10.1. Intervento professionale e costo economico per la famiglia
8.4. Altre classificazioni delle disartrie nell'età dell’Infanzia e dell’Adolescenza
8.4.1. La valutazione logopedica e la sua importanza nei bambini con disartria
8.4.1.1. Perché valutare i casi di disartria da parte del logopedista?
8.4.1.2. Perché valutare i casi di disartria da parte del logopedista?
8.4.2. Valutazione clinica logopedica
8.4.3. Valutazione e processo diagnostico
8.4.3.1. Storia clinica
8.4.3.2. Analisi documentale
8.4.3.3. Intervista ai parenti
8.4.4. Analisi diretta
8.4.4.1. Esame neurofisiologico
8.4.4.2. Esame del nervo trigemino
8.4.4.3. Esame del nervo accessorio
8.4.4.4. Esame del nervo glossofaringeo
8.4.4.5. Esame del nervo facciale
8.4.4.5.1. Esame del nervo ipoglosso
8.4.4.5.2. Esame del nervo accessorio
8.4.5. Esame percettivo
8.4.5.1. Analisi della respirazione
8.4.5.2. Risonanza
8.4.5.3. Controllo motorio orale
8.4.5.4. Articolazione
8.4.6. Altri aspetti da valutare
8.4.6.1. Intelligibilità
8.4.6.2. Discorso automatico
8.4.6.3. Lettura
8.4.6.4. Prosodia
8.4.6.5. Analisi dell'intelligibilità/severità
8.4.7. Valutazione del bambino disartrico nel contesto familiare
8.4.7.1. Persone da intervistare per la valutazione del contesto familiare
8.4.7.2. Aspetti rilevanti nel colloquio
8.4.7.2.1. Alcune domande importanti da porre durante il colloquio con la famiglia
8.4.7.3. Importanza della valutazione nel contesto familiare
8.4.8. Valutazione del bambino disartrico nel contesto scolastico
8.4.8.1. Professionisti da intervistare nel contesto scolastico
8.4.8.1.1. Il tutor
8.4.8.1.2. L'insegnante di lingua e udito
8.4.8.1.3. Il counselor del centro scolastico
8.4.8.2. L'importanza della valutazione scolastica nei bambini con disartria
8.4.9. Valutazione dei bambini disartrici da parte di altri operatori sanitari
8.4.9.1. L'importanza della valutazione congiunta
8.4.9.2. Valutazione Neurologica
8.4.9.3. Valutazione fisioterapica
8.4.9.4. Valutazione otorinolaringoiatrica
8.4.9.5. Valutazione psicologica
8.4.10. Diagnosi differenziale
8.4.10.1. Come effettuare la diagnosi differenziale nei bambini con disartria?
8.4.10.2. Considerazioni nella definizione della diagnosi differenziale
8.5. Caratteristiche delle disartrie
8.5.1. L'importanza dell'intervento nella disartria infantile
8.5.1.1. Conseguenze per i bambini affetti da disartria
8.5.1.2. Sviluppo della disartria attraverso l'intervento
8.5.2. Obiettivi dell'intervento per i bambini con disartria
8.5.2.1. Obiettivi generali nella disartria
8.5.2.1.1. Obiettivi psicologici
8.5.2.1.2. Obiettivi motori
8.5.3. Metodi di intervento
8.5.4. Fasi da eseguire durante l'intervento
8.5.4.1. Concordare il modello di intervento
8.5.4.2. Stabilire la sequenza e la tempistica dell'intervento
8.5.5. Il bambino come soggetto principale durante l'intervento
8.5.5.1. Sostenere l'intervento sulle competenze del bambino
8.5.6. Considerazioni generali sull'intervento
8.5.6.1. L'importanza del coinvolgimento motivazionale nell'intervento
8.5.6.2. Affettività durante l'intervento
8.5.7. Proposta di attività per l'intervento logopedico
8.5.7.1. Attività psicologiche
8.5.7.2. Attività motoria
8.5.8. L'importanza del processo di riabilitazione articolare
8.5.8.1. Professionisti coinvolti nelle disartrie
8.5.8.1.1. Fisioterapista
8.5.8.1.2. Psicologo
8.5.9. Sistemi di comunicazione alternativa e aumentativa come supporto all'intervento
8.5.9.1. Come possono questi sistemi supportare l'intervento con i bambini con disartria?
8.5.9.2. Scelta del tipo di sistema: aumentativo o alternativo?
8.5.9.3. Contesti in cui stabilire il loro utilizzo
8.5.10. Come stabilire la fine del trattamento
8.5.10.1. Criteri per indicare la fine della riabilitazione
8.5.10.2. Raggiungimento degli obiettivi di riabilitazione
8.6. Valutazione della disartria
8.6.1 Intervento logopedico nelle disartrie
8.6.1.1 Importanza dell'intervento logopedico nelle disartrie dell’Infanzia e dell’Adolescenza
8.6.1.2. In cosa consiste la logopedia per la disartria?
8.6.1.3. Obiettivi dell'intervento logopedico
8.6.1.3.1. Obiettivi generali dell'intervento logopedico
8.6.1.3.2. Obiettivi specifici dell'intervento logopedico
8.6.2. Terapia della deglutizione nella disartria
8.6.2.1. Le difficoltà di deglutizione in caso di disartria
8.6.2.2. Che cos'è la terapia della deglutizione?
8.6.2.3. L’importanza della terapia
8.6.3. Terapia posturale e corporea nella disartria
8.6.3.1. Le difficoltà di postura corporea in caso di disartria
8.6.3.2. In che consiste la terapia posturale e corporea?
8.6.3.3. L’importanza della terapia
8.6.4. Terapia orofacciale nella disartria
8.6.4.1. Difficoltà orofacciali nei casi di disartria
8.6.4.2. Che cos'è la terapia orofacciale?
8.6.4.3. L’importanza della terapia
8.6.5. Terapia respiratoria e coordinazione fonorespiratoria nella disartria
8.6.5.1. Le difficoltà nella coordinazione fonorespiratoria in caso di disartria
8.6.5.2. In che consiste la terapia?
8.6.5.3. L’importanza della terapia
8.6.6. Terapia per l'articolazione nella disartria
8.6.6.1. Le difficoltà nell’articolazione in caso di disartria
8.6.6.2. In che consiste la terapia?
8.6.6.3. L’importanza della terapia
8.6.7. Terapia fonatoria nella disartria
8.6.7.1. Le difficoltà fonatorie in caso di disartria
8.6.7.2. In che consiste la terapia?
8.6.7.3. L’importanza della terapia
8.6.8. Terapia della risonanza nella disartria
8.6.8.1. Le difficoltà nella risonanza in caso di disartria
8.6.8.2. In che consiste la terapia?
8.6.8.3. L’importanza della terapia
8.6.9. Terapia vocale nella disartria
8.6.9.1. Le difficoltà nella voce in caso di disartria
8.6.9.2. In che consiste la terapia?
8.6.9.3. L’importanza della terapia
8.6.10. Terapia della prosodia e della fluidità
8.6.10.1. Le difficoltà nella prosodia e nella fluidità in caso di disartria
8.6.10.2. In che consiste la terapia?
8.6.10.3. L’importanza della terapia
8.7. Valutazione logopedica nella disartria
8.7.1. Introduzione
8.7.1.1. Importanza dello sviluppo di un programma di intervento logopedico per un bambino con disartria
8.7.2. Considerazioni preliminari per lo sviluppo di un programma di intervento logopedico
8.7.2.1. Caratteristiche dei bambini disartrici
8.7.3. Decisioni per la pianificazione dell'intervento logopedico
8.7.3.1. Metodo di intervento da utilizzare
8.7.3.2. Consenso per la sequenza delle sessioni di intervento: aspetti da tenere in considerazione
8.7.3.2.1. L’età cronologica
8.7.3.2.2. Le attività extrascolastiche del bambino
8.7.3.2.3. Gli orari
8.7.3.3. Stabilire le linee di intervento
8.7.4. Obiettivi del programma di intervento logopedico in caso di disartria
8.7.4.1. Obiettivi generali dell'intervento logopedico
8.7.4.2. Obiettivi specifici dell'intervento logopedico
8.7.5. Aree di intervento logopedico nella disartria e attività proposte
8.7.5.1. Orofacciale
8.7.5.2. Voce
8.7.5.3. Prosodia
8.7.5.4. Parola
8.7.5.5. Linguaggio
8.7.5.6. Respirazione
8.7.6 Materiali e risorse per l'intervento logopedico
8.7.6.1. Proposta di materiali in commercio per l'utilizzo nell'intervento logopedico con una panoramica del materiale e dei suoi usi
8.7.6.2. Immagini dei materiali precedentemente proposti
8.7.7. Risorse tecnologiche e materiali didattici per l'intervento logopedico
8.7.7.1. Programmi software di intervento
8.7.7.1.1. Programma PRAAT
8.7.8. Metodi di intervento nella disartria
8.7.8.1. Tipi di metodi di intervento
8.7.8.1.1. Metodi medici
8.7.8.1.2. Metodi di intervento clinico
8.7.8.1.3. Metodi strumentali
8.7.8.1.4. Metodi pragmatici
8.7.8.1.5. Metodi comportamentali-logopedici
8.7.8.2. Scelta del metodo di intervento appropriato al caso
8.7.9. Tecniche di intervento logopedico e proposta di attività
8.7.9.1 Respirazione
8.7.9.1.1 Proposta di attività
8.7.9.2. Fonazione
8.7.9.2.1. Proposta di attività
8.7.9.3. Articolazione
8.7.9.3.1. Proposta di attività
8.7.9.4. Risonanza
8.7.9.4.1. Proposta di attività
8.7.9.5. Velocità del linguaggio
8.7.9.5.1. Proposta di attività
8.7.9.6. Accento e intonazione
8.7.9.6.1. Proposta di attività
8.7.10. Sistemi di comunicazione alternativa e/o aumentativa come metodo di intervento nei casi di disartria
8.7.10.1. Cosa sono i sistemi CAA?
8.7.10.2. Come possono questi sistemi supportare l'intervento con i bambini con disartria?
8.7.10.3. Come possono questi sistemi supportare la comunicazione dei bambini con disartria?
8.7.10.4. Scelta di un metodo di sistema in base alle esigenze del bambino
8.7.10.4.1. Considerazioni per stabilire un sistema di comunicazione
8.7.10.5. Come utilizzare i sistemi di comunicazione in diversi contesti di sviluppo del bambino
8.8. Intervento logopedico per le disartrie
8.8.1. Introduzione all'unità sullo sviluppo del bambino disartrico
8.8.2. Le conseguenze del bambino disartrico nel contesto familiare
8.8.2.1. In che modo il bambino risente delle difficoltà dell'ambiente domestico?
8.8.3. Difficoltà di comunicazione nell'ambiente domestico del bambino disartrico
8.8.1.1. Quali barriere incontra nell'ambiente domestico?
8.8.4. L'importanza dell'intervento professionale nell'ambiente domestico e il modello di intervento incentrato sulla famiglia
8.8.4.1. L'importanza della famiglia nello sviluppo del bambino disartrico
8.8.4.2. Come fornire un intervento incentrato sulla famiglia per i bambini disartrici?
8.8.5. Integrazione della famiglia nell'intervento logopedico e scolastico per bambini con disartria
8.8.5.1. Aspetti da considerare per integrare la famiglia nell'intervento
8.8.6. Vantaggi dell'integrazione della famiglia nell'intervento professionale e scolastico
8.8.6.1. Coordinamento con gli operatori sanitari e i benefici
8.6.6.2. Coordinamento con i professionisti dell'educazione e i benefici
8.8.7. Consigli per l'ambiente familiare
8.8.7.1. Suggerimenti per facilitare la comunicazione orale nei bambini disartrici
8.8.7.2. Linee guida per la relazione a casa con il bambino disartrico
8.8.8. Supporto psicologico alla famiglia
8.8.8.1. Implicazioni psicologiche per la famiglia nei casi di bambini con disartria
8.8.8.2. Perché un supporto psicologico?
8.8.9. La famiglia come strumento di generalizzazione dell'apprendimento
8.8.9.1. L'importanza della famiglia per la generalizzazione dell'apprendimento
8.8.9.2. Come può la famiglia sostenere l'apprendimento del bambino?
8.8.10. Comunicazione con il bambino con disartria
8.8.10.1. Strategie di comunicazione nell’ambiente domestico
8.8.10.2. Suggerimenti per una migliore comunicazione
8.8.10.2.1. Cambiamenti nel contesto
8.8.10.2.2. Alternative alla comunicazione orale
8.9. Proposta di esercizi per l'intervento logopedico nella disartria
8.9.1. Introduzione all’unità
8.9.1.1. Il periodo di scolarizzazione infantile in relazione a prevalenza della disartria dell’Infanzia e dell’adolescenza
8.9.2. L'importanza del coinvolgimento della scuola durante il periodo di intervento
8.9.2.1. La scuola come ambiente per lo sviluppo del bambino disartrico
8.9.2.2. L'influenza della scuola sullo sviluppo del bambino
8.9.3. Supporto scolastico chi fornisce supporto al bambino a scuola e come?
8.9.3.1. L'insegnante di lingua e udito
8.9.3.2. Il counselor
8.9.4. Coordinamento dei professionisti della riabilitazione con i professionisti dell'educazione
8.9.4.1. Con chi coordinarsi?
8.9.4.2. Fasi del coordinamento
8.9.5. Conseguenze in classe del bambino con disartria
8.9.5.1. Conseguenze psicologiche nei bambini disartrici
8.9.5.2. Comunicazione con i compagni di classe
8.9.6. Intervento in base alle esigenze dell'allievo
8.9.6.1. L'importanza di tenere conto delle esigenze dell'alunno con disartria
8.9.6.2. Come stabilire le esigenze dell'alunno?
8.9.6.3. Chi è responsabile dello sviluppo dei bisogni dell'alunno?
8.9.7. Orientamenti
8.9.7.1. Indicazioni per il centro scolastico per l'intervento con il bambino con disartria
8.9.8. Obiettivi del centro educativo
8.9.8.1. Obiettivi generali dell'intervento scolastico
8.9.8.2. Strategie per raggiungere gli obiettivi
8.9.9. Metodi di intervento in classe e strategie per favorire l'integrazione del bambino
8.9.10. L'uso di CAA in classe per supportare la comunicazione
8.9.10.1. Come possono i sistemi CAA aiutare in classe gli studenti disartrici?
8.10. Allegati
8.10.1. Linee guida per la disartria
8.10.1.1. Linee guida per la gestione della disartria: linee guida per le persone con disturbi del linguaggio
8.10.1.2. Linee guida per l'assistenza educativa degli alunni con disturbi del linguaggio orale e scritto
8.10.2. Tabella 1. Dimensioni utilizzate nello studio sulla disartria della Mayo Clinic
8.10.3. Tabella 2. Classificazione delle disartrie in base alle dimensioni utilizzate nello studio sulla disartria della Mayo Clinic
8.10.4. Esempio di intervista per la valutazione clinica del linguaggio
8.10.5. Testo per la valutazione delle abilità di Lettura: "Il nonno"
8.10.6. Siti web con ottenere informazioni generali sulla disartria
8.10.6.1. Sito web della Mayo Clinic
8.10.6.2. Spazio per la logopedia
8.10.6.2.1. Link alla pagina web
8.10.6.3. American Speech-Language Hearing Association
8.10.6.3.1. Link della pagina web
8.10.7. Riviste per ottenere informazioni generali sulla disartria
8.10.7.1. Rivista di logopedia, foniatria e audiologia. Elsselvier
8.10.7.1.1. Link alla pagina web
8.10.7.2. Rivista CEFAC
8.10.7.2.1. Link alla pagina web
8.10.7.3. Rivista della Società brasiliana di fonoaudiologia
8.10.7.3.1. Link alla pagina web
8.10.8. Tabella 4. Tabella comparativa delle diagnosi differenziali di disartria, aprassia verbale e disturbo fonologico grave
8.10.9. Tabella 5. Tabella comparativa: Sintomi in base al tipo di disartria
8.10.10. Video informativi sulla disartria
8.10.10.1. Link al video con informazioni sulla disartria
Modulo 9. Comprendere la disabilità uditiva
9.1Il sistema uditivo: basi anatomiche e funzionali
9.1.1. Introduzione all’unità
9.1.1.1. Considerazioni iniziali
9.1.1.2. Concetto di suono
9.1.1.3. Concetto di rumore
9.1.1.4. Concetto di onda sonora
9.1.2. L'orecchio esterno
9.1.2.1. Concetto e funzione dell'orecchio esterno
9.1.2.2. Parti dell'orecchio esterno
9.1.3. L'orecchio medio
9.1.3.1. Concetto e funzione dell'orecchio medio
9.1.3.2. Parti dell'orecchio medio
9.1.4. L'orecchio interno
9.1.4.1. Concetto e funzione dell'orecchio interno
9.1.4.2. Parti dell'orecchio interno
9.1.5. Fisiologia dell’udito
9.1.6. Come funziona l'udito naturale
9.1.6.1. Concetto di udito naturale
9.1.6.2. Meccanismo dell'udito senza alterazioni
9.2. Ipoacusia
9.2.1. Ipoacusia
9.2.1.1. Concetto di ipoacusia
9.2.1.2. Sintomi della perdita dell'udito
9.2.2. Il sistema uditivo: basi anatomiche e funzionali
9.2.2.1. Perdita dell'udito per trasmissione o conduzione
9.2.2.2. Perdite uditive percettive o neurosensoriali
9.2.3. Classificazione dell'ipoacusia in base al grado di perdita uditiva
9.2.3.1. Perdita dell'udito leggera o lieve
9.2.3.2. Ipoacusia media
9.2.3.3. Ipoacusia severa
9.2.3.4. Ipoacusia profonda
9.2.4. Classificazione dell'ipoacusia in base all'età di insorgenza
9.2.4.1. Ipoacusia pre-locutoria
9.2.4.2. Ipoacusia perlocutoria
9.2.4.3. Ipoacusia post-locutoria
9.2.5. Classificazione dell'ipoacusia in base alla sua eziologia
9.2.5.1. Perdita accidentale dell'udito
9.2.5.2. Perdita dell'udito dovuta al consumo di sostanze ototossiche
9.2.5.3. Ipoacusia di origine genetica
9.2.5.4. Altre cause possibili
9.2.6. Fattori di rischio per la perdita dell'udito
9.2.6.1. Invecchiamento
9.2.6.2. Rumori forti
9.2.6.3. Fattori ereditari
9.2.6.4. Sport ricreativi
9.2.6.5. Altri
9.2.7. Prevalenza della perdita uditiva
9.2.7.1. Considerazioni iniziali
9.2.7.3. Prevalenza della perdita uditiva nei vari Paesi
9.2.8. Comorbidità dell’ipoacusia
9.2.8.1. La comorbilità nell’ipoacusia
9.2.8.2. Disturbi associati
9.2.9. Confronto dell'intensità dei suoni più frequenti
9.2.9.1. Livelli sonori dei rumori frequenti
9.2.10. Prevenzione dell'udito
9.2.10.1. Considerazioni iniziali
9.2.10.2. L’importanza della prevenzione
9.2.10.3. Metodi preventivi per la cura dell'udito
9.3. Audiologia e audiometria
9.4. Apparecchi acustici
9.4.1. Considerazioni iniziali
9.4.2. Storia degli apparecchi acustici
9.4.3. Cosa sono gli apparecchi acustici?
9.4.3.1. Concetto di apparecchio acustico
9.4.3.2. Come funziona un apparecchio acustico
9.4.3.3. Descrizione del dispositivo
9.4.4. Applicazione di apparecchi acustici e requisiti di applicazione
9.4.4.1. Considerazioni iniziali
9.4.4.2. Requisiti per l'applicazione di apparecchi acustici
9.4.4.3. Come si applica un apparecchio acustico?
9.4.5. Quando è sconsigliato applicare un apparecchio acustico
9.4.5.1. Considerazioni iniziali
9.4.5.2. Aspetti che influenzano la decisione finale del professionista
9.4.6. Il successo e il fallimento dell'applicazione di un apparecchio acustico
9.4.6.1. Fattori che influiscono sul successo dell'applicazione di un apparecchio acustico
9.4.6.2. Fattori che influenzano il fallimento dell'applicazione di un apparecchio acustico
9.4.7. Analisi delle prove di efficacia, sicurezza e aspetti etici degli apparecchi acustici
9.4.7.1. Efficacia degli apparecchi acustici
9.4.7.2. Sicurezza degli apparecchi acustici
9.4.7.3. Aspetti etici dell'apparecchio acustico
9.4.8. Indicazioni e controindicazioni degli apparecchi acustici
9.4.8.1. Considerazioni iniziali
9.4.8.2. Indicazioni per gli apparecchi acustici
9.4.8.3. Controindicazioni degli apparecchi acustici
9.4.9. Modelli attuali di apparecchi acustici
9.4.9.1. Introduzione
9.4.9.2. I diversi modelli di apparecchi acustici attuali
9.4.10. Conclusioni finali
9.5. Impianti cocleari
9.5.1. Introduzione all’unità
9.5.2. Storia dell'impianto cocleare
9.5.3. Cosa sono gli impianti cocleari?
9.5.3.1. Il concetto di impianto cocleare
9.5.3.2. Come funziona un impianto cocleare
9.5.3.3. Descrizione del dispositivo
9.5.4. Requisiti per l'applicazione di un impianto cocleare
9.5.4.1. Considerazioni iniziali
9.5.4.2. Requisiti fisici che l'utente deve soddisfare
9.5.4.3. Requisiti psicologici che l'utente deve soddisfare
9.5.5. Applicazione di un impianto cocleare
9.5.5.1. L'intervento chirurgico
9.5.5.2. Programmazione dell'applicazione
9.5.5.3. I professionisti coinvolti nella chirurgia e nella programmazione degli impianti
9.5.6. Quando è sconsigliato applicare un impianto cocleare
9.5.6.1. Considerazioni iniziali
9.5.6.2. Aspetti che influenzano la decisione finale del professionista
9.5.7. Successi e fallimenti dell'impianto cocleare
9.5.7.1. Fattori che influiscono sul successo dell'applicazione di un apparecchio cocleare
9.5.7.2. Fattori che influenzano il fallimento dell'applicazione di un apparecchio cocleare
9.5.8. Analisi delle prove di efficacia, sicurezza e aspetti etici degli impianti cocleari
9.5.8.1. L'efficacia dell'impianto cocleare
9.5.8.2. La sicurezza dell'impianto cocleare
9.5.9. Indicazioni e controindicazioni per l'impianto cocleare
9.5.9.1. Considerazioni iniziali
9.5.9.2. Indicazioni dell'impianto cocleare
9.5.9.3. Controindicazioni dell'impianto cocleare
9.5.10. Conclusioni finali
9.6. Strumenti di valutazione logopedica per i disturbi uditivi
9.6.1. Introduzione all’unità
9.6.2. Elementi da tenere presenti nella valutazione
9.6.2.1. Livello di attenzione
9.6.2.2. Imitazione
9.6.2.3. Percezione visiva
9.6.2.4. Modalità di comunicazione
9.6.2.5. Udito
9.6.2.5.1. Reazione a suoni inaspettati
9.6.2.5.2. Rilevamento del suono. Quali suoni si sentono?
9.6.2.5.3. Identificazione e riconoscimento dei suoni ambientali e linguistici
9.6.3. Audiometria e audiogramma
9.6.3.1. Considerazioni iniziali
9.6.3.2. Concetto di audiometria
9.6.3.3. Concetto di audiogramma
9.6.3.4. Il ruolo dell'audiometria e dell'audiogramma
9.6.4. Prima parte della valutazione: Anamnesi
9.6.4.1. Sviluppo generale del paziente
9.6.4.2. Tipo e grado di perdita uditiva
9.6.4.3. Tempistica di insorgenza della perdita uditiva
9.6.4.4. Esistenza di patologie associate
9.6.4.5. Modalità di comunicazione
9.6.4.6. Uso o assenza di apparecchi acustici
9.6.4.6.1. Data di applicazione
9.6.4.6.2. Altri aspetti
9.6.5. Seconda parte della valutazione: Otorinolaringoiatra e protesista
9.6.5.1. Considerazioni iniziali
9.6.5.2. Rapporto dell'otorinolaringoiatra
9.6.5.2.1. Analisi delle prove oggettive
9.6.5.2.2. Analisi delle prove soggettive
9.6.5.3. Rapporto del protesista
9.6.6. Seconda parte della valutazione: Test standardizzati
9.6.6.1. Considerazioni iniziali
9.6.6.2. Audiometria vocale
9.6.6.2.1. Test di Ling
9.6.6.2.2. Test del nome
9.6.6.2.3. Test di percezione precoce della parola (ESP)
9.6.6.2.4. Test delle caratteristiche distintive
9.6.6.2.5. Test di identificazione delle vocali
9.6.6.2.6. Test di identificazione delle consonanti
9.6.6.2.7. Test di riconoscimento dei monosillabi
9.6.6.2.8. Test di riconoscimento dei bisillabi
9.6.6.2.9. Test di riconoscimento delle frasi
9.6.6.2.9.1. Test di frasi a scelta aperta con supporto
9.6.6.2.9.2. Test di frasi a scelta aperta non supportata
9.6.6.3. Test del linguaggio orale
9.6.6.3.2. Scala Reynell di sviluppo del linguaggio
9.6.6.3.3. ITPA
9.6.6.3.5. Registro Fonologico Indotto da Monfort
9.6.6.3.6. MacArthur
9.6.6.3.7. Test dei concetti di base di Boehm
9.6.7. Elementi da includere in una relazione logopedica sui disturbi dell'udito
9.6.7.1. Considerazioni iniziali
9.6.7.2. Elementi importanti e fondamentali
9.6.7.3. Importanza del rapporto del logopedista nella riabilitazione uditiva
9.6.8. Valutazione del bambino disartrico nel contesto scolastico
9.6.8.1. Professionisti da intervistare
9.6.8.1.1. Tutor
9.6.8.1.2. Personale docente
9.6.8.1.3. Maestro di ascolto e linguaggio
9.6.8.1.4. Altri
9.6.9. La diagnosi precoce
9.6.9.1. Considerazioni iniziali
9.6.9.2. L’importanza di unadiagnosi precoce
9.6.9.3. Perché la valutazione del linguaggio è più efficace quando il bambino è più piccolo?
9.6.10. Conclusioni finali
9.7. Ruolo del logopedista nell'intervento sulla perdita uditiva
9.7.1. Introduzione all’unità
9.7.1.1. Approcci metodologici, secondo la classificazione di Perier (1987)
9.7.1.2. Metodi orali monolingue
9.7.1.3. Metodi bilingue
9.7.1.4. Metodi misti
9.7.2. Ci sono differenze tra la riabilitazione dopo l'impianto di un apparecchio acustico e uno cocleare?
9.7.3. Intervento post-implantare nei bambini in fase di pre-locuzione
9.7.4. Intervento post-implantare nei bambini in fase di pre-locuzione
9.7.4.1. Introduzione all’unità
9.7.4.2. Fasi della riabilitazione uditiva
9.7.4.2.1. Fase di rilevamento del suono
9.7.4.2.2. Fase di discriminazione
9.7.4.2.3. Fase di identificazione
9.7.4.2.4. Fase di riconoscimento
9.7.4.2.5. Fase di comprensione
9.7.5. Attività utili per la riabilitazione
9.7.5.1. Attività per la fase di rilevamento
9.7.5.2. Attività per la fase di discriminazione
9.7.5.3. Attività per la fase di identificazione
9.7.5.4. Attività per la fase di riconoscimento
9.7.5.5. Attività per la fase di comprensione
9.7.6. Ruolo della famiglia nel processo di riabilitazione
9.7.6.1. Linee guida per le famiglie
9.7.6.2. È consigliabile la presenza dei genitori alle sessioni?
9.7.7. L'importanza di un'équipe interdisciplinare durante l'intervento
9.7.7.1. Considerazioni iniziali
9.7.7.2. Perché il team interdisciplinare è importante
9.7.7.3. I professionisti coinvolti nella riabilitazione
9.7.8. Strategie per l'ambiente scolastico
9.7.8.1. Considerazioni iniziali
9.7.8.2. Strategie di comunicazione
9.7.8.3. Strategie metodologiche
9.7.8.4. Strategie di adattamento dei testi
9.7.9. Materiali e risorse adattati all'intervento logopedico in audiologia
9.7.9.1. Materiali e ausili di elaborazione propria
9.7.9.2. Materiali utili sul mercato
9.7.9.3. Risorse tecnologiche
9.7.10. Conclusioni finali
9.8Comunicazione bimodale
9.8.1. Introduzione all’unità
9.8.2. Che cos’è la comunicazione bimodale
9.8.2.1. Concetto
9.8.2.2. Funzioni
9.8.3. Elementi della comunicazione bimodale
9.8.3.1. Considerazioni iniziali
9.8.3.2. Gli elementi della comunicazione bimodale
9.8.3.2.1. Gesti pantomimici
9.8.3.2.2. Elementi della lingua dei segni
9.8.3.2.3. Gesti naturali
9.8.3.2.4. Gesti "idiosincratici"
9.8.3.2.5. Altri elementi
9.8.4. Obiettivi e vantaggi della comunicazione bimodale
9.8.4.1. Considerazioni iniziali
9.8.4.2. Vantaggi della comunicazione bimodale
9.8.4.2.1. Per quanto riguarda la parola nella ricezione
9.8.4.2.2. Per quanto riguarda la parola nell’espressione
9.8.4.3. Vantaggi della comunicazione bimodale rispetto ad altri sistemi di comunicazione aumentativa e alternativa
9.8.5. Quando dovremmo considerare l'uso della comunicazione bimodale?
9.8.5.1. Considerazioni iniziali
9.8.5.2. Fattori da tenere presente
9.8.5.3. Professionisti che prendono la decisione
9.8.5.4. L'importanza del ruolo della famiglia
9.8.6. L'effetto facilitante della comunicazione bimodale
9.8.6.1. Considerazioni iniziali
9.8.6.2. L'effetto indiretto
9.8.6.3. L'effetto diretto
9.8.7. La comunicazione bimodale nelle diverse aree linguistiche
9.8.7.1. Considerazioni iniziali
9.8.7.2. Comunicazione bimodale e comprensione
9.8.7.3. Comunicazione bimodale e espressione
9.8.8. Forme di implementazione della comunicazione bimodale
9.8.9. Programmi finalizzati all'apprendimento e all'implementazione del sistema bimodale
9.8.9.1. Considerazioni iniziali
9.8.9.2. Introduzione alla comunicazione bimodale supportata dagli strumenti di autore CLIC e NeoBook
9.8.9.3. Bimodal 2000
9.8.10. Conclusioni finalii
9.10. La figura dell'Interprete della Lingua dei Segni
9.10.1. Introduzione all’unità
9.10.2. Storia dell'interpretazione
9.10.2.1. Storia dell'interpretariato di lingue orali
9.10.2.2. Storia dell'interpretariato di lingue dei segni
9.10.2.3. L'interpretazione della lingua dei segni come professione
9.10.3. L’Interprete della Lingua dei Segni
9.10.3.1. Concetto
9.10.3.2. Profilo del professionista di Lingua dei Segni
9.10.3.2.1. Caratteristiche personali
9.10.3.2.2. Caratteristiche intellettuali
9.10.3.2.3. Caratteristiche etiche
9.10.3.2.4. Conoscenze generali
9.10.3.3. La funzione indispensabile dell'Interprete della Lingua dei Segni
9.10.3.4. Professionalità nell'interpretazione
9.10.4. Metodi di interpretazione
9.10.4.1. Caratteristiche dell'interpretazione
9.10.4.2. Lo scopo dell'interpretazione
9.10.4.3. L'interpretazione come interazione comunicativa e culturale
9.10.4.4. Tipi di interpretazione
9.10.4.4.1. Interpretazione consecutiva
9.10.4.4.2. Interpretazione simultanea
9.10.4.4.3. Interpretariato in una telefonata
9.9104.4.4. Interpretare testi scritti
9.10.5. Componenti del processo di interpretazione
9.10.5.1. Messaggio
9.10.5.2. Percezione
9.10.5.3. Sistemi di collegamento
9.10.5.4. Comprensione
9.10.5.5. Interpretazione
9.10.5.6. Valutazione
9.10.5.7. Risorse umane coinvolte
9.10.6. Relazioni degli elementi dei meccanismi di interpretazione
9.10.6.1. Il modello ipotetico di interpretazione simultanea di Moser
9.10.6.2. Il modello del lavoro di interpretazione di Colonomos
9.10.6.3. Il modello del processo di interpretazione di Cokely
9.10.7. Tecniche di interpretazione
9.10.7.1. Concentrazione e attenzione
9.10.7.2. Memoria
9.10.7.3. Prendere appunti
9.10.7.4. Fluidità verbale e agilità mentale
9.10.7.5. Risorse per la costruzione del lessico
9.10.8. Campi d'azione della Lingua dei Segni
9.9.8.1. Servizi in generale
9.9.8.2. Servizi specifici
9.10.8.4. Organizzazione di servizi di Lingua dei Segni nei Paesi europei
9.10.10. Associazioni degli Interpreti di Lingua dei Segni
9.10.10.2. Associazioni degli Interpreti di Lingua dei Segni in Europa
9.10.10.3. Associazioni degli Interpreti di Lingua dei Segni nel resto del mondo
Modulo 10. Conoscenze psicologiche utili in ambito logopedico
10.1. La psicologia infantile-giovanile
10.1.1. Primo approccio alla psicologia infantile-giovanile
10.1.1.1. Che cosa studia la psicologia infantile-giovanile?
10.1.1.2. Come si è evoluta nel corso degli anni?
10.1.1.3. Quali sono i diversi orientamenti teorici che uno psicologo può seguire?
10.1.1.4. Il modello cognitivo-comportamentale
10.1.2. Sintomi psicologici e disturbi mentali nell'infanzia e nell'adolescenza
10.1.2.1. Differenza tra segno, sintomo e sindrome
10.1.2.2. Definizione di disturbo mentale
10.1.2.3. Classificazione dei disturbi mentali: DSM 5 e ICD-10
10.1.2.4. Differenza tra un problema o una difficoltà psicologica e un disturbo mentale
10.1.2.5. Comorbilità
10.1.2.6. Problemi frequenti soggetti a cure psicologiche
10.1.3. Competenze del professionista che lavora con bambini e adolescenti
10.1.3.1. Conoscenze essenziali
10.1.3.3. Caratteristiche personali e competenze del professionista
10.1.3.4. Capacità di comunicazione
10.1.3.5. Il gioco nella visita
10.1.4. Principali procedure di valutazione e intervento psicologico nell'infanzia e nell'adolescenza
10.1.4.1. Decisione e richiesta di aiuto nei bambini e negli adolescenti
10.1.4.2. Colloquio
10.1.4.3. Definizione di ipotesi e strumenti di valutazione
10.1.4.4. Analisi funzionale e ipotesi di spiegazione delle difficoltà
10.1.4.5. Decisione degli obiettivi
10.1.4.6. Intervento psicologico
10.1.4.7. Monitoraggio
10.1.4.8. La valutazione psicologica: aspetti chiave
10.1.5. Vantaggi della collaborazione con altre persone legate al bambino
10.1.5.1. Genitori
10.1.5.2. Professionisti dell'educazione
10.1.5.3. Il logopedista
10.1.5.4. Lo psicologo
10.1.5.5. Altri professionisti
10.1.6. L'interesse della psicologia dal punto di vista di un logopedista
10.1.6.1. L’importanza della prevenzione
10.1.6.2. L'influenza dei sintomi psicologici nella riabilitazione logopedica
10.1.6.3. L'importanza di saper individuare i possibili sintomi psicologici
10.1.6.4. Il rinvio a un professionista appropriato
10.2. Problemi di interiorizzazione: ansia
10.2.1. Concetto di ansia
10.2.2. Rilevamento: manifestazioni principali
10.2.2.1. Dimensione emotiva
10.2.2.2. Dimensione cognitiva
10.2.2.3. Dimensione psicofisiologica
10.2.2.4. Dimensione comportamentale
10.2.3. Fattori di rischio per l'ansia
10.2.3.1. Individuali
10.2.3.2. Contestuale
10.2.4. Differenze concettuali
10.2.4.1. Ansia e stress
10.2.4.2. Ansia e paura
10.2.4.3. Ansia e fobia
10.2.5. Le paure nell'infanzia e nell'adolescenza
10.2.5.1. Differenza tra paure dello sviluppo e paure patologiche
10.2.5.2. Le paure dello sviluppo nei bebè
10.2.5.3. Le paure dello sviluppo nei bambini in età prescolastica
10.2.5.4. Le paure dello sviluppo nei bambini in età prescolastica
10.2.5.5. I principali timori e preoccupazioni nella fase adolescenziale
10.2.6. Alcuni dei principali disturbi e problema dell’ansia infantile-giovanile
10.2.6.1. Rifiuto della scuola
10.2.6.1.1. Concetto
10.2.6.1.2. Delimitazione dei concetti: ansia, rifiuto scolastico e fobia della scuola
10.2.6.1.3. Sintomi principali
10.2.6.1.4. Prevalenza
10.2.6.1.5. Eziologia
10.2.6.2. Paura patologica del buio
10.2.6.2.1. Concetto
10.2.6.2.2. Sintomi principali
10.2.6.2.3. Prevalenza
10.2.6.2.4. Eziologia
10.2.6.3. Ansia da separazione
10.2.6.3.1. Concetto
10.2.6.3.2. Sintomi principali
10.2.6.3.3. Prevalenza
10.2.6.3.4. Eziologia
10.2.6.4. Fobie specifiche
10.2.6.4.1. Concetto
10.2.6.4.2. Sintomi principali
10.2.6.4.3. Prevalenza
10.2.6.4.4. Eziologia
10.2.6.5. Fobia sociale
10.2.6.5.1. Concetto
10.2.6.5.2. Sintomi principali
10.2.6.5.3. Prevalenza
10.2.6.5.4. Eziologia
10.2.6.6. Disturbo di panico
10.2.6.6.1. Concetto
10.2.6.6.2. Sintomi principali
10.2.6.6.3. Prevalenza
10.2.6.6.4. Eziologia
10.2.6.7. Agorafobia
10.2.6.7.1. Concetto
10.2.6.7.2. Sintomi principali
10.2.6.7.3. Prevalenza
10.2.6.7.4. Eziologia
10.2.6.8. Disturbi d'ansia generalizzata
10.2.6.8.1. Concetto
10.2.6.8.2. Sintomi principali
10.2.6.8.3. Prevalenza
10.2.6.8.4. Eziologia
10.2.6.9. Disturbi ossessivo compulsivi
10.2.6.9.1. Concetto
10.2.6.9.2. Sintomi principali
10.2.6.9.3. Prevalenza
10.2.6.9.4. Eziologia
10.2.6.10 Disturbi da stress postraumatico
10.2.6.10.1. Concetto
10.2.6.10.2. Sintomi principali
10.2.6.10.3. Prevalenza
10.2.6.10.4. Eziologia
10.2.7. Possibile interferenza della sintomatologia ansiosa nella riabilitazione logopedica
10.2.7.1. Nella riabilitazione dell’articolazione
10.2.7.2. Nella riabilitazione della lettoscrittura
10.2.7.3. Nella riabilitazione vocale
10.2.7.4. Nella riabilitazione della disfemia
10.3 Problemi di interiorizzazione: la depressione
10.3.1. Concetto
10.3.2. Rilevamento: manifestazioni principali
10.3.2.1. Dimensione emotiva
10.3.2.2. Dimensione cognitiva
10.3.2.3. Dimensione psicofisiologica
10.3.2.4. Dimensione comportamentale
10.3.3. Fattori di rischio per la depressione
10.3.3.1. Individuali
10.3.3.2. Contestuale
10.3.4. Evoluzione della sintomatologia depressiva nel corso dello sviluppo
10.3.4.1. Sintomi nei bambini
10.3.4.2. Sintomi negli adolescenti
10.3.4.3. Sintomi negli adulti
10.3.5. Alcuni dei principali disturbi e problemi della depressione infantile-giovanile
10.3.5.1. Disturbo depressivo maggiore
10.3.5.1.1. Concetto
10.3.5.1.2. Sintomi principali
10.3.5.1.3. Prevalenza
10.3.5.1.4. Eziologia
10.3.5.2. Disturbo depressivo persistente
10.3.5.2.1. Concetto
10.3.5.2.2. Sintomi principali
10.3.5.2.3. Prevalenza
10.3.5.2.4. Eziologia
10.3.5.3. Disturbo da alterazione irregolare dell'umore
10.3.5.3.1. Concetto
10.3.5.3.2. Sintomi principali
10.3.5.3.3. Prevalenza
10.3.5.3.4. Eziologia
10.3.6. Interferenza dei sintomi depressivi nella riabilitazione logopedica
10.3.6.1. Nella riabilitazione dell’articolazione
10.3.6.2. Nella riabilitazione della lettoscrittura
10.3.6.3. Nella riabilitazione vocale
10.3.6.4. Nella riabilitazione della disfemia
10.4. Problemi di tipo esternalizzante: i principali comportamenti distruttivi e le loro caratteristiche
10.4.1. Fattori che interessano lo sviluppo dei problemi di comportamento
10.4.1.1. Nell’infanzia
10.4.1.2. Nell’adolescenza
10.4.2. Comportamento disobbediente e aggressivo
10.4.2.1. La disobbedienza
10.4.2.1.1. Concetto
10.4.2.1.2. Manifestazioni
10.4.2.2. Aggressività
10.4.2.2.1. Concetto
10.4.2.2.2. Manifestazioni
10.4.2.2.3. Tipi di comportamento aggressivo
10.4.3. Alcuni dei principali disturbi del comportamento infanto-giovanile
10.4.3.1. Disturbo negativista provocatorio
10.4.3.1.1. Concetto
10.4.3.1.2. Sintomi principali
10.4.3.1.3. Fattori facilitatori
10.4.3.1.4. Prevalenza
10.4.3.1.5. Eziologia
10.4.3.2. Disturbi del comportamento
10.4.3.2.1. Concetto
10.4.3.2.2. Sintomi principali
10.4.3.2.3. Fattori facilitatori
10.4.3.2.4. Prevalenza
10.4.3.2.5. Eziologia
10.4.4. Iperattività e impulsività
10.4.4.1. L’iperattività e le sue manifestazioni
10.4.4.2. Relazione tra iperattività e comportamento distruttivo
10.4.4.3. Evoluzione dei comportamenti iperattivi e impulsivi nel corso dello sviluppo
10.4.4.4. Problemi associati all'iperattività/impulsività
10.4.5. Gelosia
10.4.5.1. Concetto
10.4.5.2. Principali manifestazioni
10.4.5.3. Possibili cause
10.4.6. Problemi comportamentali al momento dei pasti e di andare a dormire
10.4.6.1. Problemi abituali al momento di andare a dormire
10.4.6.2. Problemi abituali al momento dei pasti
10.4.7. Interferenza dei sintomi depressivi nella riabilitazione logopedica
10.4.7.1. Nella riabilitazione dell’articolazione
10.4.7.2. Nella riabilitazione della lettoscrittura
10.4.7.3. Nella riabilitazione vocale
10.4.7.4. Nella riabilitazione della disfemia
10.5. Attenzione
10.5.1. Concetto
10.5.2. Aree cerebrali coinvolte nei processi attenzionali e caratteristiche principali
10.5.3. Classificazione dell’attenzione
10.5.4. Influenza dell'attenzione sul linguaggio
10.5.5. Influenza del deficit di attenzione sulla riabilitazione del linguaggio
10.5.5.1. Nella riabilitazione dell’articolazione
10.5.5.2. Nella riabilitazione della lettoscrittura
10.5.5.3. Nella riabilitazione vocale
10.5.5.4. Nella riabilitazione della disfemia
10.5.6. Strategie specifiche per promuovere diversi tipi di assistenza
10.5.6.1. Compiti che favoriscono l'attenzione prolungata
10.5.6.2. Compiti che promuovono l'attenzione selettiva
10.5.6.3. Compiti che favoriscono l'attenzione divisa
10.5.7. L'importanza di un intervento coordinato con altri professionisti
10.6 Funzioni esecutive
10.6.1. Concetto
10.6.2. Aree cerebrali coinvolte nelle funzioni esecutive e caratteristiche principali
10.6.3. Componenti delle funzioni esecutive
10.6.3.1. Fluidità verbale
10.6.3.2. Flessibilità cognitiva
10.6.3.3. Pianificazione e organizzazione
10.6.3.4. Inibizione
10.6.3.5. Processo decisionale
10.6.3.6. Ragionamento e pensiero astratto
10.6.4. Influenza delle funzioni esecutive sul linguaggio
10.6.5. Strategie specifiche per l'allenamento delle funzioni esecutive
10.6.5.1. Strategie per promuovere la fluidità verbale
10.6.5.2. Strategie per promuovere la flessibilità cognitiva
10.6.5.3. Strategie di pianificazione e organizzazione
10.6.5.4. Strategie che favoriscono l'inibizione
10.6.5.5. Strategie che favoriscono il processo decisionale
10.6.5.6. Strategie di supporto al ragionamento e al pensiero astratto
10.6.6. L'importanza di un intervento coordinato con altri professionisti
10.7. Abilità sociali I: concetti correlati
10.7.1. Le competenze sociali
10.7.1.1. Concetto
10.7.1.2. L'importanza delle abilità sociali
10.7.1.3. Le diverse componenti delle abilità sociali
10.7.1.4. Le dimensioni delle abilità sociali
10.7.2. La comunicazione
10.7.2.1. Difficoltà della comunicazione
10.7.2.2. La comunicazione efficace
10.7.2.3. Componenti della comunicazione
10.7.2.3.1. Caratteristiche della comunicazione verbale
10.7.2.3.2. Caratteristiche della comunicazione non verbale e sue componenti
10.7.3. Gli stili comunicativi
10.7.3.1. Stile inibito
10.7.3.2. Stile aggressivo
10.7.3.3. Stile assertivo
10.7.3.4. Vantaggi di uno stile di comunicazione assertivo
10.7.4. Stili educativi dei genitori
10.7.4.1. Concetto
10.7.4.2. Stile educativo permissivo-indulgente
10.7.4.3. Stile permissivo negligente
10.7.4.4. Stile educativo autorevole
10.7.4.5. Stile educativo democratico
10.7.4.6. Conseguenze dei diversi stili educativi su bambini e adolescenti
10.7.5. Intelligenza emotiva
10.7.5.1. Intelligenza emotiva intrapersonale e interpersonale
10.7.5.2. Emozioni di base
10.7.5.3. L'importanza di riconoscere le emozioni in se stessi e negli altri
10.7.5.4. Regolazione emotiva
10.7.5.5. Strategie per promuovere un'adeguata regolazione emotiva
10.7.6. Autostima
10.7.6.1. Concetto di autostima
10.7.6.2. Differenza tra concetto di sé e autostima
10.7.6.3. Caratteristiche del deficit di autostima
10.7.6.4. Fattori associati al deficit di autostima
10.7.6.5. Strategie per promuovere l'autostima
10.7.7. Empatia
10.7.7.1. Concetto di empatia
10.7.7.2. L'empatia è la stessa cosa della simpatia?
10.7.7.3. Tipi di empatia
10.7.7.4. Teoria della mente
10.7.7.5. Strategie per promuovere l'empatia
10.7.7.6. Strategie per lavorare sulla teoria della mente
10.8. Abilità sociali II: linee guida specifiche per gestire le diverse situazioni
10.8.1. Intenzione comunicativa
10.8.1.1. Fattori da tenere in considerazione quando si avvia una conversazione
10.8.1.2. Linee guida specifiche per iniziare una conversazione
10.8.2. Introdursi in una conversazione già avviata
10.8.2.1. Linee guida specifiche per entrare in una conversazione già iniziata
10.8.3. Mantenere il dialogo
10.8.3.1. L'ascolto attivo
10.8.3.2. Linee guida specifiche per mantenere una conversazione
10.8.4. Chiusura della conversazione
10.8.4.1. Difficoltà incontrate nel chiudere le conversazioni
10.8.4.2. Stile assertivo nella chiusura della conversazione
10.8.4.3. Linee guida specifiche per chiudere le conversazioni in diverse circostanze
10.8.5. Fare richieste
10.8.5.1. Modi non assertivi di fare richieste
10.8.5.2. Linee guida specifiche per formulare richieste in modo assertivo
10.8.6. Rifiuto delle richieste
10.8.6.1. Modi non assertivi di rifiutare le richieste
10.8.6.2. Linee guida specifiche per rifiutare richieste in modo assertivo
10.8.7. Dare e ricevere elogi
10.8.7.1. Linee guida specifiche per l'elogio
10.8.7.2. Linee guida specifiche per accettare gli elogi in modo assertivo
10.8.8. Rispondere alle critiche
10.8.8.1. Modi non assertivi di reagire alle critiche
10.8.8.2. Linee guida specifiche per reagire in modo assertivo alle critiche
10.8.9. Chiedere di modificare il comportamento
10.8.9.1. Motivi della richiesta di modifica del comportamento
10.8.9.2. Strategie specifiche per richiedere cambiamenti comportamentali
10.8.10. Gestione dei conflitti interpersonali
10.8.10.1 Tipi di conflitti
10.8.10.2. Modi non assertivi di affrontare il conflitto
10.8.10.3. Strategie specifiche per gestire in modo assertivo i conflitti
10.9. Strategie di modifica del comportamento per aumentare la motivazione dei bambini più piccoli durante la visita
10.9.1. Cosa sono le tecniche di modifica del comportamento?
10.9.2. Tecniche basate sul condizionamento operante
10.9.3. Tecniche per l'avvio, lo sviluppo e la generalizzazione di comportamenti appropriati
10.9.3.1. Il rinforzo positivo
10.9.3.2. Token economy
10.9.4. Tecniche per la riduzione o l'eliminazione dei comportamenti inadeguati
10.9.4.1. L’estinzione
10.9.4.2. Rinforzo di comportamenti incompatibili
10.9.4.3. Costi di risposta e ritiro dei privilegi
10.9.5. La punizione
10.9.5.1. Concetto
10.9.5.2. Principali svantaggi
10.9.5.3. Linee guida per l'applicazione della punizione
10.9.6. Motivazione
10.9.6.1. Concetto e caratteristiche principali
10.9.6.2. Tipi di motivazione
10.9.6.3. Principali teorie esplicative
10.9.6.4. L'influenza delle convinzioni e di altre variabili sulla motivazione
10.9.6.5. Principali manifestazioni di scarsa motivazione
10.9.6.6. Linee guida per promuovere la motivazione durante la visita
10.10. Insuccesso scolastico: Abitudini e tecniche di studio dal punto di vista logopedico e psicologico
10.10.1. Concetto di fallimento scolastico
10.10.2. Cause del fallimento scolastico
10.10.3. Conseguenze del fallimento scolastico nei bambini
10.10.4. Fattori che influiscono sul successo scolastico
10.10.5. Gli aspetti da curare per avere un buon rendimento
10.10.5.1. Il sonno
10.10.5.2. L’alimentazione
10.10.5.3. L’attività fisica
10.10.6. Il ruolo dei genitori
10.10.7. Alcune linee guida e tecniche di studio che possono aiutare i bambini e gli adolescenti
10.10.7.1. L’ambiente di studio
10.10.7.2. L’organizzazione e la pianificazione dello studio
10.10.7.3. Il calcolo del tempo
10.10.7.4. Tecniche di sottolineazione
10.10.7.5. Gli schemi
10.10.7.6. Le regole di memorizzazione
10.10.7.7. Il ripasso
10.10.7.8. Le pause
Modulo 11. Fondamenti anatomici, fisiologici e biomeccanici della voce
11.1. Filogenesi ed embriologia laringea
11.1.1. Filogenesi laringea
11.1.2. Embriologia laringea
11.2. Concetti base di fisiologia
11.2.1. Tessuto muscolare
11.2.2. Tipologie delle fibre muscolari
11.3. Struttura del sistema respiratorio
11.3.1. Torace
11.3.2. Vie aree
11.4. Muscolatura del sistema respiratorio
11.4.1. Muscoli inspiratori
11.4.2. Muscoli espiratori
11.5. Fisiologia del sistema respiratorio
11.5.1. Funzione del sistema respiratorio
11.5.2. Capacità e volumi polmonari
11.5.3. Sistema nervoso polmonare
11.5.4. Respirazione in riposo vs respirazione in fonazione
11.6. Anatomia e fisiologia laringea
11.6.1. Scheletro laringeo
11.6.2. Cartilagine laringea
11.6.3. Legamenti e membrane
11.6.4. Articolazioni
11.6.5. Muscolatura
11.6.6. Vascolarizzazione
11.6.7. Nervatura laringea
11.6.8. Sistema linfatico
11.7. Struttura e funzionamento delle corde vocali
11.7.1. Istologia delle corde vocali
11.7.2. Proprietà biomeccaniche delle corde vocali
11.7.3. Fasi del ciclo vibratorio
11.7.4. Frequenza fondamentale
11.8. Anatomia e fisiologia del tratto vocale
11.8.1. Cavità nasale
11.8.2. Cavità orale
11.8.3. Cavità laringea
11.8.4. Teoria fonte e filtro lineare e non
11.9Teorie di produzione della voce
11.9.1. Ripasso storico
11.9.2. Teoria mioelastica primitiva di Ewald
11.9.3. Teoria neurocronassica di Husson
11.9.4. Teoria muco-ondulatoria e teoria aerodinamica completa
11.9.5. Teoria neuro-oscillatoria
11.9.6. Teoria dell'oscillo-impedenza
11.9.7. Modelli a "massa-molla"
11.10. Fisiologia della fonazione
11.10.1. Controllo neurologico della fonazione
11.10.2. Pressioni
11.10.3. Limiti
11.10.4. Inizio e finale del ciclo vibratorio
11.10.5. Aggiustamenti laringei per la fonazione
Modulo 12. Esplorazione obiettiva della voce
12.1. Analisi morfo-funzionale
12.1.1. Laringoscopia indiretta
12.1.2. Nasofibrolaringoscopia
12.1.3. Telelaringoscopia
12.1.4. Stroboscopia
12.1.5. Videochimografia
12.2. Elettroglottografia
12.2.1. Attrezzatura
12.2.2. Uso
12.2.3. Parametri elettroglottografici
12.2.4. Interpretazione di risultati
12.3. Misure aerodinamiche
12.3.1. Attrezzatura
12.3.2. Uso
12.3.3. Parametri aerodinamici
12.3.4. Interpretazione di risultati
12.4. Elettromiografia
12.4.1. In cosa consiste l’Elettromiografia
12.4.2. Patologie indicate
12.4.3. Procedura
12.4.4. Interpretazione di risultati
12.5. Videochimografia
12.5.1. In cosa consiste la videochimografia
12.5.2. Interpretazione di risultati
12.6. Aspetti fisici della voce
12.6.1. Tipi di onde
12.6.2. Ampiezza
12.6.3. Frequenza
12.6.4. Tempo
12.7. Aspetti acustici della voce
12.7.1. Intensità
12.7.2. Pitch
12.7.3. Durata
12.7.4. Qualità
12.8Analisi acustica della voce
12.8.1. Frequenza fondamentale
12.8.2. Armonica
12.8.3. Formante
12.8.4. Acustica della parola
12.8.5. Lo spettrogramma
12.8.6. Misure di perturbazione
12.8.7. Misure del rumore
12.8.8. Strumenti/laboratorio di voce
12.8.9. Prelievo dei campioni
12.8.10. Interpretazione di risultati
Modulo 13. Valutazione funzionale della voce
13.1Valutazione percettiva
13.1.1. GRBAS
13.1.2. RASAT
13.1.3. Punteggio GBR
13.1.4. CAPE-V
13.1.5. VPAS
13.2Valutazione della funzione vocale
13.2.1. Frequenza fondamentale
13.2.2. Fonetogramma
13.2.3. Tempi massimi fonatori
13.2.4. Efficacia velo-palatina
13.2.5. VHI
13.3Storia clinica
13.3.1. Importanza della cartella clinica
13.3.2. Caratteristiche del colloquio iniziale
13.3.3. Articoli di anamnesi medica e implicazioni vocali
13.3.4. Proposta di un modello di anamnesi per la patologia vocale
13.4Valutazione corporea
13.4.1. Introduzione
13.4.2. Postura
13.4.2.1. Postura ideale o corretta
13.4.3. Relazione voce-postura
13.4.4. Valutazione postura
13.5Valutazione respiratoria
13.5.1. Funzione respiratoria
13.5.2. Relazione respirazione-voce
13.5.3. Aspetti da valutare
13.6Valutazione del sistema stomatognatico
13.6.1. Sistema stomatognatico
13.6.2. Relazioni del sistema stomatognatico e della produzione della voce
13.6.3. Valutazione
13.7Valutazione della qualità vocale
13.7.1. La qualità vocale
13.7.2. Voce di Alta Qualità vs. Voce di Bassa Qualità
13.7.3. Valutazione della qualità vocale nel professionista della voce
13.8. Software per la valutazione della funzione vocale
13.8.1. Introduzione
13.8.2. Software libero
13.8.3. Software a pagamento
13.9. Materiali per la raccolta di informazioni e la valutazione della funzione vocale
13.9.1. Storia clinica
13.9.2. Testo di lettura per la raccolta di campioni di parola in castigliano
13.9.3. Valutazione percettiva (dopo la storia clinica e l’anamnesi)
13.9.4. Autovalutazione
13.9.5. Valutazione della funzione vocale
13.9.6. Valutazione respiratoria
13.9.7. Valutazione stomatognatica
13.9.8. Valutazione posturale
13.9.9. Analisi acustica della qualità vocale
Modulo 14. Voce normale vs. Voce patologica
14.1Voce normale e voce patologica
14.1.1. Eufonia vs. Disfonia
14.1.2. Tipi di voci
14.2. Affaticamento vocale
14.2.1. Introduzione
14.2.1.1. Consigli per evitare l’affaticamento vocale
14.2.2. Sintesi
14.3Segni acustici di disfonia
14.3.1. Prime manifestazioni
14.3.2. Tratti acustici
14.3.3. Gravità
14.4Disfonie funzionali
14.4.1. Tipo I: disturbo isometrico della laringe
14.4.2. Tipo II: contrazione glottica laterale e sopraglottica
14.4.3. Tipo III: contrazione sopraglottica anteroposteriore
14.4.4. Tipo IV: sfonia/disfonia di Conversione
14.4.5. Disfonia di transizione adolescenziale
14.5Disfonia psicogena
14.5.1. Definizione
14.5.2. Caratteristiche del paziente
14.5.3. Segni disfonia psicogena e caratteristiche della voce
14.5.4. Forme cliniche
14.5.5. Diagnosi e trattamento della disfonia psicogena
14.5.6. Sintesi
14.6Disfonia di transizione adolescenziale
14.6.1. Vocale muta
14.6.2. Concetto di disfonia di transizione adolescenziale
14.6.3. Trattamento
14.6.4. Sintesi
14.7Disfonia per lesioni organiche congenite
14.7.1. Introduzione
14.7.2. Cisti epidermica intracordale
14.7.3. Sulcus vocalis
14.7.4. Ponte mucoso
14.7.5. Vergeture
14.7.6. Microsinechia
14.7.7. Laringomalacia
14.7.8. Sintesi
14.8Disfonia organica acquisita
14.8.1. Introduzione
14.8.2. Disfonia di origine neurologica
14.8.2.1. Paralisi laringea periferica
14.8.2.2. Alterazioni del motoneurone superiore
14.8.2.3. Alterazioni extrapiramidali
14.8.2.4. Alterazioni cerebellari
14.8.2.5. Alterazioni del motoneurone inferiore
14.8.2.6. Altre alterazioni
14.8.3. Disfonia organica di origine acquisita
14.8.3.1. Di origine traumatica
14.8.3.2. Infiammatoria
14.8.3.3. Disfonia di origine neoplastica
14.8.4. Sintesi
14.9Disfonie miste
14.9.1. Introduzione
14.9.2. Noduli vocali
14.9.3. Polipi laringei
14.9.4. Edema di Reinke
14.9.5. Emorragia alle corde vocali
14.9.6. Ulcera o granuloma di contatto
14.9.7. Ciste mucosa da ritenzione
14.9.8. Sintesi
Modulo 15. Trattamenti medico-chirurgici della patologia vocale
15.1Fonochirurgia
15.1.1. Sezione a Ras
15.1.2. Cordotomia
15.1.3. Tecnica di iniezione
15.2 Chirurgia alla laringe
15.2.1. Tiroplastica
15.2.2. Neurochirurgia laringea
15.2.3. Chirurgia per le patologie maligne della laringe
15.3Medicazione in disfonia
15.3.1. Medicazione per regolarizzare aspetti respiratori
15.3.2. Medicazione per regolarizzare aspetti digerenti
15.3.3. Medicazione per regolarizzare il sistema nervoso non autonomo
15.3.4. Tipi di medicazione
Modulo 16. Trattamento logopedico dei disturbi della voce
16.1L'importanza del team multidisciplinare nell'approccio al trattamento
16.1.1. Introduzione
16.1.2. Lavoro di squadra
16.1.2.1. Caratteristiche del lavoro multidisciplinare
16.1.3. Il lavoro multidisciplinare nell’approccio alla patologia vocale
16.2Indicazioni e restrizioni del trattamento logopedico
16.2.1. Prevalenza dei disturbi vocali
16.2.2. Indicazioni del trattamento
16.2.3. Limiti e restrizioni del trattamento
16.2.4. L'adesione al trattamento
16.3Obiettivi generali dell’intervento
16.3.1. Gli obiettivi generali di tutto il lavoro vocale
16.3.2. Come raggiungere gli obiettivi generali
16.4Condizionamento muscolare
16.4.1. La voce come attività muscolare
16.4.2. Aspetti generali dell’allenamento
16.4.3. Principi dell’allenamento
16.5. Condizionamento respiratorio
16.5.1. Giustificazione del lavoro respiratorio nella terapia vocale
16.5.2. Metodologia
16.5.3. Esercizi statici con posture facilitanti
16.5.4. Semisupina
16.5.5. Posizione neutra o della scimmia
16.5.6. Esercizi dinamici con posture facilitanti
16.6Terapia Igienica
16.6.1. Introduzione
16.6.2. Abitudini nocive ed effetti sulla voce
16.6.3. Misure preventive
16.7. Terapia della voce confidenziale
16.7.1. Storia del metodo
16.7.2. Fondamenti e principi
16.7.3. Usi della terapia
16.8. Terapia della voce risonante
16.8.1. Descrizione del metodo
16.8.2. Comportamento laringeo
16.8.3. Applicazioni e benefici
16.9. Metodo dell’accento
16.9.1. Introduzione
16.9.2. Motivazione del metodo
16.9.3. Metodologia
16.10. Esercizi di funzione vocale
16.10.1. Introduzione
16.10.2. Giustificazione.
16.10.3. Metodologia
16.11. Fonazione fluida
16.11.1. Introduzione
16.11.2. Giustificazione.
16.11.3. Metodologia
16.12. Lee Silverman LSVT
16.12.1. Introduzione
16.12.2. Giustificazione.
16.12.3. Metodologia
16.13. Terapia fisiologica
16.13.1. Giustificazione.
16.13.2. Obiettivi fisiologici
16.13.3. Formazione
16.14. Esercizi del tratto vocale semi-occluso
16.14.1. Introduzione
16.14.2. Giustificazione.
16.14.3. TVSO
16.15. Massaggio manuale laringeo
16.15.1. Introduzione
16.15.2. Terapia circumlaringea manuale
16.15.3. Tecnica del massaggio laringeo
16.15.4. Introduzione delle tecniche funzionali e strutturali
16.15.4.1. Tecnica Jones per i muscoli sopraioidei
16.15.4.2. Tecnica funzionale dell’osso ioideo
16.15.4.3. Tecnica funzionale per la lingua e l’osso ioideo
16.15.4.4. Tecnica funzionale per la lingua
16.15.4.5. Tecnica per le fasce maxillofacciali
16.16. Tecniche facilitanti
16.16.1. Introduzione
16.16.2. Descrizione delle tecniche facilitanti
16.17. Estill Voice Training
16.17.1. Jo Estill e la creazione del modello
16.17.2. Principi di Estill Voice Training
16.17.3. Descrizione
16.18. Metodo PROEL
16.18.1. Introduzione
16.18.2. Principi
16.18.3. Curiosità
16.19. Metodo NEIRA
16.19.1. Introduzione
16.19.2. Concetto di Eufonia
16.19.3. Obiettivi del metodo
16.19.4. Ponte corpo-vocale
16.19.4.1. Lavoro corporeo
16.19.4.2. Attitudine respiratoria
16.19.4.3. Lavoro di risonanza
16.19.4.4. Lavoro vocale
16.19.4.5. Lavoro emotivo
16.20. Corpo, voce e movimento
16.20.1. Introduzione e giustificazione
16.20.2. Tecniche che incorporano il movimento nei loro programmi
16.20.3. Esempi
16.21. Bendaggi elastici
16.21.1. Storia
16.21.2. Caratteristiche del bendaggio
16.21.3. Effetti
16.21.4. Controindicazioni
16.21.5. Tecniche
16.21.5.1. Applicazioni alla voce
16.22. Elettrostimolazione
16.22.1. Introduzione
16.22.2. Giustificazione
16.22.3. Metodologia
16.23. Laser a bassa potenza
16.23.1. Storia
16.23.2. Concetti fisici
16.23.3. Classificazione dei tipi di laser
16.23.4. Effetti del laser e la sua interazione con i tessuti
16.23.5. Misure di sicurezza e controindicazioni
16.23.6. Uso del laser nella prevenzione e nel trattamento dei disturbi della voce
Modulo 17. Trattamento logopedico per patologie
17.1. Trattamento logopedico nelle disfonie funzionali
17.1.1. Tipo I: Disturbo isometrico laringeo
17.1.2. Tipo II: Contrazione laterale di glottide e sovraglottide
17.1.3. Tipo III: Contrazione della sovraglottide anteroposteriore
17.1.4. Tipo IV: Afonia/disfonia di conversione
17.1.5. Disfonia psicogena con corde vocali arcuate
17.1.6. Disfonia di transizione adolescenziale
17.2. Trattamento logopedico nelle disfonie di origine organico
17.2.1. Trattamento logopedico nelle disfonie di origine organico congenite
17.2.2. Trattamento logopedico nelle disfonie di origine organico acquisite
17.3. Trattamento logopedico nelle disfonie di origine organico-funzionale
17.3.1. Noduli
17.3.2. Polipi
17.3.3. Ciste mucosa
17.3.4. Altri
17.4. Riabilitazione post-laringectomia
17.4.1. Tipi di protesi
17.4.2. La voce esofagea: Soffio, suono esofageo, sequenza di apprendimento, caratteristiche della voce esofagea
17.4.3. La voce tracheo-esofagea
17.4.4. La voce nel paziente con protesi
17.5. Trattamento della voce nel cambio di genere
17.5.1. Considerazioni iniziali
17.5.2. Obiettivi di mascolinizzazione della voce
17.5.3. Obiettivi di femminilizzazione della voce
17.5.4. Accomodamento degli aspetti acustici della voce: Corpo e copertura delle corde vocali, frequenza fondamentale, risonanza e timbro
17.5.5. Aspetti sovrasegmentali del discorso
Modulo 18. Uso professionale della voce parlata
18.1. Fattori di rischio nei professionisti della voce
18.1.1. Informazioni generali
18.1.2. Personale docente
18.1.3. Attori
18.1.4. Doppiaggio
18.1.5. La voce dello speaker
18.1.6. La voce del telefonista
18.1.7. Piano di misure igieniche per la cura vocale
18.2. Basi e obiettivi dell’allenamento vocale
18.2.1. Basi fisiologiche della voce parlata
18.2.2. Obiettivi di allenamento vocale delle voci sane
18.3. Flessibilità
18.3.1. A cosa si riferisce la flessibilità?
18.3.2. Flessibilità vocale
18.3.2.1. Potenza
18.3.2.2. Fonte
18.3.2.3. Filtro
18.3.2.4. Corpo
18.3.2.5. Emozione
18.4. Resistenza
18.4.1. Cosa si intende per resistenza vocale?
18.4.2. Resistenza vocale
18.5Comunicazione: una voce versatile
18.5.1. Quadro teorico
18.5.2. Il paralinguaggio
18.5.3. Strategie per lavorare gli aspetti del paralinguaggio
18.6La voce del docente
18.6.1. Caratteristiche
18.6.2. Obiettivi del lavoro vocale
18.6.3. Proposte di lavoro
18.7La voce dell’attore
18.7.1. Caratteristiche
18.7.2. Obiettivi del lavoro vocale
18.7.3. Proposte di lavoro
18.8. Doppiaggio
18.8.1. Caratteristiche
18.8.2. Obiettivi del lavoro vocale
18.8.3. Proposte di lavoro
18.9. La voce dello speaker
18.9.1. Caratteristiche
18.9.2. Obiettivi del lavoro vocale
18.9.3. Proposte di lavoro
18.10. La voce del telefonista
18.10.1. Caratteristiche
18.10.2. Obiettivi del lavoro vocale
18.10.3. Proposte di lavoro
Modulo 19. Voce professionale cantata
19.1 Concetti musicali
19.1.1. Introduzione
19.1.2. Suoni musicali
19.1.3. Scala maggiore. Tonalità. Intervalli
19.1.4. Accordi: Combinazioni abituali
19.2. Basi fisiologiche del canto
19.2.1. Potenza, fonti e filtri
19.2.2. Emissione
19.2.3. Articolazione
19.2.4. Affinazione
19.2.5. Registri vocali
19.3. Obiettivi della tecnica vocale
19.3.1. Tecnica vocale come processo meccanico
19.3.2. Il sistema di allenamento
19.3.3. Salute contro stanchezza
19.3.4. La tecnica vocale e la parte artistica
19.4. Il tono
19.4.1. Il tono come frequenza
19.4.2. Frequenze gravi
19.4.3. Uso della voce parlata
19.4.4. Frequenze acute
19.4.5. Estensione e tessitura
19.5. L’intensità
19.5.1. Gradi di intensità
19.5.2. Forme salutari di aumentare l’intensità
19.5.3. Lavoro con bassa intensità
19.6. La proiezione
19.6.1. Come proiettare la voce
19.6.2. Forme salutari di utilizzare la proiezione
19.6.3. Lavoro con o senza microfoni
19.7. La resistenza
19.7.1. Atleti vocali
19.7.2. Allenamenti salutari
19.7.3. Abitudini dannose
19.8. Importanza dell’apprendimento sensorio-motore
19.8.1. Propriocezione e localizzazione del lavoro muscolare
19.8.2. Propriocezione del suono
19.9. Esercizi per migliorare il canto
19.9.1. Introduzione
19.9.2. Kim Chandler's-Funky’ n Fun
19.9.3. Estill études volume I - Alejandro Saorín Martínez
19.9.4. Altre pubblicazioni
19.9.5. Riassunto di esercizi indicando gli autori
19.9.5.1. Rilassamento di tensioni muscolari
19.9.5.2. Lavoro di articolazione, proiezione, risonanza e intonazione
19.9.5.3. Lavoro di registro, tessitura e instabilità vocale
19.9.5.4. Altri
19.10. Proposta di canzoni adattate per livelli
19.10.1. Introduzione
19.10.2. Categorie
Modulo 20. Psicologia e voce
20.1. Psicologia della voce come specialità
20.1.1. Psicologia della voce come specialità
20.1.2. Relazione voce-psicologia
20.1.3. La voce come elemento fondamentale nella comunicazione non verbale
20.1.4. Riepilogo
20.2. Relazione voce-psicologia
20.2.1. Cos’è la voce?
20.2.2. Cos’è la psicologia?
20.2.3. Aspetti psicologici della voce
20.2.4. La voce secondo lo stato d’animo
20.2.5. La voce secondo la personalità
20.2.6. Riepilogo
20.3. La voce come elemento fondamentale nella comunicazione non verbale
20.3.1. Comunicazione non verbale
20.3.2. Elementi paraverbali della comunicazione
20.3.3. Influenza della voce nel messaggio orale
20.3.4. Tipi psicologici e caratteristiche vocali
20.3.5. Riepilogo
20.4. La voce e le emozioni
20.4.1. Cos’è un’emozione?
20.4.2. Funzioni delle emozioni
20.4.3. Classificazioni delle emozioni
20.4.4. Espressione delle emozioni
20.4.5. Riepilogo
20.5. La voce e lo stress
20.5.1. Cos’è lo stress?
20.5.2. Teorie e modelli esplicativi dello stress
20.5.3. Caratteristiche dei fattori di stress
20.5.4. Conseguenze dello stress
20.5.5. Riepilogo
20.6. Tipi di disfonie funzionali e psicogene
20.6.1. Cos’è la disfonia?
20.6.2. Differenze tra disfonia funzionale e organica
20.6.3. Cause di disfonia funzionale
20.6.4. Tipi di disfonia funzionale
20.6.5. Riepilogo
20.7. Prevenzione dei problemi della voce
20.7.1. Abitudini di vita salutare
20.7.2. Relazioni veglia-sonno
20.7.3. Alimentazione
20.7.4. Tabacco
20.7.5. Esercizio fisico
20.8. Coscienza: Relazione mente-corpo
20.8.1. Differenza tra coscienza e consapevolezza
20.8.2. Percorso storico della coscienza
20.8.3. Proprietà della coscienza
20.8.4. Coscienza di sé stessi
20.8.5. Riepilogo
20.9. Psicoeducazione
20.9.1. Cos’è la psicoeducazione?
20.9.2. Psicoeducazione nelle disfonie funzionali
20.9.3. Programma psicoeducativo
20.9.4. Riepilogo
20.10. Mindfulness
20.10.1.
20.10.2. Tipi di pratiche di mindfulness
20.10.3. Benefici della mindfulness
20.10.4. Riepilogo
20.11. Terapia psicologica nelle patologie della voce
20.11.1. Patologie organiche
20.11.2. Patologie funzionali
Modulo 21. Riabilitazione vocale
21.1. Trattamento logopedico di disfonie funzionali
21.1.1. Tipo I: disturbo isometrico della laringe
21.1.2. Tipo II: contrazione glottica laterale e sopraglottica
21.1.3. Tipo III: contrazione sopraglottica anteroposteriore
21.1.4. Tipo IV: afonia/disfonia di conversione e disfonia psicogena con corde vocali arcuate
21.1.5. Disfonia di transizione adolescenziale
21.2. Trattamento logopedico di disfonie funzionali
21.2.1. Introduzione
21.2.2. Trattamento logopedico delle disfonie di origine organico congenite
21.2.3. Cisti epidermica
21.2.4. Sulcus e vergetures
21.2.5. Trattamento logopedico delle disfonie di origine organico acquisite
21.3. Trattamento logopedico di disfonie organico-funzionali
21.3.1. Introduzione
21.3.2. Obiettivi della riabilitazione di patologie organico-funzionali
21.3.3. Proposta di esercizi e tecniche in base all’obiettivo riabilitativo
21.4. Voce nei problemi neurologici acquisiti
21.4.1. Disfonia di origine neurologica
21.4.2. Paralisi laringea periferica
21.4.3. Alterazioni del motoneurone superiore
21.4.4. Alterazioni extrapiramidali
21.4.5. Alterazioni cerebellari
21.4.6. Alterazioni del motoneurone inferiore
21.4.7. Altre alterazioni
21.4.8. Proposte per il lavoro di logopedia
21.4.9. Paralisi laringea
21.4.10. Morbo di Parkinson
21.4.11. Bibliografia
21.5. Disfonia infantile
21.5.1. Fisiologia della Voce infantile
21.5.2. Disfonia infantile
21.5.3. Valutazione
21.5.4. Trattamento
21.6. Terapia igienica
21.6.1. Introduzione
21.6.2. Abitudini nocive ed effetti sulla voce
21.6.3. Tosse
21.6.4. Uso della voce in ambienti e situazioni dannose
21.6.5. Agenti tossici
21.6.6. Misure preventive
21.6.7. Idratazione
21.7Eserc
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